Ultimo aggiornamento 25 Maggio 2017 20:09 di admin
Mister Marco Rossi ci crede, con tutto sé stesso. I tifosi del Budapest Hovéd sognano a occhi spalancati: sabato sera la contesa finale contro il Videoton.
Il Bozkis Stadion è pronto a ribollire per spingere gli anti-eroi capitolini verso l’epica calcistica. Ci sono tutti i presupposti per godere sguaitamente: i 62 punti in classifica insieme al Videoton (ma con un vantaggio nella graduatoria avulsa) sono indice del cammino spettacolare edificato dal Rossi di Druento.
Sarà il quarto conquistadores italiano di stagione? Crederci è d’obbligo.
Il campionato ungherese sta vivendo una delle favole più commoventi della storia del calcio euopeo. I Mighty Magyars, cuori fervidi della piccolissima società, possono scolpire le tavole della leggenda: è come se in Italia vincesse lo scudetto il Chievo Verona, per intenderci.
Ma i direttori sportivi italiani conoscono Marco Rossi?
Coach Marco Rossi è richiestissimo dalle big d’Ungheria, da società facoltose in Slovacchia e Arabia Saudita. Questa season palpitante chiuderà la sua esperienza da “re” dell’Honved, poiché dopo 5 anni di semina (e raccolta) nel club fiabesco, è giusto provare una nuova esperienza. Ma il Kispest rimarrà per sempre parte vibrante della sua anima sportiva.
I tifosi poi hanno apprezzato enormemente il suo lavorato agro e raffinato. Il connubio tra guida tecnica e torcida, pertanto, rimarrà comunque inscindibile. Se mister Rossi li salutasse con il titolo nazionale sarebbe un capolavoro assoluto.
Gli basta una vittoria o un pareggio tra le mura amiche contro i favoriti d’obbligo di inizio stagione.
Potrebbe essere accostato stabilmente nella storia del calcio italiano a coloro che vercando il Mediterraneo e le Alpi hanno raccolto un successo scrosciante.
Omologhi degli Imperotori romani: i Conte, gli Ancelotti, i Mancini, i Trap, attendono un nuovo compagno di gipsoteca.
Certo, soprattutto negli ultimi 5 anni, per il validissimo tecnico – cresciuto a pane e Filadelfia – non ha ricevuto nemmeno un’offerta dalla sua patria. Paradossale se pensiamo che nella stessa non orbitano soltanto gli Allegri, i Sarri o gli Spalletti. Mica è tutto oro quel che luccica.
Chi vivrà vedrà. Ma intanto carpe diem mister Rossi, l’alloro è a portata di mano. Il suo lavoro continua a portare sempre più in alto la scuola di Coverciano, e poco importa se non arriva la chiamata con prefisso italico: Nemo propheta in patria.
Lo diceva anche l’incommensurabile Ugo Foscolo: “O Italiani, io vi esorto alle storie”. Una delle narrazioni più intense della storia del football del Vecchio Continente sta per andare in scena sul proscenio smeraldo di Budapest. Italiani calciofili, non perdetevela colpevolmente, il tricolore è pronto a dipingere sull’argento rivoluzionario del Danubio…
C’mon Honvéd!