L’ATTESA PRIMA DELLA LIBERAZIONE
La panchina non è mai piaciuta a nessuno. Sedersi e vedere gli altri giocare, ascoltare i demoni della propria mente pronti a scaraventarti nelle più lugubri fantasie fin quando non arriva (se arriva) il tuo turno. In estate assalgono la tua fantasia i pensieri dubbiosi che fuoriescono pesanti dalla tua anima mentre, in inverno, i buoni propositi vengo gelati da quel freddo che ti penetra le ossa e in quel caso, non c’è coperta o olio di canfora che tenga. Quando l’allenatore ti chiama vuol dire che necessita del tuo aiuto in campo ed inizi a scaldarti sperando di poter entrare in partita e magari, perché no, deciderla con una prestazione super. Correndo senti che tutti quei pensieri negativi aleggianti su di te iniziano a sciogliersi assieme ai muscoli delle gambe e quando il tuo corpo riecheggia di voglia e tachicardia emozionante sei lì a bordo campo, pronto ad entrare e fare ciò che sai fare meglio : entrare per vincere, far vincere.
UNA STORIA DIVERSA ED EMOZIONANTE
Questa è la storia di un folletto chiamato Dries Mertens. Numero 14 sulle spalle, statura che non corrisponde alla sua classe immensa ed occhi vivaci come la sorte avversa. Chiamato in causa riesce a trasformare un cielo serale cupo nel più bel panorama che Napoli possa desiderare. Il suo saper muoversi in campo ricorda il valzer di farfalle colorate che disegnano traiettorie infinite in uno spazio di cielo troppo stretto per vivere tale bellezza. Mertens con il suo carattere e la sua pazienza, è riuscito a dimostrare ancora una volta che ha la vera stoffa del campione. 7 reti nelle ultime 2 partite, 4 contro il Torino e 3 contro il Cagliari, assist a non finire e sudore sulla maglia che profuma di passione e attaccamento per la compagine Napoletana. Dries sta insegnando al mondo cosa vuol dire esser campioni sfruttando al meglio ogni occasione ed il proprio momento senza mai fiatare, senza mai creare confusione in uno spogliatoio unito e compatto verso un’unica meta: quella di arrivare sempre più in alto in classifica, in altro come volano i sogni di questo ragazzo belga.
PAROLE AL MIELE
Quando persino Diego Armando Maradona ( che non è mai riuscito nell’impresa di segnare 4 gol con la casacca del Napoli in una sola partita ) usa parole dolci per descrivere questo ragazzo allora possiamo proprio dire di trovarci difronte ad un campione: “ha dribbling, sa giocare con la squadra e ha un buon tiro dalla distanza. Sarri deve impiegarlo di più.”
L’ARTE DEL SAPER ATTENDERE
A tal proposito lo psicanalista M.Masud Khan ci spiega come il saper attendere sia un qualcosa che riesce a portare risultati eccellenti, queste le sue parole : “Attendere fa parte della nature dell’uomo. Da tempo immemorabile l’uomo attende qualcuno, o con devozione attende a qualcuno: una divinità, un Dio, una persona amata(…) Gli enigmi e i paradossi dell’attesa sono fra le creazioni più nobili della mente e dell’animo dell’uomo. Tutti coloro che hanno intrapreso grandi viaggi negoziano l’attesa (…). L’attesa è l’esperienza cruciale di chiunque cerchi di costruirsi i propri strumenti per sperimentare se stesso e gli altri. L’attesa, la lunga attesa, può essere salute e può essere malattia. Colui che attende, trova. ” Sicuramente queste poche righe fanno al caso di Mertens.
..”Napoli è il posto ideale per chiunque voglia giocare ad alti livelli. È una città meravigliosa, diventata ancora più affascinante, grazie alla passione dei nostri tifosi. È un luogo incantato, dove ogni vittoria diventa un grande trionfo“. Firmato Dries Mertens, il folletto.
Emanuele Giubilei
This post was last modified on 19 Dicembre 2016
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