Come d’incanto, Pato! Nella testa e nelle orecchie rimbomba la voce di Pellegatti, negli occhi scintillano le Mercurial arancioni indossate nella prima alla Scala. San Siro sorride ancora dopo quel Milan 5 Napoli 2, quella luce sembrava poter essere eterna, che giocatore questo Papero!
IL PREDESTINATO
Partito dall’International di Porto Alegre, Alexandre mette subito in mostra il suo talento da predestinato, a 17 anni e 102 giorni realizza, contro l’Al Ahly in semifinale di Coppa del Mondo per Club, la rete più giovane in una competizione ufficiale Fifa, superando Pelè. Il Diavolo se ne innamora, investe 22 milioni per un diciassettenne. Altro record.
Il suo ingresso a Milanello? ”Avevo 17 anni e nello spogliatoio c’eravamo io e Ronaldo e Maldini ai miei lati. Di fronte c’era Kakà Arriva Ronaldo e mi chiede come sto, poi mi dice: devi decidere, tu devi andare con me (e mi ha mostrato una rivista di Playboy) ed entrare nel mio gruppo, o se vuoi entri nel gruppo di Kakà (in spogliatoio aveva un po’ di cose della chiesa). In quel momento non sono cose che ti aspetti da un giocatore che usavi alla PlayStation e con cui avrei giocato però sono stati dei momenti importanti”.
13 gennaio 2008 debutta in quel Milan – Napoli sopracitato. Promette, all’inizio gioca e segna, il Ka-Pa-Ro fa scintille, invece con Ibra vince uno scudetto nel 2010. Sposa Barbara Berlusconi, per lui viene rifiutata un offerta monstre del PSG.
ALLA RICERCA DI SE STESSO
Tutto sembra perfetto, ma gli infortuni e le ricadute lo tormentano. 2011 e 2012 da dimenticare. A gennaio 2013 per 15 milioni, torna in Brasile perdendo Milan e moglie. Lo aspetta il Corinthians, convince come sempre a metà, 14 reti in 49 match.
A fine anno va in prestito biennale al San Paolo, dove in 76 partite realizza 27 goal. Poi la grande occasione di tornare in Europa, al Chelsea, gennaio 2016. 6 mesi, 2 partite, 1 goal. Conclusa la stagione passa al Villareal dove riesce a segnare solo due reti in 14 gare.
FINALE AMARO
Cannavaro ed i soldi cinesi gli piovono addosso. Andrà al Tianjin, magari troverà lì la sua dimensione. Peccato per lui, peccato per i tifosi del Milan quel 13 gennaio a San Siro, peccato per chi stava al Camp Nou e dopo 30 secondi già poteva leggere ‘Pato’ tra i marcatori, peccato per gli amanti del talento, peccato per il calcio.
Alla fine i soldi hanno vinto su tutto, il giocatore che abbiamo ammirato in rossonero rimarrà solo un lontano ricordo. Non sempre le favole hanno un lieto fine.
Keivan Musa
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