Ultimo aggiornamento 7 Novembre 2016 10:00 di
Le donne e il calcio, un binomio apparentemente molto distante. Per far conciliare mondo del pallone e universo femminile abbiamo deciso che questa volta paragoniamo le partite di Serie A del dodicesimo turno a delle tipologie di donne. Vediamo un po’…
Napoli – Lazio: la 2000 in discoteca. Sappiamo tutti cosa succede il sabato sera in discoteca. Questa partita è un po’ come le ragazze che a ballare sono molto “aperte”. È una partita aperta, esatto. Forse questo è l’aggettivo giusto. Aperta a ogni risultato, perché appena c’è un’occasione da una parte ce n’è subito una anche per l’altra squadra. E così è anche nel caso dei gol. Rete da una parte di Hamsik, palla al centro e gol dall’altra parte di Keita (che paperella Reina). Poi le squadre non stanno tanto con le mani in mano, continuano a fioccare le occasioni. La ragazza non spreca troppo tempo con un solo “boy” ma va alla ricerca di tanti bei maschioni da far cadere ai suoi piedi. Però alla fine è un pareggio inutile per le due squadre, ma ottimo per quelle davanti in classifica che possono allungare. Tra i due litiganti per la tipa, alla fine, il terzo incomodo gode.
Palermo – Milan: la paranoica. La tipica ragazza suuuuuper agitata prima di un appuntamento. “Starò bene vestita così? gli piacerò? ma cosa dovrò dire? e se faccio figuracce?”….insicura come il portiere del Palermo nell’uscita che ha favorito il gol del Milan. La prendo? Ma se mi scappa? Taaaac, frittata. Anche ostacolato dal suo compagno. Poi tanti errori. I rosanero non escono dal match, nel primo tempo possono fare contropiedi micidiali ma non sono mai abbastanza veloci. Come se avessero delle perplessità interiori. Poi nel secondo tempo è esattamente l’opposto e i rosanero pareggiano con merito, perché il Milan era praticamente sparito dal campo: cosa faccio? Gestisco o chiudo il match? Nel dubbio milanese Nestorovski pareggia. Poi il portiere rosanero riscatta l’errore e si mostra sicurissimo per tre volte contro Suso, prima su punizione con deviazione e poi su un mancino diretto sotto la traversa fortissimo che l’estremo difensore alza in angolo e poi di nuovo sul destro dello spagnolo con Posavec che devia in corner. Da quel corner il deciso Lapadula entrato per il paranoico Bacca la butta dentro di tacco e fa 1-2, primo gol in A e forse taboo della 9 del Milan sfatato (ricordiamo che negli anni prima chi indossava la 9 rossonera segnava il primo gol contro l’Empoli e dopo 6 mesi lasciava Milanello, vedi Torres Destro e la vicenda Luiz Adriano).
Chievo – Juventus: la misteriosa. Parte strana (Juve non subito aggressiva forse scossa dall’infortunio di Barzagli) ma poi prende campo e diventa via via più pericolosa. Come una donna “misteriosa”: quando la vedi sta sulle sue, magari accenna a sorrisini ambigui, poi le vai a parlare e scopri che è simpatica, carina ed è piacevole chiccherarci insieme. La Juve parte piano, ma poi è una bomba Infatti va avanti con Mandzukic e sembra in controllo. Sembra, perché per una distrazione di Lichtsteiner il Chievo su rigore pareggia con Pellissier. Poi però Pjanic su punizione si riprende ciò che San Siro gli aveva tolto e segna il definitivo 2-1. Date a Cesare quel che è di Cesare, date a Pjanic quel che è di Pjanic. Dopo la partita continua ad essere perlopiù di stampo bianconero. Una Juve misteriosa risulta molto intrigante. È sempre vincente.
Inter – Crotone: la mamma.  Tutte le mamme lasciano sfogare i propri bimbi, li lasciano giocare insieme tenendoli però sempre sotto controllo. L’Inter controlla il Crotone, che non è praticamente mai pericoloso. La mamma controlla, controlla e quando deve punire punisce. Certo, forse questa Inter avrebbe dovuto punire prima i calabresi, ma alla fine i 3 punti sono comunque in sacca. 3 sberle ai bambini capricciosi nel finale riescono a mandare in pausa nazionali i nerazzurri con meno penso sulla coscienza. Si vede che è una mamma alle prime armi, forse al primo figlio. La mamma Inter ha ancora tanto da imparare per quanto riguarda l’educazione dei pargoli, ma 3 sgridate sono un bel vedere. Speriamo che i nerazzurri diventino una bella milf…
Fiorentina – Sampdoria: la ragazza della porta accanto. Quella che ama quello che ami tu (entrambe giocano bene a calcio e giocano a specchio). Praticamente la ragazza della porta accanto è il tuo alter ego. Con un po’ di fantasia possiamo dire che anche viola e blucerchiati sono simili, sebben molto diversi: entrambe le formazioni fanno grande pressing, entrambe sbagliano. La Viola attacca ma la Samp si difende bene, compatta e ha le sue occasioni. È bella la ragazza della porta accanto, è la tua donna. La partita è avvincente e forse l’1-1 è il risultato giusto. Al primo bacio viola di Bernardeschi risponde la carezza di Muriel, nettamente il migliore dei suoi. La ragazza della porta accanto è quella immaginaria, che non esiste. Grazie a Dio però esiste il calcio che regala emozioni. Bel match.
Roma – Bologna: la bella ma stupida. Eh sì perchè la partita è bella e avvincente. Soprattutto la Roma è molto molto bella. Parte un po’ così così, ma poi, quando prende campo e comincia a giocare come sa, è proprio un bel vedere. Salah segna con deviazione decisiva e tanta fortuna nel primo tempo. Poi la chiude nel secondo tempo con altri due gol, uno al 17′ infilando la difesa rossoblù su una gran palla di Strootman e uno al 26′ con tap-in dopo la respinta di Da Costa sul tiro di Dzeko. Bella ma stupida. Perchè la Roma ha la pecca di non approfittare di molte palle gol create nei primi 45 e prima del raddoppio, permettendo al Bologna di rimanere sempre e comunque in partita. Poi dopo il 3-0 è chiaro che la Roma si mette in gestione partita. Però ha ancora di quelle amnesie difensive da far paura e su cui Spalletti deve lavorare tanto.