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L’Europeo ch’è tutta una storia! Riepilogo

Finalmente l’Europeo riprende in mano la sua penna e torna a scrivere la fase finale della sua storia. Si è preso giusto quei due tre giorni di pausa per permettersi di essere carico e con la mente lucida in modo da scrivere un finale che si rispetti. Che sia almeno all’altezza, e ricco di colpi di scena e sorprese, di quanto già scritto. Una storia che di emozioni ne ha già regalate, dall’inizio sino ad ora. Capitoli su capitoli che arricchiscono e abbelliscono, ma anche intristiscono, l’avvincente competizione. E mentre l’Europeo ha già ricominciato a scrivere, noi vogliamo sintetizzarvi quelle che sono state le situazioni più significative e delimitanti la storia cardine del torneo, raccontandovi quindi, un’altra bella storia dataci dal calcio.

L’introduzione, ammettiamolo, non è delle migliori. Di emozioni ne scatena, ma di cui avremmo sicuramente potuto fare a meno. Perché la storia inizia con dei tifosi che del tifo ne fanno una causa troppo grande. Un’ossessione ignobile. Come ignobili sono le vicende che hanno accompagnato i nostri occhi nell’attesa dell’inizio della vera trama. Che poco prima che Payet, fantasista della nazione dove si annidano le vicende della storia, nel match di inaugurazione della competizione contro la Romania, facesse esplodere quella bomba allo scadere finita nella rete degli avversari, ad esplodere si diceva ci potesse essere un’altra bomba; di quelle che fanno male per davvero, che possono uccidere ed uccidono. Alla fine di bomba ne è esplosa solo una, quella di Payet come già detto, e di quell’allarme bomba non ne è rimasto che lo squillo. Squillo di paura che purtroppo ha continuato ad echeggiare nelle strade transalpine per colpa di quei tifosi che, già detto anche questo, appunto del tifo ne fanno una causa troppo grande. Talmente grande da credersi in dovere di colpire, oltre che i diretti bersagli delle loro scorrerie, l’onore di uno sport che di queste schifezze, sinceramente parlando, potrebbe e dovrebbe necessariamente esserne sgombrato e sgombro.

Ma il primo vero protagonista ve l’abbiamo già citato. Payet e la sua Francia tutta, arrancando un po’, sono i primi a raggiungere il check point in cui ci troviamo adesso. Il loro percorso è fatto di tre tappe nel quale la compagine di casa ha tentennato contro tutte le aspettative. Perché se è vero che la matematica qualificazione è arrivata senza intoppi già dopo il secondo turno dei gironi, è anche vero che la Francia è apparsa, nonostante le vittorie, una squadra del quale aver paura si ma non troppo. Francia che contro la Svizzera, altra qualificata alle fasi finali, ha espletato i suoi limiti nell’ultima del girone dimostrandosi troppo condizionata dalle prestazioni dei singoli.

La nostra Italia, che dopo le due prime giornate era qualificata, ha convinto pure a metà. Il bel gioco espresso con il Belgio alla prima si è striminzito in solidità difensiva e colpo di genio del singolo alla seconda partita. Nella quale abbiamo gettato le basi per quella che sarà poi la prima grande assenza nel finale del torneo. Una fase finale che si vede orfana di un fenomeno del calibro di Ibra. Lo svedese farà posto alla compagine Irlandese. Che oltre che di solidità e grinta, si è vista accompagnata da un tifo che si è fatto maestro di vita. Quella dell’Irlanda è una tifoseria che ha scritto paragrafi stracolmi di emozioni; come il coro che si è unito al canto dell’inno di Mameli di noi italiani. Emozioni alle quali i giocatori irlandesi hanno corrisposto con una prestazione grintosa che gli ha permesso di batterci e mettere la propria presenza anche in questo finale dei giochi.

Giochi che nonostante l’assenza di una pedina straordinaria come Ibra, vantano ancora la presenza costante e portante il Portogallo di Cristiano Ronaldo. Un Ronaldo che di far gol non si stanca mai. Ed in ogni modo. Anche nei più spettacolari. Come il colpo di tacco nel 3 a 3 contro l’Ungheria nell’ultima del girone. Un girone che si presentava già ricco di colpi di scena di suo. Con la neofita Islanda che stava già prendendosi un ruolo da protagonista sin dall’inizio del torneo. Che di cuore e vitalità si è guadagnata di diritto un posto tra le migliori sedici d’Europa, insieme alle sopracitate Portogallo e Ungheria. Sempre dalla scuola madridista il nome di un’altra stella che ha portato la sua squadra a competere tra le grandi; Bale e il suo Galles battono a punti ma non in campo gli storici avversari inglesi. Difatti nel girone la seconda è l’Inghilterra. Che ha dovuto rimediare alle stragi fatte dai suoi tifosi. Quelli di cui vi parlavamo prima. Quelli che anche se non ci piace, fanno parte di questa storia.

Una storia che deve passare anche tra i piedi di Hamsik e della sua Slovacchia, che nello stesso girone di Galles ed Inghilterra ha fatto ben pensare i tifosi napoletani per la prossima stagione. Lui intanto, ha ancora metri da percorrere nei campi di quest’europeo. Campi che ne hanno ancora anche per i piedi di Germania e Spagna. I primi ruvidi e prepotenti, gli altri fini e eleganti. Le due compagini accedono alla fase finale da due strade diverse ma che raggiungono il medesimo check point. Un solo passo falso per entrambe. La Germania si mette alle spalle tutti nel suo girone, compreso un’altra bella sorpresa di quest’Europeo quale la Polonia, che infatti, aiutata da un certo Lewandowski, è l’unica che riesce a strappare un punticino dalle casse dei tedeschi. La spunta pure l’Irlanda del nord che, assieme appunto a Germania e Polonia, sogna ancora di scalare quella montagna che ai loro occhi è incommensurabilmente grande. Un po’ meno grande appare invece la montagna per la Croazia, che di una valanga di talenti ne sta facendo tesoro al punto da conquistare la vetta nel girone e mettersi alle spalle chi di questo torneo ne ha già assaporato la gloria: la Spagna.

Croazia, Spagna, Irlanda del nord, Polonia, Germania, Slovacchia, Inghilterra, Galles, Ungheria, Islanda, Portogallo, Belgio, Irlanda, Francia, Svizzera, Italia. Sedici paesi che ancora possono sognare di divenirne protagonisti assoluti, di questa storia che l’Europeo sta scrivendoci.

 

This post was last modified on 27 Giugno 2016

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