Ultimo aggiornamento 22 Agosto 2016 0:22 di
È stata una lunga estate per noi tifosi. E che estate: Euro 2016, la Copa America, Rio.. Di certo non si può dire che ci siamo annoiati. Ma in questi mesi, nell’immaginario collettivo è mancato qualcosa di decisamente più importante: un pensiero lontano nei momenti di relax con la sabbia tra i piedi. Qualcosa che quando c’è quasi non ci si fa caso, una normalità talmente ovvia che la sua assenza sembra impensabile. Infatti per noi, appassionati del calcio nostrano, questi tre mesi sono stati i più lunghi del mondo. Oggi è il 21 agosto: il sole spacca ancora le pietre, gli ombrelloni sono ancora aperti, le città ancora deserte. Oggi, finalmente, ritorna la nostra cara, vecchia, amata Serie A, con la sua prima serata di partite in contemporanea.
Addio discussioni sotto l’ombrellone, aste del fantacalcio last minute, probabili formazioni sui giornali e scoop di calciomercato incredibili: bentornati pomeriggi allo stadio o sul divano a seguire la squadra del cuore, scorpacciata di gol in TV al fischio finale, polemiche al bar il giorno dopo sul fuorigioco-non fuorigioco dell’attaccante avversario, emozioni, delusioni, gioie, lacrime. Perchè diciamocelo, ora la Premier League potrà anche essere il campionato più bello del mondo, e potremmo anche avere molto da imparare dagli inglesi – ma la nostra Serie A, per noi italiani, è qualcosa di diverso, quasi una religione. Ed amare un campionato estero più di quello proprio, per noi che gli anni d’oro della Serie A li abbiamo vissuti eccome, è un’eresia. Lunga vita al nostro campionato: oggi entriamo nel teatrino della Serie A più elettrizzati che mai.
Il primo anticipo di giornata, all’ora dell’aperitivo, propone già uno scontro appetitoso: Milan-Torino è anche, e soprattutto, il ritorno di Mihajlovic a casa sua, quel San Siro dove prima è stato accolto e celebrato da calciatore dell’Inter, e poi fischiato e cacciato dopo soli 8 mesi sulla panchina del Milan. Partita dal gusto speciale, quindi, che
si apre non secondo i piani di vendetta del serbo. Il Milan – dopo un’estate tribolata, segnata dalla vicenda del cambio di società e dagli intrighi di calciomercato – è una squadra rigenerata da Montella, un allenatore giovane che ha iniettato fiducia e speranza nei rossoneri. E sono proprio Niang e Bacca, che sembravano sulla porta d’uscita ma trattenuti a Milano da Montella, a confezionare il primo gol della giornata. Lancio lungo del senegalese per Abate, che lascia rimbalzare e crossa per il colombiano, che di testa non fallisce il gol dell’1-0. Nel secondo tempo Belotti pareggia con un’altra incornata, ma Bacca prima raddoppia di sinistro e poi cala il tris di rigore. Il Milan convince ma sembra incappare negli stessi errori dell’anno scorso: Baselli accorcia le distanze nel recupero, poi a 30 secondi dalla fine Paletta viene espulso per una trattenuta su Belotti in area. Donnarumma però è fantastico a respingere il rigore del Gallo: è lui l’eroe di giornata. Finisce 3-2 per il Milan, buona la prima per Montella.
Alle 20.45 fischio d’inizio per ben 7 partite. Partiamo dal Bentegodi dove l’altra milanese, l’Inter, non sorride così tanto. E dire che la giornata si era aperta bene per i tifosi nerazzurri, con il tweet del capitano Icardi che prometteva amore alla maglia del Biscione ancora “per tanti anni”. Altro esordio in panchina: stavolta è de Boer che, subentrato a Mancini, schiera un 4-2-3-1 per provare a prendersi i primi 3 punti stagionali contro un Chievo alla ricerca della nona salvezza consecutiva. Partita bloccata alle prime battute, con il Chievo che si copre molto bene e lascial’iniziativa ad un Inter forse troppo spaesata quando si tratta di accelerare la
manovra nella metà di campo dei clivensi. Poche occasioni e grande equilibrio nella prima frazione: Ranocchia viene murato in area sugli sviluppi di un calcio d’angolo, mentre Meggiorini a 5′ dall’intervallo sfiora il palo della porta di Handanovic. Nella ripresa si parte subito col botto: al 49′ pallone rasoterra di Cacciatore dalla destra a centro area per Birsa, che scarta Ranocchia e D’Ambrosio prima di piazzare la palla nell’angolino. Dopo la rete l’Inter soffre ulteriormente in difesa: Castro semina il panico e scarica per Birsa, il tiro deviato dello sloveno esce di poco. È solo il preludio al secondo gol che arriva a 10′ dalla fine: sempre Birsa, mattatore della serata, scarica un destro preciso che lascia di sasso Handanovic. 2-0 Chievo, de Boer stecca all’esordio.
