Il giorno dopo Italia-Spagna è un turbinio di emozioni senza fine. Una partita dominata, da sfavoriti: è più bello vincere così.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi ai pronostici della vigilia: tutti smentiti. Ci davano per spacciati e, zitti zitti, stiamo andando avanti per la nostra strada.
Il giorno dopo Italia-Spagna li abbiamo umiliati: tecnicamente ci sovrastano, mentalmente annichiliti. Abbiamo scritto un altro pezzo di storia del football.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi agli iberici: palleggio, possesso, verticalizzazioni, minuti e minuti di passaggi. Inconcludenti.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi alla stessa Spagna: qualcuno esultava per aver preso l’Italia.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi alla Germania: volevano la Spagna, erano quasi sicuri di prenderla. Andiamo avanti noi, contro loro, ancora una volta: e sappiamo che contro i tedeschi la storia parla chiaramente.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi ad Antonio Conte: ma che cosa è? Non un selezionatore, ma allenatore toto corde, anima, mente, braccia di questa squadra. Il miracolo è gran parte merito suo, alla faccia di tutti quelli che “pensa già al Chelsea”. Muti.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi alla difesa azzurra: a Barzagli, mostruoso. A Bonucci, uomo-partita, è il caso di dirlo. E poi a Chiellini: muro, insuperabile e, per l’occasione, anche goleador. E la sua esultanza rispecchia appieno lo spirito guerriero di una Nazionale che non muore mai.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi ancora una volta a Chiellini. Nel 2012, nella finale, uscì dopo 21′. Ieri l’ha decisa. E poi non diteci che il calcio non è bello anche per questi scherzi del destino.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi al tunnel di De Rossi su Iniesta: blasfemia? No, spettacolo, goduria pura.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi a Buffon, alla parata salvifica su Piqué. Trentotto anni e non sentirli, trentotto anni e fare ancora la differenza: MONUMENTALE.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi che questa Nazionale ha quella che si suole definire “mentalità vincente”.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi alle ottime parate di De Gea: quanti ne avrebbero potuti avere, sennò?
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi agli scatti di Eder, le cavalcate di Florenzi e De Sciglio, la grinta di De Rossi, il genio di Insigne.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi alla brutta reazione di David Silva, a fine partita quasi: ma quanto rosicavano?
Il giorno dopo Italia-Spagna è #Spexit. Attualissimo.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi che siamo andati al di là del razionale: abbiamo vinto col cuore, con la grinta, con l’umiltà. Con un briciolo di pazzia.
Il giorno dopo Italia-Spagna è veni, vidi, vici.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi che loro hanno “Podemos”. Ora loro “Potevano”, noi “POSSIAMO”, ancora.
Il giorno dopo Italia-Spagna pensi che il loro ciclo era cominciato con noi, nel 2008. E godi due volte in più: finisce contro di noi, si chiude un cerchio, termina una parabola.
Il giorno dopo Italia-Spagna è Pellè: guerriero instancabile, ultimo a mollare, rapace di area di rigore. E menomale che un attaccante non lo avevamo..
Il giorno dopo Italia-Spagna è quello giusto per chiudere le valige ed andare a Bordeaux.
Il giorno dopo Italia-Spagna ci aspetta la Germania e noi, contro loro, ci esaltiamo sempre. Ricordiamo loro Messico ’70, Spagna ’82 e il colpo basso a Germania 2006.
Il giorno dopo Italia-Spagna cominci a divertirti come il 2006, più del 2006. E il nove luglio sono giusto dieci anni. Non succede ma se succede?
Il giorno dopo Italia-Spagna chiediamo loro ancora scusa. Ad uno ad uno.
Il giorno dopo Italia-Spagna ci regala una squadra che ora, proprio ora, comincia a volare. E non fermateci, non in questo momento. Anzi, facciamo una cosa: vediamoci a Bordeaux. Per un’altra fetta di storia!