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Se le partite di Serie A fossero…dei giorni della settimana!

Che tragedia il lunedì, quando ricomincia il lavoro, la scuola o chicchessia dopo il weekend. Poi c’è il martedì, siamo solo al secondo giorno. Con mercoledì siamo già a metà settimana o siamo solo a metà settimana? dipende dai punti di vista. Il giovedì si pregusta aria di fine settimana.Poi finalmente venerdì e il weekend alle porte. Sabato di sballo e domenica, beh domenica giorno del Signore…e di Serie A. Vi starete chiedendo: dove vuole arrivare con sta lagna? Beh, per voi lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato e domenica sono solo dei giorni di qualsiasi settimana. E infatti è così. Ma questa volta, questi 7 dì, li abbiamo fatti diventare delle partite di Serie A.

Napoli – Roma: venerdì. Profumo di weekend nell’aria. In ufficio c’è sì stanchezza dopo una settimana intensa di lavoro, ma c’è  anche la consapevolezza che la sera si festeggia e il giorno dopo si sta a letto fino a quanto si vuole (o quanto si può). Oppure a fine venerdì si fanno su baracca e burattini e si parte per il mare o la montagna, a seconda dei gusti e della stagione. In campo al San Paolo c’è caldo e lo si soffre, ma la partita è bellissima e i ritmi sono alti per tutta la durata del match. Due belle squadre messe bene in campo dai mister toscani.
Quando sembra che le squadre a fine primo tempo aspettino solo il fischio finale (la pausa pranzo del venerdì) ecco la scintilla. Il Napoli stacca dal lavoro per la pausa pranzo, mentre la Roma fa orario continuato per potersi liberare prima: ed ecco che Dzeko, su errore di Koulibaly che si fa scippare palla da Salah, realizza un “rigore in movimento”. 1-0 e fine primo tempo. Quando si riprende, il Napoli ha un po’ l’abbiocco post-pranzo, mentre la Roma stacanovista rientra e dopo 9′ si porta sul 2-0 grazie ad un’incornata nuovamente del bosniaco su un calcio di punizione battuto magistralmente da Florenzi. Sembra che il venerdì la Roma abbia concluso tutte le pratiche e sia pronta per uscire dal lavoro e godersi due giorni di relaaaaax. Poi però il Napoli si riprende e riapre i giochi con Koulibaly che di testa da calcio d’angolo stacca su Fazio e fa 1-2. Ormai però siamo a fine giornata di lavoro e la stanchezza è tanta (tanti cambi per crampi). E in questo momento di stanchezza, la Roma chiude definitivamente la giornata grazie a Salah in contropiede. Venerdì terminato e weekend iniziato. Bene per i giallorossi, male per i partenopei.

Juventus – Udinese: sabato-domenica. La sera del sabato leoni, la domenica mattina… Il modo di dire lo conosciamo tutti. Certo, i bianconeri hanno giocato di sabato sera, ma l’approccio alla partita dei ragazzi di Allegri è stato più da domenica (sforzatevi di impersonificare i giorni della settimana). La domenica è il classico giorno in cui si alza il sedere giusto per spostarlo dal letto al divano e viceversa. E il massimo della trasgressione è mettersi a tavola per colazione, pranzo e, se non si pranza dalla nonna che ti riempe per bene, anche la cena. La Juve è apparsa con la mente ancora un po’ assonnata, infatti sul primo gol Hernanes e Buffon diciamo che erano ancora a letto. Tranne uno, che era carico proprio come fosse un vero “sabato sera” in cui si fanno le ore piccole. Parliamo di Paulo Dybala, sempre in palla: prima punizione magistrale e poi rigore da manuale per far vincere la Juventus e portare a casa i tre punti. La prima di Del Neri sulla panchina dei friulani è buona, peccato il risultato. La squadra si è mostrata vogliosa di fare e attiva (come siamo attivi il sabato sera). La Juve invece pareva più già nella fase “mattina domenicale”. Domenica è il giorno del Signore. Se la Juve sabato ha portato a casa i 3 punti ha un “signore” da ringraziare, senza voler fare paragoni scomodi con il Sacro.

