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Il derby: Milan-Inter e quel passato che crea aspettative

È curioso vedere come la parola derby, nel calcio, susciti sempre qualche emozione ed aspettativa in più. Si sa, nei derby a far la differenza è l’atmosfera. A renderle partite speciali, è il tremore delle gambe nei giocatori che può sfociare in grinta e talento, o in paura e inibizione. Nei derby non si sa mai cosa aspettarcisi e quest’imprevedibilità li ha resi match sicuramente da seguire incollati sullo schermo. Se a derby poi, si aggiunge “della madonnina”, ecco che l’emozione e le aspettative spiccano a quote inaudite.

In cento e spicci anni di storia a testa, queste due squadre hanno in effetti mostrato al mondo alcune perle di partite. Che si aggregano a quella fantastica collana quale è il calcio e ne accrescono di conseguenza la bellezza della stessa; e che dimostrano anche, che il calcio è emozione pura iniettata nelle vene.

I migliori derby della storia

Dei 216 derby giocati, alcuni sono stati palcoscenici di partite avvincenti, spettacolari e in grado di provocare potenti attacchi d’aritmia in chiunque ve ne assistesse. Perché di aritmia, se nel novembre del 1949 non c’è morto nessuno poco ci è mancato. Quell’anno il derby vide giusto undici “soli” gol in una sola partita. Sei a cinque per l’Inter – e no, non fu una partita di calcetto. “Difese senza ombrello” scrissero i giornali, ironizzando la cosa. In un calcio dove comunque di gol se segnavano tanti a prescindere; quell’anno il Milan complessivamente ne segnò 118 e l’Inter 99 in una sola stagione. Arrivando rispettivamente seconda e terza.

Articolo uscito in occasione della pioggia di gol nel derby del 1949

Prima, invece, arrivò l’Inter nel 1965. La grande Inter di Herrera capace di trionfare sempre e dovunque. Anche in quel famoso derby di Marzo dove i nerazzurri tinsero dei loro colori San Siro offrendo al mondo intero uno spettacolo ricco di gol. Un 5 a 2 a favore della sponda nerazzurra. Che poteva contare su Mazzola, Facchetti, Corsi e Suarez, per dirne solo alcuni. Rivela, Altafini, Trapattoni, i diavoli di cui invece, faceva leva il Milan al comando di Liedholm. Diavoli, dovutisi comunque arrendere ai gol di Mazzola, Corso, Domenighini e Jair. Dei rossoneri rispose Amarildo con una doppietta utile quanto lavare la macchina prima di un temporale, in termine di risultato. Fiore di primavera il gol di Mazzola che dal limite dell’area scarta un difensore e poi piazza alle spalle di Barluzzi.

Sempre Mazzola, due anni prima, nel ’63, metteva in scena quello che sarà tutt’oggi il gol più veloce della storia di un derby; con in sovrimpressione nello schermo l’1-0 dopo soli tredici secondi. Un Mazzola lesto ad entrare nella storia e lesto nel voler vincere quella partita. Nella storia ci è difatti entrato immediatamente, ma di vincere poi non se ne parlò più quel giorno. Per nessuna delle due squadre. Il Milan riuscì a pareggiare ma il pareggio non tolse affatto valore alla partita. Entrata nella storia per quel Sandro Mazzola che diede giusto giusto il tempo di sintonizzare la tv, prima di gonfiare la rete.

Dopo gli anni ’80

Rosa Milan 1988-1989

Nella stagione 87-88 il Milan tentava di portarsi a casa un titolo che l’anno prima il Napoli di Maradona s’era portato nelle sue terre partenopee. La ventisettesima giornata vide sfidarsi i due club milanesi e trionfare i rossoneri che quell’anno si erano accaparrati talenti inopinabili come Gullit e Van Basten, orchestrati da un Sacchi che gestiva uno dei più grandi Milan di sempre, se non il più grande. Tra le fila di Milanello, spiccavano i nomi dei due già citati olandesi, Gullit e Van Basten, di Carlo Ancelotti, Paolo Maldini, Donadoni, Costacurta, Tassotti, e basta sennò casca la lacrimuccia. Batterono 2 a 0 l’Inter di Trapattoni, gol di Gullit e Virdis. Vinsero pure lo scudetto battendo alla penultima giornata proprio il Napoli di Maradona e scavalcandoli, come si suol dire, per il rotto della cuffia.

Nel 1998 invece all’Inter giocava un certo Ronaldo, detto: fenomeno, che contro il Milan si dimostrò tale pure quell’anno, precisamente il 22 di marzo, quando assieme al “Cholo” Simeone – autore di una doppietta – siglavano un 3 a 0 a sfavore dei cugini. Un risultato che rispecchiò a pieno l’andamento della stagione delle due società. Il Milan visse una delle sue peggiori annate che si concluse con un 10° posto , e l’Inter invece, navigò sempre nei vertici alti della classifica sino a concludere la stagione con un secondo posto, alle spalle della Juventus. Il gol di Ronaldo, su assist fantastico di Moreiro, valse, ai tempi, da solo il prezzo del biglietto. In quella partita San Siro si vide calpestato da giocatori poi divenuti leggende, come quelli di Zanetti, West, Djorkaeff per l’Inter; Maldini, Desailly, Albertini, Kluivert, Weah per il Milan. Altre gradazioni di calcio rispetto ad oggi, coi nomi alla mano.

