La Fiorentina arrivava da un risultato positivo in quel di Mönchengladbach, con una prestazione che non aveva convinto, ma tanto bastava per uscire con la prima vittoria in Germania. Ci voleva determinazione e una prova di forza per portarla a casa. E stava succedendo: un gol del bomber Kalinić, una sgusciata di un difensore che porta al “sicuro” 2-0 di Borja Valero. Tutto scende verso i binari viola, pure l’uscita prematura di Hazard, il più talentuoso del Borussia, per quel Drmić che non suscita nessun clamore. Paulo Sousa penserà: è fatta. Siamo più forti. Non ci segneranno mai tre gol.
Ne segnano quattro, e se non si considera l’intervallo tra il primo e il secondo tempo, ne segnano quattro in 16 minuti. Se all’andata il fortino viola aveva retto, oggi è un ecomostro in attesa di demolizione. Non capita spesso di vedere quattro gol da una squadra in trasferta: giusto un paio di giorni fa c’era riuscito l’Atletico Madrid a Leverkusen. O il Southampton in quel di Sunderland nell’ultimo turno di Premier. Queste due settimane sono state le settimane del 4 sul tabellino: la Juventus passeggia 4-1 con il Palermo, la Roma con lo stesso risultato si sbarazza del Torino, e vogliamo ricordare il Paris Saint Germain?
A Firenze però capita qualcosa che sconcerta e non poco: era mai successo che una squadra italiana venisse eliminata, dopo essere passata in vantaggio per tre reti, in così poco tempo? Il pensiero va a Istanbul, dove il Liverpool ne segnò tre in 11 minuti in quella finale maledetta per il Milan. Al Franchi invece, serve una prestazione disastrosa della Fiorentina, che dopo un buon inizio in cui contiene e attacca, tira i remi in barca, contro un Gladbach che gioca alla Playstation contro gli immobili gigliati. Sousa non riesce a smuovere la sua squadra: i giocatori sono imbambolati dinnanzi alle manovre dei tedeschi, che fanno passare a Stindl la serata perfetta (tre reti oggi).
Sousa, da quando è arrivato a Firenze, è sempre stato sulla graticola, figlia del temperamento dei fiorentini, capaci di esaltarsi al minimo cenno positivo e deprimersi al primo segno storto. Oggi, la sua squadra subisce una botta psicologica di dimensioni assurde: impensabile perdere una qualificazione quando, a metà partita, sei sopra di tre reti. Mai aveva subito quattro gol in casa in Europa, mai ne aveva segnati in trasferta il Borussia. Ci sarà molto da pensare tra i Della Valle: il calcio di Sousa oggi, ha toppato alla grande. E se non fosse abbastanza, finito il match riecheggiano nello stadio le note di Zombie, dei Cranberries.
This post was last modified on 23 Febbraio 2017