L’attesa si trasforma in ansia, l’adrenalina in energia, il sogno in realtà. È tempo di decretare il vincitore, di porre gli allori e di riscrivere la storia del calcio: perché in un modo o nell’altro, a Parigi si assisterà a qualcosa di profondamente bello, di incredibilmente sperato, di meravigliosamente normale. Ha vinto il calcio. Sui pugni e sulle botte degli hooligans, sulle tenebre del terrorismo, sulla paura di non poter più essere se stessi.
Ha vinto il calcio e speriamo continui a farlo stasera, domani, per sempre. Ha vinto il calcio sui soliti discorsi, sui facili pronostici, sulla pigrizia del mondo. Ha vinto il calcio perché come poche altre cose al mondo ha saputo predisporre un cordone di uomini e di speranza, rendendo solida tutta la magia che gira attorno ad un semplice pallone. Ha vinto il calcio perché alla fine non importa chi sarà ad alzare la coppa: né se Pogba segnerà il gol decisivo, né se Griezmann verrà fuori con la solita vena da fuoriclasse, né se Cristiano Ronaldo si consegnerà direttamente alla storia come mostro d’autentica classe e tenacia. Importerà soltanto la risposta dell’Europa del calcio: meno qualitativa di quanto ci potesse aspettare, però piena di sorprese e di storie da tramandare ai posteri.
Come quella di Kanté, ad esempio: ché se è l’anno degli underdogs, qualcosina lui in tal senso la potrà pure spendere. O come quella dei mille riscatti di marca portoghese: Nani, Quaresma, Moutinho. La tecnica mai diventata classe, la sorte sempre avversa: il dio del calcio, se predica davvero giustizia, un po’ di spunti li avrebbe per dar loro l’Europa. Insomma, sarà il trionfo della Francia o la beffa del Portogallo? In ogni caso, sarà calcio vero. Anzi, ancor meglio: sarà calcio. Punto.
E sarà come deve essere, come purtroppo ha bisogno d’essere: col suo infinito spiegamento di forze, ma con la particolare spensieratezza che una partita di calcio sa offrire: nient’altro respira, nient’altro esiste in quei novanta minuti. Che sia gloria, sogno, disfatta o illusione: sia calcio. Vinca il calcio. E chiunque dovesse trionfare, non sarà affatto l’unico campione: tutti hanno battuto il mostro del terrore. Tutti hanno superato l’oscuro contorno degli Europei.
In bocca al lupo a chi si gioca un pezzo di storia, a chi la fortuna di farlo. Da qui il tifo si alzerà forte per lo spettacolo. Perché insieme, in fondo, abbiamo fatto sì che il calcio desse un’altra lezione di vita. A tutti. O almeno, con un mezzo sorriso, uno di quelli mai forzati, ci piace davvero pensare che sia andata così.
Cristiano Corbo
This post was last modified on 10 Luglio 2016
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