La calda e amata terra sarda ha sempre portato grandi nomi nel palcoscenico calcistico, vengono in mente grandi giocatori dal calibro di Gianfranco Zola oppure del grandissimo Gigi Riva che, con le sue 315 presenze con la maglia rossoblù, è diventato l’idolo indiscusso di molte generazioni. Oggi, il made in Italy è sempre più cosa rara ma il Cagliari sta crescendo assai bene i propri giocatori locali, inserendo quelli pronti subito nel giro della prima squadra. Chi di questi si è fatto e si sta facendo un nome in maniera molto silenziosa è Nicolò Barella.
La storia di Nicolò è una storia assai semplice. Nasce il 7 Febbraio del 1997 proprio nel capoluogo sardo. Il Cagliari è sempre stato parte integrante della sua personalissima storia, il suo cammino da calciatore sembra essere scritto già con la penna a colori rossoblù. Prima di approdare nel suo club di appartenenza, incomincia a muoversi nella scuola calcio Gigi Riva ma le sue qualità sono fin troppo importanti per non arrivare nella squadra più importante della sua terra.
Nicolò è un vero “tuttocampista”: la sua dinamicità, la sua fame e la sua determinazione sono e saranno oro per i suoi allenatori perché oltre ad essere utilizzato principalmente come trequartista non sfigura né come regista e nè quanto meno come classico centrocampista centrale o d’interno. La qualità non gli manca affatto. Le punizioni, i calci d’angolo partono proprio tutti dal suo magico destro. Il talentino sardo con la sua ottima visione di gioco e con la sua buona corsa è entrato anche nel giro della nazionale arrivando fino alla selezione under 20 di Alberigo Evani.
A tutti gli amanti del calcio piacciono i paragoni, a volte sono fin troppo esagerati che rischiano in maniera clamorosa di bruciare giocatori e prima ancora persone ma in molti casi bisogna avere il coraggio di andare oltre e attribuire somiglianze pesanti, non per far crescere la pressione ma per far sì che tutti possano capire che tipo di giocatore hanno davanti ai propri occhi. Ora è assai facile paragonare Barella, le sue qualità e la sua personalità ci spingono a rivederlo in un altro tesoro d’Italia: Marco Verratti. Che sia l’inizio di un Verratti-bis!
Simone Biancofiore
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