Ultimo aggiornamento 15 Settembre 2016 18:02 di admin
Il Napoli non è l’ unico club europeo che si trova a dover fare i conti con la cessione del proprio centravanti fuoriclasse: con uno sguardo oltralpe si può notare l’inizio stagione al di sotto delle aspettative del Paris Saint-Germain, che nelle prime 4 giornate di Ligue 1, dopo aver sconfitto Bastia e la neopromossa Metz, ha perso 3 a 1 a Monaco e pareggiato in casa contro il St-Etienne nel turno che precede la coppa.
L’ esordio in questa Champions contro i Gunners al Parco dei Principi non ha evidenziato grosse difficoltà offensive, è vero, le occasioni per chiudere la partita ci sono state, ma la partita non è terminata in pareggio a causa di lacune degli attaccanti francesi: bisogna menzionare la grande prestazione di Ospina, che più di una volta ha salvato il risultato chiudendo lo specchio alle minacce avversarie, e il valore dell’Arsenal, che è uno dei top club europei più rispettati.
Sono partiti forti i parigini, in meno di un minuto Edinson Cavani (che risulta sempre impossibile da considerare una seconda scelta) ha infilato di testa su assist di Aurier, ma quello che più rende sereni i tifosi è il bel gioco offerto dagli uomini di Emery, infatti le statistiche del match dimostrano un maggiore possesso palla, un baricentro più alto, più scambi a centrocampo e occasioni da gol, proprio per questo l’ 1 a 1 può risultare loro un po’ stretto.
Proprio il nuovo tecnico Emery, resosi protagonista anche con i suoi incitamenti, sembra avere le carte in regola per diventare il riferimento carismatico di questa formazione orfana della personalità e delle performance di Ibrahimovic, ma assolutamente non priva di talenti e risorse.
Indubbiamente nelle ultime due di campionato le pretese sui risultati non sono state rispettate, ma è più che naturale che ci siano delle scosse di assestamento nell’ armonia del gioco quando giocatori come Ibra (o Higuain) lasciano la società. Si parla di giocatori che caricano sulle proprie spalle l’ intera costruzione offensiva, veri e propri riferimenti in grado di cambiare la partita in ogni momento con colpi da fuoriclasse, gente a cui tutti i compagni si affidano, macchine da gol che acquisendo il placet dei compagni diventano calamite per assist.
Buttando un occhio in casa nostra, è evidente che il potenziale offensivo in una squadra che esprime un calcio pulito e corale non rimane troppo tramortito da partenze di un certo peso. A rimanere tramortita è la piazza, il tifoso.
A Napoli come a Parigi non c’è più il finalizzatore implacabile, ma Callejon, Mertens, Insigne, Lucas, Cavani, Di Maria sono giocatori talentuosi e si spartiranno le occasioni che prima costruivano ma lasciavano finalizzare ai due campioni che hanno deciso di partire.
Per i parigini più ottimisti c’ è un motivo in più per sperare di arrivare in fondo al cammino: nell’anno che ha seguito le partenze di Zlatan dall’Inter e dal Barca, gli ‘orfani’ hanno alzato la coppa.
Mattia Sangianini