Adriano Ferreira Pinto, ex esterno di centrocampo della nostra Serie A con la maglia dell’Atalanta, veste oggi la maglia del Pontisola, squadra della provincia Bergamasca che milita in Serie D. I nostalgici si ricorderanno sicuramente di lui anche con le divise di Cesena, Perugia, Varese, Lanciano e Lecce, ma soprattutto della grande passione che portava in campo, espressa con i tanti chilometri percorsi e con l’intensità che metteva su ogni pallone giocabile.
Nato in Brasile il 10 dicembre del 1979, vive l’infanzia nella povertà, ma con l’amore per il calcio trasmessogli dal padre, sentimento che tuttora nutre verso questo Sport.
Noi della redazione di Rompipallone.it lo abbiamo intervistato in occasione della trasferta in casa dell’Us Dro. La partita è terminata 1-2 in favore del Pontisola e Ferreira Pinto, nonostante i 38 anni che lo rendevano di fatto il più anziano in campo, ha avuto modo di esibire la tecnica che gli ha permesso di collezionare 127 presenze e 12 goal in Serie A.
Queste le domande che abbiamo posto al brasiliano, tra passato, presente e futuro.
Diciamo che l’anno con Delneri, in cui ho fatto 38 presenze e sono stato l’unico giocatore di movimento a giocare tutte le partite del campionato, è stata il migliore. Per me è stata una grande soddisfazione dato l’alto livello della serie A. Ritengo quindi il campionato 2007/2008 il più importante che ho fatto in carriera.
Secondo me il calcio italiano per migliorare deve rifare o quantomeno sistemare tutti gli stadi, con impianti un po’ più piccoli, ma migliori. Abbiamo visto tutti i risultati dello Juventus Stadium e di come sia pieno ogni domenica. Il calcio italiano deve sicuramente ripartire dal portare la gente a vedere la partita, perché i tifosi sono fondamentali per ogni società, oggi come ieri.
Come ogni brasiliano della mia generazione sono cresciuto col mito di Ronaldo il fenomeno, lo seguivo già dai suoi esordi in Brasile, guardavo tutte le sue azioni e provavo ad imitare le sue giocate. Però Ronaldo era Ronaldo ed io ero io (ride ndr.).
Ora mi diverto con il Pontisola, la società è stata molto gentile con me e mi ha dato la possibilità di giocare in Serie D. Penso che farò ancora uno o due anni qui e nel frattempo ho già iniziato il corso da allenatore, per rimanere anche in futuro nell’ambito calcistico.
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