Siamo solo alla terza giornata di Premier League e questa stagione già ci sembra potenzialmente indimenticabile. Già, perché pur essendo ancora agosto, i verdetti emanati dai campi verdi dell’élite del calcio inglese ci sembrano sentenze. Cosa abbiamo imparato da questo weekend di azione nella top flight inglese? Per esempio, abbiamo imparato che il nuovo Leicester di Ranieri è ancora vivo e combatterà fino alla fine, con la stessa grinta dell’anno scorso, senza porsi obiettivi finali e ragionando di partita in partita. Abbiamo imparato che neopromosse come l’Hull City possono far paura a tutti, perfino a Mourinho, e issarsi ai vertici della classifica pur vivendo una crisi societaria, con un club in fase di cessione, un allenatore senza patentino e solo 13 giocatori di movimento presenti in rosa. Abbiamo imparato che Klopp e il suo Liverpool con un pò più di continuità possono lottare per i primi posti, che l’Everton ha trovato nuova linfa con Koeman e che l’Arsenal ha cominciato (finalmente) a ingranare.
Ma soprattutto abbiamo imparato, e stiamo sperando, che a maggio potremo vedere non un duello scudetto, ma una emozionantissima lotta serrata a 3: analizziamo dunque le contendenti. Da una parte del ring una – neanche tanto vecchia – conoscenza del nostro calcio: Antonio Conte e il suo Chelsea che nel weekend hanno asfaltato il Burnley con un secco 3-0. 3 gol, come 3 sono le vittorie consecutive per prendersi il primato, e convincere anche i più scettici che per migliorare la deludente prestazione dell’anno scorso non servono innesti dal mercato, ma iniettare fiducia ai giocatori nel piano di gioco e nelle strategie tattiche. Con un Hazard ritrovato, poi, è un altro discorso: il belga ha firmato il gol dell’1-0 con un’azione delle sue, partendo con un’accelerazione dalla sinistra per poi accentrarsi e scaricare il pallone nell’angolino basso con un’interno destro preciso e potente. Nelle sue ultime 8 partite in Premier League, Eden è andato a segno 6 volte: prima di queste, per segnare così tanto, di partite ce ne aveva messe 44… Certezze che arrivano anche dall’altra fascia, con Willian, uomo chiave nell’ultimo stralcio di era Mourinho. Quest’anno, col ritorno di Eden, il brasiliano si sente sotto meno pressione; il suo gol del 2-0 lo testimonia. Quando servirà un pizzico di magia individuale per sbloccare una partita difficile, Antonio saprà di poter fare affidamento sulle sue due ali. Come non parlare poi di Kanté, eroe dietro le quinte, e di Diego Costa, che rimane il faro dell’attacco dei Blues, tutti ampiamente promossi sabato. L’unica cosa che Conte può guardare con scetticismo è la difesa: Terry e Cahill sembrano una coppia solida, ma con il neopromosso Burnley hanno concesso qualcosina agli attaccanti avversari e, chissà, contro attaccanti più forti delle dirette concorrenti potrebbero andare sotto pressione. In attesa del rientro di Zouma manca un terzo centrale, ma l’assenza dagli impegni internazionali potrebbe agevolare la situazione. Nel frattempo, arriva una convincente vittoria contro una “piccola” che fa ben sperare.
Nel secondo angolo del ring c’è una squadra – e un manager – che di questi tempi è sempre presente quando si parla di lotta scudetto. Guardiola e il suo Manchester City sono più di semplici contendenti, sono i favoriti dai bookmakers per la vittoria finale. E come non essere d’accordo: il primo tempo della partita contro il West Ham di sabato è stato decretato dal coach spagnolo come il più spettacolare dal suo arrivo in terra britannica. Un 3-1 convincente che lascia poco spazio a dubbi, dato che nel primo tempo il risultato poteva essere più rotondo, sempre a detta del coach. Uomo copertina di questo weekend per i Citizens è senza dubbio Raheem Sterling, criticato da molti dati i soldi spesi per acquistarlo un anno fa (62.5 milioni di euro più bonus), ma capace di rivitalizzarsi grazie alla cura Guardiola, che ha intuito una semplice soluzione per migliorare le sue performance: spostarlo da ala sinistra ad ala destra. E ora l’ex Liverpool conta 3 assist, 2 gol e 3 rigori conquistati in 5 partite. Guardiola può contare sull’esperienza di Nolito, diventato inamovibile nell’undici titolare, grazie anche alla sua ottima gara contro gli Hammers, e anche sulla vitalità di De Bruyne, che si sta consacrando come uno dei migliori giocatori del campionato. A questa squadra, poi, mancano ancora gli innesti importanti di Claudio Bravo, Gundogan, Sané e Gabriel Jesus. Elencare i giocatori chiave degli Sky Blues e le loro qualità richiederebbe un’intera stagione, per questo l’allenatore ex Barcellona sa cosa si aspetta la dirigenza: vincere, tutto e subito. 5 vittorie su 5 partite: ottima la partenza del City. Ma da un dream team del genere possiamo solo aspettarci di meglio.
La corsa a tre non potrebbe essere completa senza il Manchester United, che dopo la fine dell’era Ferguson non ha rispettato i propri standard, finendo per combattere addirittura per l’Europa League. Ma come successo ai cugini, la società dei fratelli Glazer ha portato alla propria corte un allenatore di caratura mondiale e acquisti di fama internazionale che non hanno bisogno di essere nominati. La partita contro l’Hull City di questo sabato si preannunciava ostica per i Red Devils: entrambe le squadre erano a punteggio pieno, ma con ambizioni diverse. Nel primo tempo spicca solo una grande occasione di Rooney, ma è un grande salvataggio sulla linea da parte di Davies a
evitare il gol. A venti minuti dalla fine entra Rashford e la musica cambia: grande occasione per il diciottenne che si presenta davanti a Jacupovic ma il portiere dell’Hull riesce a salvare. È solo il preludio al suo gol, perchè nella pioggia di Kingston upon Hull, brutta e noiosa quanto la partita, è solo una sua zampata al 92′ a decidere la partita. Grande giocata di Rooney sulla sinistra, che dalla linea di fondo crossa un pallone rasoterra: Rashford non ha problemi a spingere dentro, e diventa il giocatore più giovane a segnare sotto la guida di José Mourinho. Il portoghese non ha mai avuto grande occhio per i giovani: solo Balotelli, nel passato, è riuscito a sfondare con lo Special One. Ma il giovane inglese è un talento puro, come ammesso dal coach stesso, e sarà un’altra storia averlo in squadra. Quando non c’è Ibra, c’è Rashford e Mourinho sorride comunque. Da segnalare un’altra ottima prova di Pogba e di Bailly, l’ultimo una lieta sorpresa nella linea difensiva, grazie a cui lo United ha subito solo 1 gol (miglior difesa) in questa prima parte di campionato. E se la difesa non è un problema, Mourinho ha tutte le carte in tavola
per vincere questa Premier.
Il City sta giocando un calcio spumeggiante finora. Il Chelsea ha gli occhi infuocati e cerca vendetta. Lo United è tornato ad aspirare a sogni di gloria. Non abbiamo idea di chi vincerà; sappiamo solo che sarà una stagione di fuoco e Conte, Mourinho e Guardiola se la godranno dal cocuzzolo. Sperando di rimanerci fino alla fine.
Tommaso Fiore
This post was last modified on 30 Agosto 2016
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