Tutti noi guardando il cielo, alla sera, ci divertiamo nel guardare le stelle scegliendo le più belle e le più luminose. Da piccoli facevamo a gara su chi sceglieva quelle più particolari e a volte si andava incontro a scoperte stupefacenti. “Quella è la migliore di tutte” si diceva, mentre il proprio amichetto ancora cercava nel cielo quella che potesse sembrare la migliore rispetto all’altra. Questo deve aver fatto Walter da piccolo, questo deve esser stato il sogno dell’ormai ex Direttore Sportivo della Roma, cercare la stella più preziosa del cielo.
LA SIGARETTA INTERMINABILE – Alla Roma Americana serviva un personaggio “tosto”, uno di quelli che ti scovavano gioielli grezzi da valorizzare. Costruire una squadra che nel giro di un paio di anni avrebbe avuto il compito di far sognare i tifosi e magari di portare qualche bel trofeo nella bacheca societaria sempre più povera rispetto agli anni della vecchia presidenza targata Sensi. Un lavoratore instancabile, sigaretta sulla bocca sempre e comunque, come a voler indicare che il classico detto ” è tutto fumo e niente arrosto ” a lui non si addiceva. Si presentò portando a Roma un giocatore come Miralem Pijanic, ai tempi giocatore del Lione, ma anche giocatori come Bojan e l’allora portierone della nazionale Olandese: Martin Stekelenburg. Tutto molto bello, se non fosse per il fatto che nel corso degli anni successivi, assieme a giocatori di livello internazionale, alternò spese folli per quelle stelle grezze che anche da piccoli, tutti avrebbero scartato. Grosse plusvalenze sono state fatte grazie a giocatori del calibro di Marquinhos, Benatia, Dodò, Lamela, Gervinho e Pijanic ma nulla è servito a far sì che la Roma potesse portare trofei importanti nella propria bacheca.
CITAZIONI INSTANCABILI – “Quando finisce una campagna acquisti il saldo emotivo è sempre molto ma molto negativo per me, in ogni caso. Perché sono costretto a fare delle scelte che mi addolorano. Si creano situazioni da un punto di vista psichico per me di notevole sofferenza”. Forse il Sabatini uomo va oltre una lista di giocatori comprati e rivenduti per fare cassa. Lui è così, tiene in pugno anche 5 o 6 atleti in mano per poi prenderne un’altro spiazzando la concorrenza. E’ paragonabile a un quadro astratto, tutto crea colore, niente ha un ordine preciso su cui potersi soffermare a riflettere. E quella cenere violenta consuma la sua ennesima sigaretta che volge al termine, inesorabilmente. “Non ci sarà una sola operazione di mercato fatta senza l’allenatore, oddio forse un paio che mi prendo per mio vizio costituzionale e storico di acchiappare un paio di giocatori senza dir niente a nessuno…” , stelle nascoste agli occhi di tutti, luci soffuse e offuscate da nuvole pesanti di pioggia, colori inadatti a una notte serena. Walter è questo, inutile dargliene colpa. Prendere o lasciare, amare o odiare. Capace che poi ti ritrovi in squadra un campione come Strootman o al contrario un giocatore come Loic Nego.
Emanuele Giubilei
This post was last modified on 6 Ottobre 2016
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