Fiorentina – Atalanta: mercoledì. Siamo solo a metà settimana o siamo già a metà settimana? Dipende dai punti di vista. Il mercoledì è un giorno ambiguo. Un giorno di mezzo. È la partita “della mezza” è una via intermedia tra la Fiorentina che ha occasioni per vincerla e l’Atalanta che riparte bene e ha palle gol interessanti. Potrebbero vincerla entrambe e ottenere punteggio pieno. Ma alla fine non si fa male nessuna delle due squadre e la partita termina a reti bianche. Punto onesto o 2 punti persi per la Viola?

Inter – Cagliari: martedì. Siamo a inizio settimana. Alla fine il martedì non è tanto meglio del lunedì. Solo che si può dire sia già passato un giorno. Diciamo che è un martedì più nero che azzurro per l’Inter, che perde 2-1 in casa contro il Cagliari. Come se in un classico martedì lavorativo, oltre a dover riprendere ancora i ritmi settimanali di lavoro, ti arriva anche il capo e ti dice che devi fare gli straordinari al lavoro. Hai la stessa gioia di Icardi dopo che ha calciato il rigore (fuori). Poi arriva uno stagista e si offre di aiutarti a svolgere il lavoro in più. Probabilmente  utopia nella vita reale. Ma supponiamo sia così. Quello nuovo (Joao Mario) si offre di aiutarti e ti sbriga le pratiche. Però tu sei così preoccupato a controllare che non sbagli lui che sei distratto e alla fine il lavoro lo sbagli te. Due gol evitabilissimi per l’Inter. E L’autogol di Handanovic è clamoroso. Alla fine non solo dovrai fare gli straordinari, ma dovrai lavorare pure il weekend. “Tu non hai mai rischiato?” “Una volta…una volta ho messo 2 fisso a Inter-Cagliari”. Chissà quanti ne avrebbe vinti di soldi…

Lazio – Bologna: giovedì. Si comincia a sentire aria di weekend. È il giorno in cui a volte sei stanco a volte sei carico nel giro di due minuti. Pensi e ti dici: “ancora un altro giorno prima della fine. Però dai ne manca solo uno forza!”. Quindi non sai se essere felice o stanco. D’improvviso però il capo arriva e ti chiede se puoi sbrigare il lavoro di un collega malato. Tu rimani pietrificato, come la Lazio dopo il gol di Helander. Ci provi in tutti i modi a finire presto il lavoro. La Lazio ci prova in tutti i modi a pareggiarla, ma Da Costa, due legni e erroracci clamorosi (quello di Sergej per esempio) sembrano negarglielo. Sembra che tu debba fare gli straordinari, poi però arriva l’aiutino di un collega che ti semplifica un po’ il lavoro e rende meno amaro il giovedì (Immobile al 52′ rende meno amara la domenica). Non hai completato il compito (la Lazio non ha preso i 3 punti necessari) ma puoi proseguirlo un’altra volta.

Chievo – Milan: lunedì. Quanta poca voglia di vivere il primo giorno della settimana. Dopo il weekend riparte tutto di fretta. Sveglia presto, traffico mattutino e leggero senso del nervoso per una settimana che ricomincia. Chievo – Milan parte così: non nervosa, ma elettrica, con il veronesi molto più in palla dei rossoneri. Il Chievo prova ad attaccare, il Milan quando ha la palla fa possesso e abbassa i ritmi. E a parte lo start iniziale il primo tempo è blando. Come il lunedì: parti di fretta ma poi appena sei in ufficio ci vuole un attimo per reimpostarsi del tutto in modalità work. Poi però si ingranano i ritmi e via che si parte. Minuto 45 del primo tempo e Kucka spara un siluro col sinistro che si infila sotto il sette. Minuto 0.45 del secondo tempo è Niang dopo un dribbling con la suola fucila Sorrentino con un diagonale di sinistro sul secondo palo. Il Chievo però non ci sta. I ritmi sono tenuti: ormai che il lunedì si è partiti non ci si ferma più fino a sera. A questi due fantastici gol si aggiunge la punizione fantastica di Birsa che accorcia le distanze. I gialli veronesi ci provano, il Milan però alla fine la chiude con un gol fortunoso di Bacca, che ha provato la trivela e ha trovato una deviazione fondamentale di Dainelli per trafiggere Sorrentino. 1-3 e primo giorno di lavoro archiviato. Secondo posto in classifica che mancava ai rossoneri dalla stagione dell’ultimo scudetto.

This post was last modified on 17 Ottobre 2016

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