A giro di boa ormai avvenuto, l’Eredivisie può vantare un particolare primato: quello di veder partecipare la migliore difesa d’Europa. Il PSV, infatti, ha subito solo 8 reti nelle 17 partite del girone d’andata, con una media di 0,47 reti subite a partita.
Meglio della Juventus (14 reti in 18 partite), del Villarreal (12 in 17), del Tottenham (14 in 20), del Nizza (13 in 19) e addirittura del Bayern di Neuer e Ancelotti (9 in 16). Certo, quando si prendono pochi gol il merito è un po’ di tutta la squadra: dagli schemi dell’allenatore, al filtraggio del centrocampo, dall’affiatamento della difesa ai riflessi del portiere.
Nel caso del PSV, però, il portiere ha una rilevanza particolare. Jeroen Zoet, infatti, sembra aver trovato il suo equilibrio perfetto, dopo una carriera fatta di alti e bassi.
Ha appena 15 anni Zoet quando lascia il Veendam, squadra della sua città, per unirsi al PSV, a 252 chilometri da casa. Poco male, se si pensa che nel giro di 5 anni il Veendam sarebbe fallito, sparendo per sempre dal calcio professionistico. Zoet si fa tutta la trafila nelle giovanili del PSV, senza però trovare spazio.
Ha appena 20 anni quando la dirigenza del club di Eindhoven decide di mandarlo in prestito all’RKC Waalwijk. Ruud Brood, allenatore dei gialloblù, capisce di avere per le mani un talento puro; così lo spedisce tra i pali sin dalla prima giornata. Non lascerà più quel posto, dopo una stagione condita dal 9° posto valido per lo spareggio di qualificazione all’Europa League e dal successo per 2-1 proprio contro il PSV.
Il prestito viene confermato per la stagione successiva dove, nonostante l’avvicendamento in panchina tra Brood ed Erwin Koeman, Zoet si conferma e, anzi, si migliora, subendo anche meno reti della stagione precedente (44 contro le 49 della stagione precedente). Nei due anni di Zoet al Waalwijk, la squadra del Brabante è stata l’ottava e la settima miglior difesa del campionato. Inutile dire che, col ritorno ad Eindhoven di Zoet, il Waalwijk sia purtroppo tornato in Eerste Divisie, la Serie B olandese.
Fortemente voluto dal nuovo allenatore dei boeren, Phillip Cocu, che lo schiera immediatamente per la prima partita della stagione: PSV Eindhoven – Zulte Waregem, 3° turno di Preliminari in vista della Champions League. Il sogno europeo, però si infrange contro il Milan. In Europa League il PSV non supera incredibilmente la fase a gironi, battuto da Ludogorec e Cornomorec. Curiosamente, le uniche partite durante la fase a gironi in cui i biancorossi non hanno subito gol sono state quelle giocate durante l’infortunio all’inguine di Zoet, che lo ha tenuto fuori per ben un mese e mezzo.
Dopo una prima stagione non esaltante (quarta miglior difesa), Zoet e la sua squadra aprono un ciclo eccezionale: vittoria del campionato 2014-2015, con 17 punti di vantaggio sull’Ajax, vittoria nell’edizione 2015-2016, titolo ottenuto all’ultima giornata sempre sui lancieri di Frank de Boer e la recente vittoria in Supercoppa d’Olanda.
Il miglioramento di Zoet è evidente (dai 37 gol subiti del 2013-2014 ai 32 del 2015-2016, giocando tutte le partite), ma la palma di miglior portiere va sempre a un suo rivale: Jasper Cillessen. Miglior portiere nel 2014, nel 2015 e nel 2016, titolare fisso in Nazionale, quest’estate Cillessen è andato al Barcellona.
Vuoi per la partenza del suo principale “rivale”, vuoi per essere diventato un ragazzo più giudizioso (il 20 dicembre 2015, infatti, è stato arrestato per essersi preso a pugni col compagno di squadra Maxime Lestienne, ex-Genoa, fuori dal campo), oggi Zoet sta confermando che l’intuizione di Cocu di tre anni fa era più che giusta.
Oggi, a 26 anni appena compiuti, Jeroen Zoet si candida a diventare un osso duro da superare, anche per un mostro sacro come Cillessen. Per la gioia del CT Danny Blind, che sicuramente sarà felice di avere questi dubbi.