Difficile decifrare una creatura cosi complessa come l’essere umano, non soltanto nella sua componente anatomica. Nel teatro della vita, dove l’uomo mette in scena il suo spettacolo indossando di volta in volta maschere diverse a seconda della situazione richiesta, si susseguono eventi tra i più disparati possibili. C’è un momento però, quando sono le difficoltà a prendere il sopravvento, dove la maschera riflette qualità che l’essere umano non credeva di possedere fino a qualche momento prima: sembra quasi che nelle avversità questa creatura trovi il suo habitat naturale, tirando fuori un patrimonio enorme di capacità che gli consentono di battagliare, cadere, rialzarsi e fortificarsi.
Questo discorso, che coinvolge la vita di ogni individuo durante il percorso di crescita e maturazione, trova risvolti coloratissimi nel mondo del calcio: quante volte abbiamo visto salire nell’Olimpo un giocatore per poi ritrovarlo sulla terraferma poco tempo dopo? E quante volte, dopo questo percorso di ascesa-discesa, qualcuno è riuscito a rialzarsi? Se ci concentriamo attentamente sul campionato spagnolo, meta del nostro viaggio settimanale, possiamo notare come un protagonista assoluto lo faccia da padrone: Kevin Prince Boateng ed il suo Las Palmas.
LA SQUADRA – Merita un plauso l’attuale cammino del club di Las Palmas, a soli 3 punti dalla zona Europa e con prestazioni che hanno spesso divertito gli addetti ai lavori. Il merito è anche dell’allenatore Quique Setièn che sta trovando la giusta quadratura tra gli uomini a sua disposizione, potendo contare di giovani talenti e veterani desiderosi di rimettersi in vetrina. D’altronde, la squadra ha sempre annoverato tra le sue file calciatori di spessore che hanno rivestito ruoli centrali nelle loro nazionali di appartenenza, Spagna e Argentina su tutte. Anche la storia calcistica, per quanto priva di successi, ha saputo dire la sua: il club ha infatti conquistato un terzo posto nel 1967/68 (miglior risultato di sempre ne la Liga), partecipato per ben tre volte alla coppa UEFA e visto sfumare una coppa del Re soltanto in finale, a causa della sconfitta inflitta dal Barcellona nella stagione 1977/78.
IL PERSONAGGIO –
Nel frattempo il Boa, cosi chiamato dai suoi tifosi, cresce anno dopo anno, affina la sua tecnica e con la sua grinta (forse studiata dal modello Gattuso) trascina i rossoneri a suon di gol spettacolari – celebre la rete in Champions contro il Barcellona – e prestazioni da condottiero e leader, come la surreale trasferta di Lecce che lo vedrà protagonista con una tripletta, dopo esser subentrato nel secondo tempo sul risultato di 3 a 0 per i padroni di casa. Kevin, in quel momento, si prende il diavolo sulle spalle e lo trascina in Paradiso. Dopo altre annate in rossonero, il giocatore decide di cambiare aria per trasferirsi in Germania, segnando però un’inaspettata discesa in un percorso che lo aveva visto salire, tappa dopo tappa, in cima alla vetta. Neanche il ritorno al Milan della scorsa stagione gli consentirà di rialzarsi , tanto che, in un’intervista al giornale francese “El Pais”, dichiarerà “Ho pensato anche di lasciare il calcio. Avevo perso l’amore per questo gioco, vedevo gli altri solo come persone con un numero sulla schiena. Non avevo più voglia di allenarmi …” .
Ma
This post was last modified on 21 Novembre 2016
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