A Bergamo va in scena Atalanta-Lazio, che già fu prima di campionato nel 2012, quando vinsero i capitolini per 1-0 grazie ad una rete di Hernanes. Prima partita stagionale anche per Simone Inzaghi, coinvolto nella faccenda Bielsa e richiamato sulla panchina biancoceleste dopo aver praticamente già ufficializzato la sua gestione tecnica della Salernitana. I padroni di casa, dopo aver congedato un altro tecnico ben noto anche alla Lazio come Edy Reja, fa accomodare Giampiero Gasperini sulla propria panchina, nella speranza che porti più stabilità di Colantuono l’anno scorso. È una partita pazza, come quella di Milano: la Lazio segna tre volte nel primo tempo, e
sono tutte prime volte. Prima Immobile a tu per tu con Sportiello con difesa della Dea rivedibile, poi Hoedt con un colpo di testa su sviluppi di calcio di punizione e Sportiello non immune da colpe, infine Cristiano Lombardi, classe 1995, che macchia il suo esordio in Serie A con un comodo tap in. Nella ripresa il giovane Kessie, esordiente ex Cesena, segna 2 gol tra il 63′ e il 67′: prima con un tiro-cross insidioso, poi con un tiro di destro su respinta di Marchetti. In entrambe le occasioni, comunque, rivedibile il lavoro del portiere biancoceleste. Sembra tutto pronto per la remuntada dell’Atalanta, che si accampa nella metà campo biancoceleste assediando la porta di Marchetti: ma è Cataldi, appena entrato, che a porta vuota su cross di Basta fissa il risultato sul 2-4, prima del 3-4 definitivo di Petagna al 90′, altra “prima” in Serie A.
Bologna-Crotone è la grande prima volta del Crotone in Serie A, ma per essere una festa completa gli ospiti sono chiamati a fare il colpaccio al Dall’Ara. I calabresi schierano una formazione quasi interamente esordiente, ad eccezione della vecchia conoscenza Palladino, mentre il Bologna lancia Krejcl in avanti con Destro, e non Diawara, al centro di forti voci di mercato che lo vorrebbero al Napoli. Accelerata dei bolognesi all’inizio con il palo di Krejcl susseguito dall’occasione di Destro, il cui tiro viene salvato da Cordaz. Krejcl, servito alla grande da
Verdi, andrebbe anche a segno al 23′, ma l’arbitro annulla ingiustamente per fuorigioco. Da registrare anche un altro palo del Bologna con Taider che colpisce il legno con un gran sinistro, e un rigore dato e poi revocato dall’arbitro per un fuorigioco che precedeva un fallo da rigore di Cordaz su Verdi. Nella parte finale del secondo tempo il Bologna preme ed è un monologo: Pulgar prende il terzo palo, Cordaz salva ancora su Destro. Il gol partita, però, arriva all’86’ ed è dell’uomo più atteso, Mattia Destro, che fa esplodere il Dall’Ara con il suo 50° gol in Serie A: una rasoiata vincente sul primo palo. Tre punti, meritatissimi, anche per il Bologna.
Giampaolo torna ad Empoli con la sua Sampdoria e si prende tutti i tre punti con una prova ottima. L’Empoli di Martusciello si presenta alla prima stagionale con la coppia attesissima Gilardino-Maccarone, che però non viene schierata subito: Pucciarelli e Saponara vengono
preferiti nell’11 iniziale. Nelle prime battute Pelagotti salva sulla botta dalla distanza di Ricky Alvarez su sponda di Linety. L’Empoli prova a salire, ma difetta di precisione e si affida più ai lanci lunghi; la Samp chiude e riparte bene dalle fasce. Alvarez va ancora vicino al vantaggio con un bolide di sinistro che sfiora il palo. Il gol partita arriva al 37′ ed è Muriel a firmarlo: il colombiano entra in area dalla sinistra e scaglia un sinistro atomico sul primo palo che finisce sotto la traversa. L’Empoli va anche vicino al pari con un colpo di testa di Costa, ma continua ad avere poche idee in fase offensiva. Tante le occasioni nel secondo tempo per la Samp, che non capitalizza: l’ingresso del bomber Gilardino potrebbe castigare la squadra di Giampaolo ma l’espulsione di Maccarone (entrataccia su Barreto) taglia le gambe all’Empoli che non riesce a rendersi pericoloso. Finisce 1-0 per la Samp.
