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Ronaldinho: 37 anni passati tra numeri e magie

Dorian Gray arrivò a vendersi l’anima pur di rimanere giovane, peccato che fosse una di quelle storie fantastiche, impossibili da riprodurre nella vita reale. Nella vita reale arrivi ad un certo punto in cui devi fare i conti con gli anni che passano, inesorabilmente. Osservarsi in quello specchio ed accettare l’idea che qualcosa sia cambiato sia fuori che dentro.

Oggi è il compleanno di un giocatore che illuminò i nostri occhi con le sue giocate e con i suoi sorrisi, con quei suoi denti disordinati che trasmettevano caos. Il caos che rimbombava nelle teste dei difensori avversari quando questo talento aveva il pallone tra le gambe che, molto spesso, era impossibile da togliergli. Ronaldo de Assis Moreira, per tutti Ronaldinho, oggi compie 37 anni.

LA CARRIERA DEL GAUCHO

Inizia a giocare con il Gremio, squadra brasiliana, e lì iniziarono ad intravedersi le sue immense doti da calciatore. Tiri, dribbling associati a una velocità impressionante, in quelle stagione collezionò un bottino di 105 presenze condite da 55 reti. Con la maglia della squadra brasiliana vinse 1 campionato Gaucho e 1 coppa Sul-Minas.  Si accorse di lui il Paris Saint Germain che lo porta in francia giovanissimo. In due stagioni disputò 77 partite condite da 25 reti, vincendo 1 Coppa Intertoto. Non classificandosi per le coppe, il brasiliano chiese di esser ceduto scatenando aste su aste da parte dei più grandi club europei.

Ebbe la meglio il Barcellona che lo pagò 30 milioni. Soldi ben spesi considerando che con la maglia del Barça disputò 207 partite segnando la bellezza di 94 reti vincendo 2 campionati,2 supercoppe Spagnole e una Champions League.

Il 15 luglio 2008 il Milan del presidente Berlusconi riesce a convincere il talento ormai nel pieno della sua maturità calcistica a trasferirsi a Milano, sponda Milan. Venne accolto da tantissimi tifosi in enfasi , numero 80 sulle spalle e tanta voglia di dimostrare il suo calcio. Ebbe un impatto positivo sul nostro calcio che ogni qual volta questo fuoriclasse riusciva a creare magie, rimaneva a bocca aperta nell’osservarle. In 3 stagioni, 95 presenze e 26 reti.

RETI DIVENUTE STORIA 

Segnò reti favolose ed importanti. Chi di voi ha il coraggio di dimenticare il suo gol di esterno punta dopo aver effettuato  finte ubriacanti utilizzando il solo movimento del busto? Impressionante. Si giocava Chelsea-Barcellona, stagione 2004/2005. Ed ancora, vogliamo dimenticarci per caso dei suoi gol in rovesciata? Forse la più bella la siglò contro il Villareal. E la favolosa doppietta che zittì il Bernabeu? Questi gesti atletici sono entrati nel cuore di tutti i tifosi e non solo di quelli del Barcellona. Oggi rivedendoli, ammirandoli con un sospiro nostalgico possiamo dire di aver avuto la fortuna di aver visto giocare un folle che univa amore per il calcio all’amore per gli altri.

IL PALLONE D’ORO E LA FINE DELLA CARRIERA

Qui si parla di un giocatore tipicamente brasiliano, sempre con sorriso sulle labbra come ad indicare la vera gioia della vita. Quel pallone che sulle strade brasiliane gli faceva compagnia, il suo amico fidato al quale confidare gioie e prospettive future. Vinse anche un pallone d’Oro che lo consacrò a livello mondiale.  Tornò in brasile negli ultimi anni della sua carriera giocando nel Flamengo e Atletico Mineiro riuscendosi a togliere anche qui importanti soddisfazioni.

Quando si ricorda un calciatore di questo tipo, vengono le lacrime agli occhi. Lui venne chiamato Ronaldinho perché era il più piccolo dei suoi amici quando giocava nelle strade di Rio. Noi che lo abbiamo visto giocare ed amato come solo i folli amano la loro pazzia, possiamo dire di aver visto forse uno dei giocatori più grandi di sempre, con il pallone che si poneva sempre tra un sogno e un sorriso.

Albert Einstein diceva: “La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto“; Ronaldinho l’immaginazione la sapeva usare veramente bene.

Tanti auguri campione.

Emanuele Giubilei

redazione

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