Le indossiamo tutti i giorni. Ce ne sono di vari modelli e mille colori. Perché non paragonarle alle partite di Serie A? Tra l’altro i calciatori ne usano di vari modelli. E di mille colori…
Udinese – Napoli: mocassino. Il mocassino è tattico. Proprio come la partita nel primo tempo. Le squadre si studiano, si rispettano e non si fanno male. Poi nel secondo passano due minuti e Insigne finalmente si sblocca (subito dopo prende anche una traversa). Passano 10′ minuti e lo “scugnizzo” raddoppia. Non segnava da aprile scorso. Inutile il gol di Perica appena entrato subito dopo la seconda rete del fantasista napoletano. Elegante partita comunque, piacevole. Non sottovalutiamo questa Udinese che con Del Neri ha trovato un buon equilibrio, potrebbe essere una rivelazione.
Juventus – Pescara: pantifone. Qunato sono comode le babbucce. Semplici, comode, confortevoli e calde. Poi quando prendono anche bene la forma del piede è una meraviglia. Così la Juve con comodità liquida il Pescara con un netto 3-0. Apre le marcature Khedira, le chiudono Mandzukic ed Hernanes. Subito però la squadra abruzzese tiene bene il campo. La Juve deve un attimo prendere “la forma” del Pescara, però tiene sempre in mano il pallino del gioco e non rischia praticamente mai. Nonostante il turnover e il rientro dalla sosta nazionali. Solita Juve insomma, nessuna sorpresa. vince con la consueta comodità, stessa comodità delle ciabatte.
Atalanta – Roma: ballerine. Scarpe che non passano mai di moda. Possono piacere o no, ma sul mercato questo modello ci sarà sempre. Si abbinano ad un abbigliamento casual perlopiù.
La partita della Roma è altalenante, piaccia o no: a volte belle giocate, a volte prova a gestire con scarsissimi risultati. Fino al rigore trasformato da Perotti al 40′ (FREDDISSIMO batte Berisha) la partita aveva regalato poco o niente, anche se c’è da dire che la Roma ha avuto le occasioni per chiudere in vantaggio di più di un gol il primo tempo. La partita si vivacizza nel secondo tempo. L’Atalanta pareggia al 63 con Caldara in modo casual. Rimpallo sul giocatore e palla che beffardamente si insacca alle spalle dell’estremo difensore giallorosso. Dopo la partita si accende e diventa entusiasmante, di stampo prevalentemente atalantino. La Roma subisce, l’Atalanta gioca sulle punte e prova più volte a segnare. Colpisce un palo e ha una paio di occasioni da rete che non riesce a capitalizzare. Poi ingenuità di Paredes che concede un rigore all’atalanta al 46: Gomez “danza” sul palloKessie trasforma spiazzando Szczęsny. Vittoria meritata dai nerazzurri.
Empoli – Fiorentina: doposci. La cosa più difficile da fare per indossare i doposcì è trovare la forza, dopo una giornata intera a sciare, di togliersi sci e relativi scarponi e infilarsi i Moon boot. Poi però, una volta messi, che comodità. Quasi orgasmica. Il derby dell’Arno è vinto in scioltezza dalla Fiorentina. L’unica difficoltà è all’inizio, quando Maccarone ha una buona occasione per portare in vantaggio i suoi. Poi però i Viola giocano bene e Bernardeschi la sblocca al 27 del primo tempo approfittando del vantaggio concesso dall’arbitro Massa (sarebbe stato rigore per fallo di Skorupski su Kalinic) per spingere il pallone in porta. Poi il rigore arriva davvero nel secondo tempo e Ilicic lo trasforma al 2 minuto della ripresa. L’empoli si spegne definitivamente al 16 del secondo tempo con la bordata di Bernardeschi che fa doppietta e 0-3. Prestazione fantastica la sua sotto gli occhi di un vecchio idolo viola come Antognoni. Al 22′ arriva anche la doppietta di Ilicic e il 4-0. Passivo pesantissimo. Fiorentina che vince comoda comoda, senza difficoltà.
Lazio – Genoa: scarpe antinfortunistiche. Servono per evitare infortuni, appunto. La Lazio oggi aveva una partita complicata, contro una squadra ostica. Riesce però a evitare passi falsi e portarsi terza in classifica, in attesa del big match del Milan stasera, impegnato nel derby. Felipe Anderson la sblocca subito. Poi il Genoa pareggia. Ma a cosa servono le infortunistiche? A evitare incidenti. È così è: la Lazio pochi minuti dopo torna in vantaggio con il rigore di Biglia e poi fissa il definitivo 3-1 con il primo gol in Serie A di Wallace. 3 gol, 3 punti e 3 posto in classifica.
Milan – Inter: scarpe da ginnastica. C’è da correre. Sto derby parte a ritmi alti: l’Inter pressa il Milan sul primo possesso e commette falli per evitare le ripartenza quando è sbilanciata. Molto meglio i nerazzurri nel primi tempo: i nerazzurri hanno 2-3 buone occasioni per perforare Donnarumma. Il Milan pensa più a difendersi con ordine che a ripartire efficacemente. Però si sa, il calcio è strano (“Beppe” cit.). Sul finire della prima frazione le squadre si allungano e succede l’episodio: l’Inter attacca e il Milan, al primo tiro veramente pericolo in porta, passa in vantaggio con un grandissimo gol di Suso: tiro a girò sul secondo palo dalla destra, gol “alla Suso”. Che piedino ragazzi. Stessa cosa nel secondo tempo: il Milan parte forte ma a segnare è Candreva da fuori area con un bellissimo destro che non lascia scampo a Gigio. Le squadre comunque corrono e i ritmi sono alti per tutta la durata della partita. Ed è così anche nel caso del raddoppio di Suso. L’Inter prima aveva avuto una buona occasione con Joao Mario, ma sul ribaltamento di fronte Suso riesce a fare doppietta dopo un grande passaggio di Bacca smarcante. Chissà se tornerà a casa a piedi lo spagnolo: l’8 milanista aveva detto che in caso di doppietta avrebbe camminato dallo stadio a casa sua. Serve un bel paio di scarpe da ginnastica in quel caso… Sembra finita, ma quando meno te lo aspetti, al 47 del secondo tempo Perisic, dopo aver sprecato tantissimo, riesce a buttarla dentro sulla sponda di Murillo da calcio d’angolo. Un bel derby comunque.
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