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Quando la realtà incontra la fantasia e fa “rumore” : la parabola discendente del Latina

La sensazione di cadere nel vuoto è una costante nei nostri sogni. Ci ritroviamo, di punto in bianco, a precipitare nel buio più assoluto senza sapere come e perché, salvo poi svegliarci di soprassalto e avere la certezza che, fortunatamente, la realtà è un’altra e si trova proprio davanti ai nostri occhi. La dimensione onirica spesso ci offusca la mente, si sovrappone al nostro punto di vista reale e lo altera, plasmandolo come meglio crede.

Marco è un tifoso sfegatato del Latina: la sua cameretta, completamente a tinte nero-azzurre, è tappezzata da poster e magliette della sua squadra del cuore. E’stato il padre ad inculcargli questa fede e, dagli anni 2000 in poi, il ragazzo non perde più una singola partita dei suoi beniamini, trasferte incluse. Oltre al calcio, la sua più grande passione è il parapendio, che ha iniziato a praticare da diversi anni: “Quando il Latina riuscirà a salire in A, mi lancerò dalla montagna più alta: dobbiamo spiccare il volo insieme!”. Questa sua fantomatica idea si tramutava in sogno quasi ogni notte: Marco giungeva sulla cima della montagna più alta con la maglietta neroazzurra addosso ma, poco prima di aprire il suo parapendio “Latina”, qualcosa andava storto e lui si svegliava bruscamente, proprio come se fosse caduto nel vuoto.

LE DIFFICOLTA’ DEI PRIMI ANNI ‘00 – Non riusciva a spiegare il perché questo sogno, da idilliaco quasi, si trasformasse in incubo. Anche se forse un motivo reale c’era: la sua squadra aveva vissuto cosi tante difficoltà negli anni precedenti, che temeva potesse succedere qualcosa di terribile, proprio come l’estate intercorsa tra il 2006 ed il 2007. Qualche anno prima infatti, il club guidato dal presidente Sciarretta era riuscito ad ottenere il ripescaggio in C2, tra l’entusiasmo generale della piazza. Già nel 2005 però, nonostante una campagna acquisti da big, i neroazzurri persero i play-out, ritornando cosi in serie D.

Quel momento sancì l’inizio del declino, una caduta inesorabile, condita da problemi economici e finanziari, che porterà alla scomparsa definitiva dell’A.S. Latina. Il club, nel 2007, non riuscirà neanche ad ottenere l’iscrizione in Terza Categoria, lasciando la gente nella disperazione e nell’oblio più totale. Per Marco, quell’estate era terminata ancor prima di iniziare.

LA TRANSIZIONE – Viveva oramai in una condizione di ascesi e provava disgusto per una società che aveva infranto i sogni di chi, come lui, credeva ancora nella bellezza di questo sport. Gli anni dal 2006 al 2010 saranno molto duri e movimentati: Marco, come una larghissima parte della tifoseria, cercherà di ottenere degli incontri con la nuova presidenza, guidata da Lucio Bruno, che in poco tempo promuoverà una serie di iniziative vitali per dare nuovo slancio al calcio locale. L’anno 2009 segnerà la svolta: la Latina calcistica si troverà divisa a metà, con due squadre  in serie D pronte a contendersi l’eredità della vecchia società . La scelta finale, che accontenterà tutti i supporter, vedrà la fusione dei due club, mettendo cosi a tacere qualunque tipo di attrito. Nascerà così l’Unione Sportiva Latina Calcio.

DAL PARADISO “PERDUTO”… La notizia viene accolta con grande euforia in città e Marco ritrova nuovamente il sorriso: presto gli spalti del “Francioni” torneranno ad esser suoi. Nel giro di tre anni, dal 2010 al 2013, succede l’inimmaginabile, qualcosa di epico, storico, forse scritto dal destino che aveva previsto una rivincita per questa città: il Latina conquista la serie B, vincendo anche la Coppa Italia di Lega Pro. È l’apoteosi. La gente si riversa festosa nelle piazze, incita la squadra e la nuova presidenza, preparandosi ad una nuova avventura, lontana anche dalla più rosea aspettativa.

Marco non credeva ai suoi occhi, aveva perso le parole e lacrime di gioia riempivano il suo volto. Lacrime che si trasformeranno in pianti quando, al primo anno in serie cadetta, la squadra conquisterà un incredibile terzo posto, prendendo parte ai play-off per la serie A, salvo poi soccombere in finale contro il Cesena. Il nostro protagonista, che stava già accarezzando l’idea di lanciarsi con il suo amato parapendio e realizzare così il suo obiettivo, vede sfumare il sogno proprio sul più bello. La vetta del monte, a due passi dal cielo azzurro e dalle porte del “paradiso”, non è stata raggiunta.

Nel 2015 inizia a circolare una voce abbastanza anomala: Pietro Leonardi, indagato poco tempo prima per concorso in bancarotta fraudolenta e tra i principali responsabili del fallimento del Parma, sembrerebbe esser vicino alla società laziale. Il tutto viene confermato nell’Ottobre del 2016, quando lo stesso Leonardi viene ufficialmente nominato dg della squadra. Marco, tutto ad un tratto, inizia a sognare nuovamente quell’incubo che lo aveva accompagnato nei primi anni del 2000 e che sembrava esser definitivamente scomparso.

ALL’INFERNO “FALLIMENTO” … –  La situazione precipita nella stagione corrente. Mentre il Latina naviga in serie B, il presidente del club, Pasquale Maietta, è costretto a dimettersi in seguito all’inchiesta “Operazione Olimpia” che lo vede personalmente coinvolto. I soldi investiti nella società, provenienti addirittura dal Comune, la vicinanza al clan locale della famiglia Di Silvio ( pare che Costantino Cha Cha Cha Di Silvio, membro del clan e vicino alla famiglia Casamonica, avesse un ruolo importante nel club)  portano Maietta ad un passo dall’arresto. Tutte queste negatività si abbatteranno sul Latina calcio: la squadra inizierà a non disporre più di risorse e, in pochissimo tempo, accumulerà debiti milionari. La situazione si concluderà con il fallimento del Latina, mentre il Tribunale, per non creare ulteriori danni al campionato in corso, concederà l’esercizio provvisorio, dando cosi al club la possibilità di proseguire la stagione.

Nel frattempo che le sorti della società vengono discusse in tribunale, un assordante silenzio avvolge la città. Ecco cos’era quella sensazione tanto ricorrente nei sogni di Marco: il destino di una squadra che giunta dopo tanta fatica in vetta al monte, vede svanire tutto, mentre l’eco della parola “fallimento” fa scendere un brivido nella schiena della gente. Le colpe di una società che non ha saputo mantenere le promesse, non ha paventato chiarezza e si è macchiata del peggiore dei mali: spazzare via le speranze, i sudori, i risparmi, le fatiche di chi ha sempre creduto in questo sport, nei suoi valori ma, soprattutto, in chi ha sostenuto il Latina. Lo sport ha perso, il calcio ha perso, ma non i tifosi: quelli vincono sempre. Marco ha già la sciarpa al collo e corre verso lo stadio.

redazione

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