Ultimo aggiornamento 16 Febbraio 2017 20:51 di
Al Borussia Park una Fiorentina spenta, rinunciataria e arcigna in difesa, riesce a fare sua l’andata dei sedicesimi di Europa League contro un Mönchengladbach che paga la miriade di errori sotto porta. Federico Bernardeschi festeggia i suoi 23 anni con un gol vittoria da vedere e rivedere alla nausea. Con questo risultato Sousa si guadagna una fetta di ottavi, ma al ritorno una prestazione del genere potrebbe non bastare.
Mönchengladbach che domina lentamente, come un serpente incantatore che rimane fermo, in attesa che la sua preda abbassi la guardia per attaccare ferocemente. La Fiorentina sta a guardare, difende bassa e non riesce ad uscire fuori dal guscio. Tre volte il Borussia sgassa a manetta: sulla prima ci mette la mano in qualche modo Tatarusanu, sulla seconda Stindl (dopo una manovra da applausi) riceve palla da ottima posizione, solo, mette alto di molto; alla terza invece è il palo a fermare i neroverdi. La Fiorentina sembra impotente, ma alla fine del primo tempo Bernardeschi azzecca una punizione da urlo: potenza, precisione, volontà di metterla proprio lì, dove nessun essere umano può arrivare. Servono svariati minuti per capacitarsi di dove l’ha messa. Viola in vantaggio straordinariamente immeritato.
Non cambia molto la ripresa: il Borussia abbaia tanto ma non riesce a mordere, Astori e Rodriguez fanno muro, Dahoud e Hazard fanno patire i gigliati, ma non affondano il colpo. Tanti passaggi telecomandati, tanto fumo negli occhi dei calciofili, ma la Fiorentina rimane vigile, seppure con immane sofferenza. La squadra di Sousa abbassa vertiginosamente il ritmo, i padroni di casa provano a riaccendere le speranze nella fase finale del match, ma ogni tentativo finisce per spegnersi tra le maglie rosse della Fiorentina.
Fiorentina che rinuncia al gioco per puntare alla solidità difensiva e ai ritmi blandi; così arriva la prima vittoria della sua storia in Germania. Il ritorno si affronta con un minimo di vantaggio, ma bisogna stare attenti: oggi il serpente incantatore Gladbach non è riuscito a mordere, ma ha dimostrato di poterlo fare. A Firenze ci sarà da soffrire ancora di più.