Khouma Babacar: l’attesa paga sempre

Ultimo aggiornamento 22 Aprile 2017 23:45 di

Quante volte nella vita ci siamo sentiti dire la tipica frase: “Arriverà il tuo momento”?

Certe persone ormai a furia di sentirselo dire non ci fanno più caso cercando di farsi trovare sempre pronti nel momento del bisogno, la vita è così. In alcune situazioni si riesce ad essere decisivi e incisivi mentre altre volte si resta in silenzio con i propri pensieri che cercano di fuggire via da una realtà che non ti vede protagonista al pari dei tuoi sogni.

Questa sera contro l’Inter il peso dell’attacco era tutto sulle sue spalle ed il giovane dopo un primo tempo positivo, ha preso letteralmente in mano la squadra aprendo in due la difesa Interista nel secondo tempo. Due reti e tante giocate positive come a dire, ancora una volta: io ci sono.

KOUMA: IL GOL NEL SANGUE

Il talento gigliato Babacar rispecchia tutto quanto scritto in precedenza. Non riesce a trovare in maglia viola lo spazio che vorrebbe, ma che sente suo, non riesce a confermarsi come un giovane sul quale puntare e sul quale “gettare” tutto il peso dell’attacco di una squadra che ha trovato in Kalinic il suo terminale offensivo. Spesso, Kouma, viene messo in mischia a partita quasi terminata o a gara in corso per dare quel peso che nelle partite difficili da risolvere potrebbe servire ai fini del risultato. A volte riesce a essere decisivo, altre no. Ed è proprio in quelle altre volte che il giovane trova la forza e la cattiveria per poter andare avanti e dimostrare di essere un giocatore di cui ci si può fidare nel presente ed anche in un futuro prossimo.

Il talento classe 1993 , prima punta che all’occorrenza, data la sua velocità in progressione viene fatto giocare anche esterno d’attacco, inizia a dare i primi calci al pallone nelle giovanili del Thiés, squadra della città dove è nato per poi approdare dopo una parentesi nelle giovanili del Pescara, alla Fiorentina. Per far crescere i suoi muscoli e la sua voglia di pallone venne spedito in prestito prima al Racing Santander, poi al Padova e poi al Modena dove si confermò un vero bomber di razza segnando in 39 presenze 20 reti.

LA SFORTUNA DI AVERE SEMPRE “BIG” IN SQUADRA

Di quel giovane che faceva dei sogni la sua forza ne rimase ben poco perché di ritorno a Firenze nella stagione 2014 Babacar avrebbe voluto un posto da titolare sentendosi un giocatore ormai pronto e maturo per poter far sognare i tifosi Viola.  Matri, Rossi, Gomez davanti a lui e fine dei sogni. Nella stagione dopo con la cessione di Gomez, il giovane pensava fosse arrivato davvero il suo momento, ma la Fiorentina decise per il ritorno di Alberto Gilardino puntando come prima punta su Kalinic, considerando anche la presenza del Pepito Rossi. Anche in questa stagione pur giocando poco il giovane Kouma, come ieri contro la Sampdoria riesce però ad essere spesso decisivo a discapito dei pochi spezzoni di partita a lui concessogli in questi anni.

Le sue prodezze dall’80° minuto in poi non sono poche, ricordiamo la rete decisiva segnata al Palermo al minuto 93′ nel dicembre scorso, la rete decisiva al Bologna subentrando nel secondo tempo e la rete siglata ieri per il definitivo finale contro la Sampdoria al minuto 89.
Questa sera le sue due reti segnate contro l’Inter sono state eseguite nei minuti 70 e 79 come a dire: io segno ma sempre dopo la metà del secondo tempo tanto per mantenere la tradizione.

Tom Hiddleston diceva: “Non sai mai cosa c’è dietro l’angolo. Potrebbe essere tutto. Oppure potrebbe essere nulla. Continua a mettere un piede davanti all’altro, e poi un giorno ti guarderai indietro e scoprirai di aver scalato una montagna”. Babacar quando si volterà indietro potrà dire di aver fatto su e giù da quella montagna per tutta la sua carriera.

Emanuele Giubilei

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