Ultimo aggiornamento 8 Novembre 2016 19:38 di
Non è mai bello essere il fanalino di coda del campionato: il clima attorno la squadra è più pesante, le responsabilità raddoppiano e il timore di non sbagliare e fare passi falsi potrebbe spesso prendere il sopravvento e finire per avere la meglio, segnando cosi il destino di un club. Quando si è ultimi ogni gara viene vissuta come se fosse una finale e tutto diventa più difficile, spesso anche le situazioni di gioco di facile lettura si trasformano in dei teoremi incomprensibili. Ecco che allora il supporto dei tifosi diventa indispensabile, come se fosse un antidoto contro una temibile malattia che si presenta imperterrita, domenica dopo domenica: c’è bisogno di un ambiente intero per oltrepassare gli ostacoli, non bastano soltanto 11 uomini.
Tutto questo il Granada lo sa bene, appaiato al ventesimo posto de la Liga, con soli 4 punti all’attivo dopo 11 giornate, e chiamato già al miracolo sportivo: recuperare lo svantaggio che lo separa dalla zona salvezza. Sarà proprio la squadra spagnola, gestita fino a Maggio 2016 dalla famiglia Pozzo, la protagonista della nostra rubrica odierna, accompagnata da un calciatore di sicura esperienza, Guillermo Ochoa.
LA SQUADRA – La storia del club di Granada è un continuo saliscendi, vissuta sempre in bilico fra la Segunda e Primera Division. Da sottolineare in rosso sono gli anni 1972 e 1974: sesta posizione in classifica e miglior piazzamento di sempre nella “piccola” storia della squadra. Ancora più eclatante diventa il peso di queste imprese se si considera che, in quelle stagioni, il nickname della compagine spagnola sarà “ammazzagiganti”, grazie alle incredibili vittorie su formazioni molto più quotate (Real Madrid, Barcellona, Athletic Bilbao per citarne alcune). Oggi la rosa di Lucas Alcaraz, che vanta elementi dal trascorso italiano come Gaston Silva, Gabriel Silva e l’attaccante Ezequiel Ponce – in prestito dalla Roma- ha obiettivi ben diversi ed è già chiamata ad un’ardua impresa: centrare la salvezza e continuare il viaggio nel vagone di prima classe. Riuscirà nell’intento?
IL PERSONAGGIO – Il trentunenne portiere messicano, Guillermo Ochoa, è il giocatore con più esperienza della squadra. Il suo curriculum è di tutto rispetto: dopo gli esordi e i trionfi in Messico nel Club Amèrica viene inserito nella lista per il Pallone d’oro del 2007. Il calcio europeo però è tutta un’altra storia e, nel 2011, Ochoa, soprannominato Il Maestro, decide di confrontarsi con una nuova realtà difendendo i pali dell’Ajaccio prima e del Malaga poi. Le magie più belle saranno però quelle che lo vedranno protagonista con la maglia della sua nazionale, dove si metterà in mostra nei mondiali in Sudafrica del 2010 e soprattutto nell’edizione brasiliana del 2014. Proprio in questa competizione, precisamente nella gara contro il Brasile, Guillermo risulterà decisivo per alcuni suoi interventi salva risultato, come il miracoloso colpo di reni sul colpo di testa a botta sicura di Neymar. Quell’episodio fu particolarmente celebre e spettacolare tanto che si diffuse in rete un’immagine delle mani del portiere con 6 dita, a sottolineare la prodezza balistica del gesto.