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David Trezeguet: quando il gol diventa fiaba

Un bambino che piange con una bandiera Italiana tra le braccia mentre vede in tv un giovane attaccante siglare una rete decisiva per la sua Francia. Un’esultanza beffarda, quando tutto sembrava indirizzato verso i calci di rigore. Molti conobbero così David Trezeguet, questa è la sua storia. Oggi compie 39 anni uno dei centravanti che hanno segnato in positivo la storia della Juventus.

VOGLIO FARE L’ATTACCANTE – Nelle provincie di Buenos Aires, un bambino giocava con il suo pallone. Aveva la stoffa per poter diventare un campione. Giocava con gente più grande di lui e la sera rincasava sporco di sudore e sogni. Voleva fare l’attaccante, voleva esultare non davanti a finestre chiuse di malinconia, ma davanti a persone che ne potessero apprezzare le capacità proprio come aveva fatto anni prima suo padre, militando nel Rouen. Proprio qui nasce David, per poi far ritorno in Argentina una volta terminata l’avventura del padre in terra Francese.

RICORDI DOLCE-AMARO – Nell’Europeo 2000, in quella finale giocata in terra Olandese che fu fatale per l’Italia, segnò il gol del 2 a 1 al 13′ del primo tempo supplementare facendo perdere all’Italia una Coppa tenuta tra le mani fino all’ultimo, la sua esultanza la ricordano in molti. Pianti per noi Italiani, gioia per i Transalpini che conquistarono l’Europeo non senza difficoltà. Il destino sembra però compiere il suo solito gioco beffardo facendogli sbagliare il rigore nella finale Mondiale proprio contro l’Italia di Marcello Lippi e del suo compagno nella Juventus Gigi Buffon, il tutto accadeva nell’estate del 2006. Ancora risuonano nelle nostre menti e nei nostri ricordi colorati di azzurro le frasi di Caressa nella sua telecronaca rivolte Gigi Buffon nel momento del suo rigore. ” Gigi lo conosci, Gigi lo conosci “. Tiro, traversa. Tutti sappiamo poi come finì.

I NUMERI DI RE DAVID – La Juventus lo strappò al Monaco per una cifra pari a 45 miliari di lire. I numeri erano tutti dalla sua parte avendo segnato in 5 anni la bellezza di 52 gol in 93 gare ufficiali. Riesce a ripetersi anche con la Juventus segnando in dieci anni 171 gol in 320 partite portando nella propria bacheca personale quattro Scudetti e due Supercoppe Italiane. Gol di rara bellezza come solo lui riusciva a fare mettendo a volte in ombra talenti del calibro di giocatori come Alex Del Piero. Maglia numero 17 sulle spalle. Per molti porta male? Dietro le spalle di questo calciatore aveva tutto un altro fascino. In carriera superò le 300 reti ufficiali e venne inserito nel 2004 nella Fifa 100, lista che raggruppava i maggiori fuoriclasse di sempre.


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RITORNO IN ARGENTINA – Terminata l’avventura con la Juventus, la nostalgia lo riporta a casa, in Argentina dove tutto iniziò. Quella gente e quell’atmosfera che mai aveva dimenticato. Chiude la carriera nel 2014 nel Pune City dopo aver indossato negli anni precedenti le maglie del magico River Plate e del Newell’s Old boys segnando un discreto numero di reti.

GOL A RAFFICA ANCHE NEL SOCIALE  – Un grosso aiuto lo porge anche nei confronti dei bambini poco fortunati e orfani. In una intervista ecco cosa risponde a questa domanda:
“Ma non si rischia, David, che tutto sia sempre troppo rapido e che nella sostanza cambi poco?”. “Forse, ma bisogna credere all’importanza enorme delle piccole cose. Stiamo parlando di gocce nel mare, però senza quelle gocce sarebbe tutto più arido”.
Forse è questo il suo gol più bello.

Emanuele Giubilei

This post was last modified on 15 Ottobre 2016

redazione

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