Dal duemila in poi

Tabellone nel derby del 2001

Messosi quindi alle spalle il millennio, impossibile non parlare del 6 a 0 del Milan nella stagione 2000-2001. Nella quale entrambe le squadre fecero un campionato così così e che ambedue agguantarono, alla fine dei giochi, la qualificazione per la coppa Uefa e basta. Quel derby pareva dovesse essere uno dei più anonimi della storia ed invece poi si concluse con un rocambolesco risultato, storico. Con in panchina Cesare Maldini ed in campo il figlio Paolo – derby famoso anche per questo evento; timbrarono il cartellino Comandini, Shevchenko, Giunti e Serginho. Lo stadio perse le sue tinte nerazzurre prima della fine del match coi tifosi che avviliti abbandonarono i loro beniamini, vagabondi e confusi per il campo. Mentre i diavoli vincevano quello che fu il derby con più scarto di reti tra le due squadre giocato in campionato.

Di una sola unità fu invece la differenza reti nel derby dell’ottobre del 2006. L’Inter vinse 4 a 3 un match entusiasmante. C’era Mancini a gestire la scacchiera, che tra le pedine teneva non un Re ma un futuro Dio: Zlatan Ibrahimovic; non due cavalli ma Maicon e Grosso, e niente alfieri in favore di Zanetti e Stankovic. Quel Mancini se la passò decisamente meglio rispetto a quello dell’anno scorso, ed i risultati non mancarono ai tempi, tanto meno in quel derby. Al primo tempo difatti si portano avanti 2 a 0 i nerazzuri; con le reti di Crespo e Stankovic. I rossoneri rientrano dagli spogliatoi e si videro subito battuti un’altra volta dall’ancora giovane Zlatan, subito al 2′. Seedorf rispose al 5′ ma Materazzi fece il 4 a 1 al 23′. A giochi chiusi fecero la loro comparsa rendendo meno aspro il risultato finale Gilardino e Kakà. Segnando al 31′ e al 46′ ma senza comunque riuscire a pareggiare le firme sul cartellino dei marcatori dei nerazzurri. Quello fu il secondo anno dove l’Inter vinse consecutivamente lo scudetto e a cui seguirono altri anni di vittorie, sino all’apice della stagione 2009-2010.

Proprio nel 2009-2010 infatti, alla seconda giornata di campionato, l’Inter mise subito in chiaro come sarebbero andate le cose quell’anno. Vincendo 4 a 0 un derby che vedeva sfidarsi Mourinho e la sua l’Inter contro Leonardo e il suo Milan. Una netta vittoria, per i nerazzurri, che porta la firma di Thiago Motta, il “Principe” Milito e Maicon, nei primi 45′, e Stankovic nella ripresa. Nel ritorno, lo stesso anno, la schiera di Mourinho riuscì addirittura nell’ardimentosa impresa di vincere 2 a 0 con due uomini in meno. Capitoli di un anno che è storia per i tifosi nerazzurri e pure per il calcio in generale, con la conquista del triplete da parte della società di Moratti. C’era Sneijder a inventare traiettorie ancora sconosciute agli umani, Milito in grado di segnare anche ad occhi chiusi e Lucio e Samuel che per quant’erano enormi lì in campo, eclissavano pure il sole. Mentre il Milan, arrivato poi terzo, espletava gente del calibro di Thiago Silva, Ronaldinho che si divertiva tra un tunnel e l’altro, e Pato, a cui bastava un soffio di vento per influenzarsi ma che quando stava bene lo superava in velocità, al vento.


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Alte aspettative

Questo è un excursus di derby che oggi abbiamo voluto prendere in considerazione a spiegazione del perché, quando a sfidarsi sono Milan e Inter, ci si aspetta sempre un po’ di più. Ci hanno abituati a grandi cose ed è normale che adesso grandi cose ci aspettiamo da loro. E anche se i nomi di oggi in campo non raggiungo minimamente – ma col tempo dalla loro – in fama e rendimento in gioco i tantissimi nomi ripescati in questo articolo, si tratta comunque d’un derby. Se Mazzola è riuscito in tredici secondi a scrivere la storia in n derby, allora è pur lecito pensare e sperare che 90 minuti siano abbastanza per tutti; almeno tutti quelli che vestono quelle maglie in questa sfida storica. A casa di entrambe e con tutti gli occhi puntati addosso. Perché sì, è tempo di derby signori.

redazione

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