L’altra genovese, ora nelle mani di Juric, ospita il Cagliari neopromosso di Rastelli, protagonista di una grande campagna acquisti che ha portato in Sardegna giocatori importanti tra cui Borriello, Bruno Alves e – perchè no – Simone Padoin. Il Genoa schiera una formazione quasi uguale a quella dell’anno scorso, con l’unica eccezione dell’acquisto Ocampos. Rastelli schiera subito i suoi acquisti più importanti, compreso Isla, e lancia la partnership “il lungo e il corto” in attacco, ovvero il tandem Borriello-Sau. Lamanna chiude lo specchio proprio a Sau al 7′, ma il Genoa si fa pericoloso con Lazovic che coglie in pieno l’incrocio dei pali. Partita equilibrata nel
primo tempo che decolla nel secondo: gol dell’ex di Borriello che segna di testa su assist, e grande controllo in scivolata, di Sau. Il Genoa ci mette un po’ per rispondere, ma quando decide di farlo è implacabile e ribalta la partita: al 77′ Ntcham con un tiro da fuori deviato beffa Storari, poi sessanta secondi dopo Laxalt salta Bruno Alves con un numero e spara un sinistro tra le gambe del portiere del Cagliari. La chiude un colpo di testa di Rigoni all’88’ su cross di Lazovic. Una ripresa spettacolare e i tre punti che vanno alla formazione rossoblu – quella di casa.
L’EuroSassuolo, nel frattempo, fa tappa a Palermo, casa dei rosanero che l’Europa l’hanno vista 10 anni fa, uscendo ai preliminari col Celta Vigo. Berardi, Defrel e Politano compongono il tridente offensivo – tutto mancino – dei neroverdi: panchina per Matri. Il Palermo presenta molti volti nuovi rispetto alla scorsa, difficile stagione: non c’è El Mudo Vazquez, ceduto al Siviglia; debutta Posavec in porta al posto di Sorrentino, e anche l’attacco è inedito con Balogh, Quaison e Bentivegna. La banda di Di Francesco si comporta bene nei primi 45′, facendosi decisamente preferire rispetto ai padroni di casa. Defrel e
Berardi provano subito a colpire con i loro mancini, attenta la difesa del Palermo. Alla mezzora, però, sugli sviluppi di un calcio di punizione Rajkovic stende in area Defrel e commette fallo da rigore. Ammonizione per il difensore, che forse meritava qualcosa di più. Berardi spiazza Posavec e continua la sua striscia positiva di realizzazione su calcio di rigore che aveva iniziato nei preliminari di Europa League. Il Palermo non dorme e squilla due volte con Rajkovic e Rispoli dalle parti di Consigli, che però è attento a chiudere la porta. Nel secondo tempo la squadra di Ballardini gioca meglio, ma manca sempre l’ultimo tocco. Antei salva su Balogh, Berardi sempre pericoloso dall’altra parte. Nel finale espulso Rajkovic, non succede più niente: altra vittoria in trasferta e primi tre punti neroverdi.
Finiamo con un’altra sfida pazza, il ritorno del Pescara in Serie A contro un Napoli che parte sicuramente in lizza per la lotta scudetto. Fra le altre cose, è il ritorno – agrodolce – dello “scugnizzo” Insigne là dove con Immobile e Zeman aveva incantato la Serie B e portato gli abruzzesi nella massima serie qualche anno fa. Gli azzurri di Sarri devono rispondere alle vittorie di Juve e Roma di ieri, ma per farlo il tecnico toscano non si affida a Milik, bensì a Gabbiadini, sostituto d’eccellenza del Pipita, affiancato da Callejòn e proprio Insigne, e supportati da Hamsik, a segno 6 volte su 7 alla prima nelle ultime stagioni. Grande attesa anche per il Pescara di Oddo, che schiera molti talenti della Serie B 2015/16 come Benali, Memushaj, Caprari e Verre. Il Napoli parte forte e tiene i ragazzi di
casa nella loro metà campo, ma si fanno sorprendere dopo solo 8′ da Benali che, lanciato da Verre, supera in velocità Koulibaly e scavalca Reina con un pallonetto. Delizioso anche il secondo gol del Pescara, con Benali che si inventa un velo magico per Caprari: l’ex Roma gonfia la rete di sinistro. Il Napoli, pur creando qualche palla gol, non brilla e paga l’assenza di Jorginho in cabina di regia. Nella ripresa meglio gli uomini di Sarri, che con l’ingresso di Mertens rimontano i due gol di svantaggio. Il belga accorcia le distanze con un gran destro da fuori e segna il 2-2 dopo un clamoroso errore difensivo di Coda. Dries ci ha messo solo 6 minuti a segnare: 2 in meno di Higuain ieri. Può essere un segnale, ma nel frattempo il Napoli fa falsa partenza, in attesa dei rinforzi di mercato.
Tommaso Fiore