Spesso si cerca sempre di trovare il derby più emozionante: il Derby di Milano o quello di Roma? Il Derby di Manchester o quello di Madrid? Il Clasico tra Real e Barça è un Derby? Se sì è il migliore del mondo?
Tutte domande a cui chiunque può dare la propria risposta. Ma, partendo dalla premessa che tutti i derby sono emozionanti in quanto tali, uno è sicuramente il più particolare: il Superclasico de Montevideo.
La sfida tra il Club Nacional de Football e il Club Atlético Peñarol, oltre ad essere la sfida più importante di tutto l’Uruguay, è l’unico derby al mondo ad avere uno stadio dedicato; infatti, nonostante siano molte le squadre di Montevideo nel campionato uruguayano, solo in occasione del Superclasico il Nacional ed il Peñarol abbandonano la loro “casa” per trasferirsi nel ben più grande Estadio Centenario, che in genere ospita la nazionale, registrando il tutto esaurito.
L’importanza della sfida è presto detta: il Nacional ha vinto per ben 45 volte il campionato uruguayano e 3 volte la Copa Libertadores, bissando il successo continentale con la Coppa Intercontinentale in tutte e tre le occasioni (superando nell’ordine il Panathinaikos nel 1971, il Nottingham Forest nel 1980 e il PSV Eindhoven nel 1988). Non meno illustre è il palmarès del Peñarol: titolo nazionale conquistato 49 volte (in totale, i campionati uruguayani non vinti da Nacional o Peñarol sono stati 20 su 115 disputati), 5 volte campioni della Copa Libertadores e il vanto di possedere 3 Coppe Intercontinentali.
Ma che cosa divide, nel profondo, queste due squadre? Dobbiamo tornare indietro nel tempo: prima ancora dell’inizio del Novecento, il calcio uruguayano (come tutto quello sudamericano) stava vivendo un buon periodo di sviluppo, grazie soprattutto agli europei che, trasferiti per lavoro, avevano importato quell’usanza. Si tratta di marinai, commercianti, lavoratori; i club che danno il via all’AUF (Asociacion Uruguaya de Futbol) sono 4, ossia l’Albion, il CURCC (Central Uruguayan Railway Cricket Club), l’Uruguay Athletic di origini inglesi e il Deutscher Fussball Klub di origini tedesche.
Di queste quattro, il CURCC è la squadra più forte, seguita immediatamente dopo dall’Albion. Tuttavia, dopo anni di contrasti interni, l’Albion si divide: alcuni soci fondano l’Uruguay Athletic Club, che nel 1899 si fonde con il Montevideo Football Club, una nuova società, creando così la prima squadra composta esclusivamente da creoli uruguayani; è la prima squadra del Sudamerica a “liberarsi” dalla presenza europea e si chiama Nacional de Montevideo, a indicare la vocazione etno-nazionale.
Mentre le altre squadre storiche vanno via via sfaldandosi, il CURCC rimane stabile per una quindicina d’anni: la fase successiva alla guerra civile uruguayana fu infatti molto complessa; nel 1907 il nuovo proprietario del club Bayne rifiutò di essere il presidente; nel 1908 si ritirò dal campionato, scatenando le ire dei tifosi, che diedero fuoco ad alcuni vagoni destinati al trasporto dei tifosi ospiti. Solo nel 1913 poterono entrare nel club anche persone che non erano impiegati delle ferrovie, come invece prevedeva il precedente statuto; nel marzo dell’anno dopo la società cambio anche il proprio nome, da CURCC in Peñarol, ossia il quartiere dove il club aveva base.
La rivalità dai due club è incredibile, le squadre sono spesso state definite “Irreconciliabili nemici di tutte le epoche” , a sottolineare quanto viscerale sia la passione per le due squadre. Addirittura, pur di sottrarre un primato all’altro, si è disposti a fare follie: basti pensare che il Peñarol possedeva il particolare primato dello striscione più lungo del mondo, una bandiera di 306 metri di lunghezza e 46 metri d’altezza, capace di coprire tutta la curva del Centenario.
Il Nacional, non contento del fatto che i rivali potessero forgiarsi di un tale prestigio, lavorarono notte e giorno per arrivare a un risultato finale incredibile: 600 metri di lunghezza e 50 di altezza, che ne fanno a tutti gli effetti “lo striscione più grande del mondo”; dal peso di 5000 chili, lo striscione deve essere trasportato da 400 persone.
Nonostante la divisione tra creoli e filo-europei (tra l’altro, il quartiere Peñarol prende il nome dal comune italiano di Pinerolo, dal quale partì il fondatore dello stesso barrio di Montevideo), tra striscioni, tra palmarès e tra tifosi (in testa c’è ancora il Peñarol), la sfida è sempre apertissima.
Il Superclasico che si disputerà domani alle ore 21, sarà il numero 527, una cifra eccezionale. In testa con 184 vittorie c’è il Peñarol, seguito a 174 dal Nacional. Ben 168 i pareggi, a sottolineare quanto la sfida sia tirata; l’ultimo Superclasico, disputato il 15 Maggio 2016, ha visto una vera e propria battaglia.
In testa con un gol su rigore di Diego Polenta, ex-Genoa ed ex-Bari, il Nacional è stato raggiunto dal gol di Matias Aguirregaray (un brevissimo trascorso al Palermo potrebbe riportarlo alla mente). 5 minuti dopo, però, il Nacional torna in vantaggio grazie a un secondo calcio di rigore, realizzato nuovamente da Polenta. Tuttavia, al 92°, scatenando l’ira dei tifosi del Nacional, Marcel Novick ha realizzato il gol del definitivo 2-2, divenendo un eroe per i tifosi Aurinegros (così chiamati per i colori del club, il giallo-nero).
Il derby di domani vede però il Peñarol largamente sfavorito: non solo il Nacional guida, infatti, la classifica grazie ai gol di Sebastian Fernandez e alle magie del 22enne Kevin Ramirez, ma inoltre il Peñarol sta vivendo una stagione un po’ anonima. Nono posto, 10 punti di ritardo, e gol che arriva raramente, soprattutto da Arias Junior che nonostante le ottime premesse non riesce a esplodere definitivamente.
Chi si aggiudicherà il Superclasico? Il Nacional, che così volerà verso l’ennesima stagione al vertice, annientando i rivali? Oppure il Peñarol, mettendo in cascina la vittoria numero 185 e ritrovando i giusti stimoli? Al campo l’ardua sentenza.
This post was last modified on 26 Novembre 2016
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