Ultimo aggiornamento 10 Marzo 2017 12:17 di admin
Lao Tzu diceva: “Fai le cose difficili quando sono facili, e inizia le grandi cose quando sono piccole. Un viaggio di mille miglia deve iniziare con un singolo passo”.
Il big bang, la teoria della creazione della terra ed il castello che si appresta a fare un bambino in riva al mare hanno cose in comune. Entrambe posseggono quella magia dell’impossibile e dell’intuizione che, a mente calda, nessuno potrebbe mai essere in grado di possedere. Tutto inizia per caso e in molti casi, anche gli amori, nascendo solo da uno sguardo possono rivelarsi più veri e più intensi rispetto ad un accordo scritto a tavolino.
Gli americani, quando arrivarono a Roma per comprare la società, si erano dati 5 anni di tempo prima che la squadra potesse tornare a vincere un trofeo. Purtroppo dal 2011 ad oggi la Roma, cambiando giocatori allenatori e sogni, ancora non è riuscita a conquistare neanche un trofeo. La bacheca continua ad esser priva di coppe e sentimenti, e i tifosi della Roma ancora aspettano quella promesse coperte di onore e gloria fatta a loro dalla dirigenza americana.
IL SOGNO AMERICANO
Nel corso di questi anni la Roma sul mercato ha speso più di 300 milioni, comprato giovani di prospettiva e giocatori in grado di poter dare una svolta, sono stati fatti investimenti e plusvalenze, sono arrivati giocatori top e false emozioni.
Tutto questo questo non è stato sufficiente perché, mentre il bambino di cui parlavamo in precedenza sa che se non si mettono fondamenta solide il castello potrebbe non reggere all’urto delle onde che puntualmente si abbattono in esso, alla Roma manca ancora quel qualcosa in più di decisivo sul mercato che possa farle fare il definitivo salto di qualità. La Roma ha investito male molti di quei soldi, portando nella Capitale giocatori che erano tutt’altro che pronti per poter difendere ed onorare il nome della città eterna.
TRA I SOGNI E L’AMARO PRESENTE
Nella prima stagione si decise di affidare la porta a Stekelenburg, la fascia difensiva a Josè Angel, il cuore della difesa a Kjaer e l’attacco a Bojan. Tutto questo mentre la Juventus ingaggiava a zero Pirlo e comprava Vidal per 12.5 milioni. Risultato? Roma fuori dall’Europa League contro lo Slovan Bratislava e Luis Enrique, chiamato per far crescere una squadra tutta cuore e idee, mandato via tra pernacchie e sberleffi.
Non andò meglio nella seconda stagione: Tachtsidis, Piris, Goicoechea a fare da scudo a una Roma uscita distrutta dalla stagione precedente. La Juventus prendeva nel frattempo Pogba a titolo gratuito mentre Borja Valero diventava un giocatore della Fiorentina. Finale di stagione? Zeman, che prese il posto di Luis Enrique esonerato e Coppa Italia contro la Lazio in finale persa.
Dopo il derby perso, la stagione 2013 sembrò poter essere quella della ripartenza. Tutti i cieli dopo il diluvio portano l’arcobaleno così come il nuovo allenatore Garcia portò il sorriso a Trigoria. Ma anche qui fecero discutere acquisti come quelli di Bastos, Toloi, Jedvaj. Nello stesso anno la Juve prese Tevez e Llorente . Roma seconda nonostante dieci vittorie nelle prime dieci gare ed eliminazione dalla Coppa Italia in semifinale contro il Napoli.
La stagione seguente, ancora una volta, non portò nessun trofeo alla Roma e, al contempo, vennero ingaggiati: Emanuelson, Ucan, Holebas, Ashley Cole ( 2,3 mln di ingaggio ), Yanga Mbiwa e Iturbe, mentre a gennaio arrivarono Doumbia e Ibarbo. La Juventus nel frattempo continuava a vincere e comprare poco, ma bene: Morata e Coman. Roma fuori da ogni possibile traguardo a fine stagione, Coppe comprese.
I GIOVANI ROMANI NO, I GIOVANI STRANIERI… SÌ
Altro grosso errore da parte della società e del vecchio direttore sportivo Sabatini: acquistare giovani da ogni parte del mondo dal discusso valore dimenticandosi dei giovani del proprio vivaio lasciati partire in prestito o ceduti per fare cassa, come ad esempio Antei, Politano, Mazzitelli, Verre, Caprari e il giovanissimo Pellegrini inseguito oggi da mezza Europa.
Tutti asciati partire troppo presto per far spazio ai vari: Loic Nego, Boldor, Pop, Vina e Marin ed ancora Alexis Ferrante, Yamnaine, Golubovic… proseguendo con Radonjic, José Machin Pepin, Vestenicky,Di Mariano e per finire l’accoppiata che vede protagonisti Ndoj e Anocic.
GERSON, OGGETTO DEL MISTERO
Discorso a parte merita Gerson. Talentuoso giocatore Brasiliano accolto dalla società come una star, si presentò facendo foto con la maglia della Roma con stampato il n.10 con sopra il suo nome. Fino ad ora non solo non ha convinto, ma sembra esser stato definitivamente accantonato da Spalletti. Costo? circa 17 milioni di euro.
QUALE FUTURO?
La Roma ad oggi ha grossi problemi derivati dal fatto che i titolari sono stremati e la squadra non ha ricambi all’altezza dei big in campo. I soldi spesi in questi anni hanno portato anche giocatori di talento assoluto come i vari Nainggolan, Strootman, Manolas, ma questo non è stato abbastanza. Roma vuole vincere e convincere ma ad oggi questo sembra esser davvero molto difficile.
David Weinbaum diceva: “Il segreto per una vita ricca è di avere più inizi che fini”, i tifosi giallorossi attendono questo inizio da fin troppo.
Emanuele Giubilei