Un mese fa Balotelli ha dichiarato di ambire a vincere il Pallone d’Oro e che per raggiungere il suo obiettivo gli occorrerebbero due, al massimo tre anni. Volendo andargli parecchio incontro e restringendo – non senza mancare di rispetto ai vari Iniesta, Neymar, Buffon, Aguero, Ibrahimovic – di molto la rosa degli altri giocatori che, forse un tantino più legittimamente di lui, coltivano il medesimo sogno, non restano che i vincitori delle ultime otto edizioni del più importante premio calcistico individuale: Messi e Cristiano Ronaldo (5 vittorie contro 3).
L’inizio di stagione con il Nizza è stato talmente folgorante che rischia di colorare di serietà un’ambizione a dir poco tracotante. Si sa, un attaccante viene giudicato dai gol che segna; ebbene, per quanto possa apparire paradossale, Mario Balotelli ad oggi ha una media realizzativa superiore a quelle di Messi e Cristiano Ronaldo, appunto i suoi più diretti avversari nella corsa al prestigioso trofeo. Infatti, in base alle statistiche relative ai soli campionati, Mario, con 6 reti in 5 presenze, batte sia Leo (7 in 8) che Cristiano (5 in 7): 1,2 contro 0,8 e 0,7. E pensare che CR7 per provare a tenere il passo di Balotelli è dovuto ricorrere ad una tripletta, sabato contro l’Alaves, altrimenti già staremmo parlando di una corsa a due.
Naturalmente con le parole che precedono vogliamo solo stare al gioco lanciato da Mario, perché un’eventuale conquista del Pallone d’Oro rifugge da ogni aggancio alla realtà, tanto più che non appare difficile prevedere che presto il duopolio di cui sopra riaffermerà la sua potenza anche nelle statistiche in campionato. Cionondimeno, va preso atto che al di là delle dichiarazioni, Balotelli sta facendo bene. Senza alcun dubbio. Sembra davvero una rinascita, quella che sta vivendo a Nizza, testimoniata più che dai gol dalle esultanze che ne seguono. Sì, udite udite, Mario adesso esulta e sorride! Quante volte lo abbiamo visto prodursi in concessioni alla spontaneità? Quasi mai. Nemmeno la doppietta nella semifinale contro la Germania ad Euro 2012, ad oggi il punto più alto della sua carriera, riuscì a sottrarlo al divismo zavorrante.
Ma forse all’epoca era ingessato proprio dalla reale, nonché malriposta, convinzione di essere un numero uno, e la gestualità era perfettamente intonata alla spavalderia dialettica. Ecco, oggi la convinzione di essere il migliore è riservata alle sole dichiarazioni ad effetto, mentre in campo Mario sembra aver finalmente compreso di essere un giocatore normale, un giocatore che sorride ed esulta per un gol. Inoltre, partecipa maggiormente al gioco, non si limita solo a concludere. Nell’ultima sfida di campionato contro il Nantes c’è il suo zampino in ben tre dei quattro gol segnati dal Nizza, che, alla sesta vittoria consecutiva, mantiene sei punti di vantaggio sulle inseguitrici Monaco e, soprattutto, Psg. Non c’è dubbio, il primato sorprendente della squadra della Costa Azzurra è anche merito della riconciliazione tra Balotelli e il piacere di giocare a calcio, semplicemente, e l’alleanza tra normalità e spontaneità che ne è derivata potrebbe riaprire a Mario le porte della nazionale, dove potrebbe dare il suo contributo e rendersi utile. Come tutti gli altri.
Luigi Fattore
This post was last modified on 31 Ottobre 2016
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