Rino Gattuso è tornato al Milan, la squadra che ha lasciato da eroe. Proprio ai Rossoneri, adesso, manca un condottiero. Sarà l’ex numero 8 a dare la svolta? Nonostante l’avvio non positivo col Benevento, i tifosi sperano di sì.
Abbiamo ascoltato il suo preparatore atletico ai tempi di Creta.
“È un perfezionista, oltre che un vincente nato”. Si è espresso così Marco Savino, preparatore atletico di Gennaro Gattuso nella stagione ’14/’15.
Allora, il campione del mondo, conosciuto da tutti come “Ringhio”, allenava l’O.F.I. Crete (Football League, Grecia), militante nella Super League Greca: per intenderci, la nostra Serie A.
Marco, giovane ma già esperto in materia, racconta di quell’esperienza nella terra mitica: “Lavorare con Mr. Gattuso è stata una delle esperienze più formative della mia vita professionale, oltre che un onore. Non è da tutti calarsi in una realtà diversa da quella in cui si è abituati”.
La società di Creta, infatti, non era lontanamente paragonabile al Milan di Ancelotti.
“Mi ha colpito molto la sua attenzione nel curare gli allenamenti e le partite – continua Savino –, si intuiva che il mediano di Corigliano Calabro non aveva mai dimenticato le sue origini; era partito dal basso e se in quel basso doveva tornare, lo faceva senza problemi”.
L’esperienza di Gattuso non fu delle migliori: a dicembre, “Ringhio” si dimette dall’incarico di allenatore dell’O.F.I. per problemi societari, non prima però di aver regalato agli amanti del calcio “rude”, un’intervista destinata a rimanere nella storia.
“Ho imparato tanto da quei mesi passati con il Mister. Se pensate che Gattuso allenatore sia “solo” grinta e cuore, vi sbagliate di grosso! Aveva una cura maniacale del dettaglio, non gli sfuggiva nessuno: pretendeva il 100% da tutti, giocatori e collaboratori”.
Poi Savino racconta la gestione dei rapporti personali di Gattuso con i giocatori: “Era sempre presente, dal riscaldamento agli schemi sulle palle inattive. A volte si allenava con la squadra, come se fosse ancora un giocatore”.
Lo spogliatoio, però, era sacro: “Parlava spesso con i calciatori, ma l’unica cosa su cui non s’intrometteva, era il rapporto tra loro; lasciava i giocatori liberi di viversi tutte le dinamiche legate allo spogliatoio”.
“Penso che al Milan, Gattuso farà bene: rispetto alle altre 2 Bandiere (Seedorf e Inzaghi), è alla quinta esperienza in qualità di allenatore professionista (Sion, Palermo, O.F.I. Crete, Pisa); sesta, se si considera il calcio giovanile (Milan Primavera). Uno dei punti di forza è sicuramente il rispetto per la categoria del giocatore, i quali, trascinati dal suo carisma, darebbero tutto per lui. Sa benissimo come ci si sente ad essere fischiati o idolatrati dal grande pubblico. Riccio e Dominici, poi, sono una sicurezza sulla tattica e la preparazione atletica”.
Ringraziamo Marco Savino, ora nel mondo del calcio come imprenditore, che augura un grande “in bocca al lupo” al tecnico rossonero:
“Se lo merita, il Milan è casa sua”.
This post was last modified on 23 Aprile 2024
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