Mentre l’edizione 2016 dei Championships si affaccia sulla seconda settimana, entrando nel vivo della competizione, pare di ritornare, seppur parzialmente, a respirare un’aria che non esiste più. Il movimento tennistico non vive uno dei suoi momenti apicali. Conoscendo un po’ i trascorsi di questa disciplina, si potrebbe, azzardando non eccessivamente, definire Novak Djokovic, nonostante la recentissima sconfitta per tre set ad uno contro Sam Querrey, l’unico baluardo del Tennis con la T maiuscola, in una tendenza generale al livellamento verso il basso. Nel frattempo Re Roger lotta nel suo tie break contro l’età. La modernizzazione del gioco, delle superfici, degli strumenti, delle tecniche di allenamento ed alimentazione, ha implementato l’incidenza fisico-agonistica, penalizzando il talento. Lato positivo dello scorrere del tempo, invece, è stato squarciare il velo di snobismo che ha sempre aleggiato attorno al pronipote della pallacorda.
IL VATICANO DEL TENNIS – L’All England Lawn Tennis and Croquet Club, impianto dove il torneo di Wimbledon si disputa dal 1877, è uno dei principali templi dello sport mondiale. Il Patron del “circolo” è addirittura la Regina Elisabetta II. Il presidente è il Duca di Kent. Nonostante nel tennis di oggi le prove del Grande Slam siano ufficialmente equiparate, Wimbledon resta “IL” torneo. Il Mito. Il Vaticano del Tennis, come lo definisce lo scrittore e poeta Giorgio Bassani.
Il trionfatore deve, per divenire tale, sporcare il bianco del suo completo con del verde brillante di quella sacra erba, trovare dentro di sé energie fisiche e mentali dove non ve ne sono. E sopraffare l’avversario per sette volte. Sette duelli. Il tennista non può contare su compagni di squadra più “in giornata” o su stipendi garantiti da vulcanici presidenti. E’ solo. Sul campo, nel confronto con l’avversario e con i propri demoni, così come fuori, nella scelta dei collaboratori. Per un giocatore di tennis, Wimbledon rappresenta il sogno più grande, fin da bambino. E’ massima emozione sportiva, da partecipante. Da vincitore regala l’eterna soddisfazione d’appartenere alla massima elite tennistica.
Gli inglesi adorano vantarsi per avere inventato il football. E’ una questione che andrebbe approfondita e contestualizzata. Di certo hanno inventato i Championships di Wimbledon. Per questo saremo loro eternamente grati.
Daniele Tartarone
This post was last modified on 13 Agosto 2016
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