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Juventus-Roma : la favola dei due numeri 9

IL RUOLO DELLA PUNTA

La maggior parte dei bambini che inizia a giocare a pallone sogna di “ voler fare gol “. Con scarpini luccicanti come i sogni che tengono stretti a loro iniziano a dare calci al pallone, sperando di vedere oltrepassare quella sfera magica la riga della porta per poter dire di aver segnato festeggiando così con  gli amichetti. Deve essere davvero bello poter finalizzare l’azione, poter scaraventare in rete le aspettative del mister e di tutta la squadra che gioca solo per vederti segnare. Gioire. Sorridere.

IL FANTASMA DI EDIN

Ci sono volte in cui qualcosa non va come vorresti, come quando a tu per tu con il portiere non riesci a segnare sbagliando inesorabilmente. Il pubblico fischia e la stampa ti attacca. Hai dentro una rabbia che non coincide con le tue aspettative e, puntualmente, continui a sbagliare gol fatti partita dopo partita. Nella testa ti assalgono mille dubbi e incertezze, inizi con il fallire anche passaggi e sponde che prima erano la base dei tuoi successi. A volte serve solo il tempo per zittire le critiche e le voci che nella tua testa dicono che non sei più quello di un tempo.

UN ARGENTINO A NAPOLI 

Era un fenomeno, ogni tiro si trasformava in gol. La gente lo iniziò ad amare sin da subito per quel suo modo di lottare su ogni pallone e di spronare la squadra. Il sudore scendeva dalla sua fronte come i pensieri cattivi cercano riparo nel cuore di chi li attende, lui sorrideva ed esultava, sempre. Tutta la squadra giocava per lui affinché potesse continuare a segnare e a far sognare i propri tifosi che lo vedevano come un beniamino. Le sue maglie nei negozi andavano a ruba, tutti volevano quella 9. I bambini la indossavano anche per andare a scuola o per andare a dormire, la gente tatuava sul suo corpo le prodezze di questo atleta che sempre più, anno dopo anno, incarnava lo spirito della sua città. Una favola dal lieto fine non così scontato come sembrerebbe.

IL RITORNO DEL BOSNIACO 

Una nuova stagione ebbe inizio e se l’annata precedente era stata vissuta come un incubo con voci di mercato che lo volevano lontano, lui rimase lì. Per dimostrare ciò che l’anno prima non era riuscito a fare ed effettivamente questo avvenne. Un altro giocatore in campo e fuori. I suoi occhi avevano un qualcosa di diverso, gli occhi della tigre. Proprio così. Un ragazzo che, con lo spirito di rivalsa e sacrificio, scacciando gli spettri della stagione passata, riuscì a ritrovare se stesso a suon di gol e prestazioni positive. Una media pazzesca, simile a quella che aveva in passato. Sponde, assist, magie e tutto ciò che si può volere da una punta centrale. Finalmente è tornato e si è ripreso ciò che era suo, il centro dell’attacco. Senza discussione alcuna.

GONZALO E LA VECCHIA SIGNORA

L’inimmaginabile, questo successe. Veder passare il proprio idolo alla squadra acerrima nemica non è una cosa usuale ma, nel calcio di oggi, circolano talmente tanti soldi che tutto è possibile. Il numero 9, il giocatore che tutti i bambini amavano e che la gente considerava una bandiera venne ceduto. La reazione dei tifosi esplose in una rabbia mai vista, per le vie della città la gente bruciava le maglie con il suo nome e i bambini piangevano, disperati. La Juventus aveva preso il loro beniamino per creare una squadra che potesse vincere ancora in Italia ma soprattutto in Europa. Venne accolto dai suoi nuovi tifosi come un Re. Dopo una partenza lenta, con il solito 9 sulle spalle riprese a fare ciò che era solito fare: segnare. Maglia diversa ma spirito uguale. Quella voglia di gol, quel ruggito dopo aver segnato che sta facendo breccia nei suoi nuovi tifosi.


CONTA SOLO SEGNARE 

Juventus-Roma è anche Edin Dzeko contro Gonzalo Higuain. Queste sono semplicemente le loro storie che vanno ad intrecciarsi per poi finire sempre in una unica direzione, nel gol. Il bambino che sogna di giocare attaccante vedendo il loro modo di giocare sicuramente capirà che per riuscire in ciò che vuole deve solo crederci. Avere fiducia in se stessi come ha fatto Edin e sperare nel cambiamento come ha fatto Gonzalo. Credere sempre e comunque, perché nello sport come nella vita l’importante è fare gol ed esultare sfrenatamente.

“Il mio gol più bello? E’ quello che devo ancora segnare”
[Filippo Inzaghi]

Emanuele Giubilei

redazione

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