L’Antica Grecia è stata la patria di molti personaggi illustri che hanno fatto la storia del mondo. In particolare ricordiamo personaggi come Omero (sulla quale reale esistenza sono presenti ancora molti dubbi), Platone, Aristotele e tutta quella scuola di pensiero che è venuta dopo questi uomini e che ha avuto come base per fiorire proprio le radici – fatte di pensieri – di questi nostri grandi antenati. Concetto molto caro alla tradizione greca è quello del Fato. Il Fato – meglio conosciuto come Destino – è qualcosa che va oltre l’essere umano e addirittura oltre il divino. Anche gli dèi, tutti dli dèi, persino Zeus, devono sottoporsi alla legge del Fato. Il Destino è quell’irresistibile potere che determina il futuro, sia del singolo individuo che dell’intero cosmo.
PREDESTINATO – Ma cosa c’entra tutto questa introduzione sul concetto di destino con il mondo del calcio? Beh, abbiamo appena detto che il destino determina la vita di qualsiasi individuo e – quindi – nemmeno i calciatori possono sottrarsi a questa legge cosmica. Ma qui bisogna introdurre il concetto di pre-destinazione, ovvero ciò che viene prima del destino vero e proprio. Cioè la capacità di un individuo di sapere già in grandi linee quello che il futuro può riservargli. Un solo nome: Marco Asensio Willemsen. Già sentito nominare, vero? Impossibile non conoscerlo, l’appassionato di calcio ha sentito senza ombra di dubbio questo nome. Un nome che è salito alla ribalta nei primi giorni di agosto.
L’ASCESA – Real Madrid e Siviglia si scontrano nel primo appuntamento ufficiale più importante della stagione: la Supercoppa UEFA, vincitori della Champions League contro vincitori dell’Europa League. Il Real è privo della sua stella, quel Cristiano Ronaldo capace di abbattere record su record e fresco vincitore dell’Europeo con il suo Portogallo. Zidane, per sopperire alla mancanza del fuoriclasse portoghese, manda in campo un ragazzino spagnolo reduce da un ottimo Europeo under-19: appunto, Marco Asensio. Ed ecco che lo spirito dell’Antica Grecia, della scuola dello Stoicismo, aleggia sul campo e dimostra che sul concetto di destino – e di predestinazione – aveva ragione. Asensio riceve palla sulla trequarti, si gira e scarica un sinistro di rara bellezza che si piazza all’incrocio dei pali. Un gol da capogiro. La partita termina con la vittoria dei Blancos ma nei giorni successivi un nome riecheggia per le strade di Madrid, di Siviglia e sui giornali di tutto il Vecchio Continente. Marco Asensio ha conquistato tutti e ha fatto dimenticare per pochi minuti Cristiano.
IL FUTURO DA FUORICLASSE – Ecco un esempio di predestinazione. Asensio è uno di quegli individui dotati di questa qualità. Nessuno gliel’ha data, è arrivata dal nulla, è nata con lui e lo accompagnerà nella sua carriera. Ma la predestinazione non è tutto e questo lo sapevano anche gli Antichi Greci. Bisogna sfruttare questo dono, capirlo al meglio, concepirlo come parte di se stessi e cercare di farlo fruttare per poi farlo diventare realtà. La predestinazione è il primo passo che viene da sè, poi tocca a te come singolo migliorarti e diventare quello che il destino vuole che tu diventi. Nel caso di Asensio il destino ha deciso che deve diventare un fuoriclasse, uno di quelli che nascono ogni vent’anni, di quelli che fanno rinascere la passione per il gioco del calcio e che portano sul volto dello spettatore quel sorriso che rispecchia l’amore per questo gioco. Se provate a vedere una partita di questo ragazzino del ’96 riuscirete ad entrare in simbiosi con lui. Vederlo calciare, dribblare, fornire assist ai compagni sprigiona il desiderio di voler essergli vicino, vederlo giocare ad un passo da voi, tastare la sua immensa classe. Una classe che ancora è acerba ovviamente, ma che con la sua intelligenza, la sua dedizione e – ovviamente – il tempo, affinerà sempre di più. Un compito tutto sommato facile se si è predestinati.
Giuseppe Gerardi