El Clasico tra Barcellona e Real Madrid è diventato ormai un must per gli amanti del calcio. Chi ama questo sport non può fare a meno di restare incollato alla tv, quando ad affrontarsi ci sono blaugrana e blancos. Perché questa è più, molto più, di una semplice partita.
El Clasico, da sempre, è visto come una rivalità politica. L’indipendentismo catalano contro il centralismo della capitale. Una sfida tra chi vuole riflettere di luce propria, e chi invece vuole continuare ad avere il controllo. Su tutti. Anche sui catalani.
E’, poi, oltre che un antagonismo politico, anche la rappresentazione tra due culture calcistiche completamente diverse. La raffinatezza del gioco della squadra del Re contro quello “sempliciotto” dei catalani. Convinzioni, stereotipi, mandati in fumo dagli ultimi dieci anni di regno blaugrana.
E’ la storia di sgarbi sul mercato che hanno fatto la storia di questo sport, come, ad esempio, la lotta per avere Di Stefano. Sgarbi che hanno raggiunto l’apice con il caso Figo e la testa di maiale lanciatagli al suo ritorno al Camp Nou. Fino al patto di non belligeranza: nessun giocatore andrà dal Barça al Real e viceversa, non direttamente almeno.
E’ la sfida tra i più grande fuoriclasse del mondo. Oggi, se si pensa ai più grandi giocatori della terra, si pensa a coloro che militano in queste due squadre. E anche la sfida su chi sia il più forte del pianeta riguarda i due fuoriclasse di Barça e Real. Di chi si tratta, beh, lo sapete già.
Ma è, soprattutto, il campo la sede centrale della rivalità tra questi due club. Parentesi positive per il Real, poi per il Barça, fino all’assolutismo dei blancos tra gli anni ’70 e ’80. Poi qualcosa cambia.
L’andamento dei trofei oscilla sempre più tra Catalogna e Castiglia finché, dal 2006, inizia la rivoluzione blaugrana. La Champions di Ronaldinho dopo tanti anni di magra in Europa. Il tiki taka di Guardiola e la squadra perfetta. Il Real, invece, si accontenta delle briciole, e attende per anni e anni senza arrivare alla Decima.
Sembrava che i blancos dovessero soccombere ancora per un lungo periodo alla squadra di Pep. Questo finché non arrivò Mourinho. Tra la stagione 2010/11 e l’inizio di quella successiva El Clasico si disputò per ben 7 volte. Il bilancio fu sicuramente favorevole al Barça, ma Mou aveva portata una ventata di novità. Era ormai chiaro che il Barcellona degli invincibili, non era più così invincibile.
Cambio di tendenza arrivato puntuale, ma senza Mourinho sulla panchina. Con Ancelotti prima e Zidane poi arrivano Decima e Undecima in casa Real. Nel mezzo, Scudetti vari e un Triplete per il Barça.
E’ una sfida che fa fermare tutto. Ogni volta che le magliette blu e rosse e quelle bianche invadono il campo di gioco, si blocca tutto. Quel terreno rettangolare diventa il centro del mondo.
E sabato, 3 dicembre, alle 16.15, il mondo si fermerà di nuovo. E non vede l’ora.
LE STATISTICHE E I NUMERI SUL CLASICO
This post was last modified on 3 Dicembre 2016
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