Immaginate due normali tifosi degli Azzurri, davanti a una situazione ipotetica di quarto di finale Italia-Germania: “sarà dura.. la Germania ha Neuer”, “in difesa con Hummels e Boateng sono impenetrabili”. Vero, la banda di Löw ha un blocco difensivo che fa invidia anche a chi col BBC della difesa juventina è tornato a dormire sonni tranquilli. Ma lì davanti chi può essere il simbolo di questa Germania, campione del mondo in carica e tra le favorite per la vittoria degli Europei? Marco Reus, tanto bravo quanto sfortunato (e infortunato)? Mesut Özil, top player dell’Arsenal? Thomas Müller, atipico falso nove del calcio moderno? Non tutti terranno in considerazione chi, in questo Europeo, è salito in cattedra sulla sua fascia offensiva, creando fresco scompiglio tra le difese delle avversarie tedesche. Migliore in campo dell’ottavo di finale contro la Slovacchia, Julian Draxler è uno di quei giovani che finalmente riesce a reggere le pressioni e tramutare la sua definizione nell’immaginario calcistico collettivo da “giovane promessa” a “talento affermato”.
Draxler è una delle facce più belle del calcio europeo: uno di quei ragazzini prodigio esplosi nelle giovanili di un grande club europeo, magari con un’exploit durante una partita dei gironi di Champions League. Uno di quelli di cui si ammirano le gesta per una sera, e poi magari ce se ne si scorda per un periodo di tempo. Ma il ragazzo di Gladbeck, Renania, 23 anni a Settembre, durante quel periodo di tempo è passato al Wolfsburg (in uno dei pochi intrighi di mercato in Germania che non riguardi il Bayern Monaco in alcun modo) e diventato una delle più solidi realtà della sua nazionale. Il suo valore di mercato si è moltiplicato a una velocità spaventosa, lui facendo parte – tra l’altro – della stessa leva calcistica di ragazzi come Balotelli, che non sono riusciti a diventare giocatori di classe internazionale.
Il suo ottavo contro la Slovacchia è stato da record, soprattutto per quello che è riuscito a combinare in fase di finalizzazione: è il primo tedesco che riesce a segnare un gol e confezionare un assist nella stessa partita, l’ultimo, in ordine, fu Philipp Lahm contro la Turchia nella semifinale europea 2008. Ma a parte i record e le statistiche, quella contro gli slovacchi è stata una pura dimostrazione dell’alunno più bravo della classe: i quattro anni giocati a livello professionistico, prima allo Schalke 04 e poi al Wolfsburg, sono state abbastanza ore di lezione per far sì che le sue giocate siano arrivate a essere paragonate con quelle del suo ex compagno di squadra De Bruyne.
Da segnalare, nella sua prova da 8 e mezzo “über Alles”, soprattutto la rete del 3-0 in girata al volo e la sua strepitosa azione personale con cui ha servito un facile tap-in a Gomez. Ma anche i numeri, come la roulette a danni di Pekarik nella ripresa, e l’incisività che riesce a provvedere nella manovra offensiva della Germania, un suo tocco a condire ogni singola avanzata offensiva dei bianchi. Löw ha trovato, come fu con Müller, quell’alternativa offensiva così in gamba da poter rendere un problema innocuo la mancanza di un grande centravanti di razza tra le fila tedesche. La sua grande abilità? Saltare l’uomo e creare superiorità numerica, sottolineando il valore che può avere un assist quando spettacolare e geniale.
La nuova leva calcistica tedesca porta un nome: quello di Julian Draxler. Non da oggi, c’è un altro giocatore che entra nel club dei giocatori della Germania più forti e temuti dalle avversarie internazionali ad Euro 2016. E che probabilmente sarà uno dei giocatori più cercati nel calciomercato estivo. I 36 milioni di euro versati dal Wolfsburg allo Schalke l’anno scorso, dopo questo Europeo, saranno destinati a essere superati da un’offerta ben superiore, che questo semplice ragazzo sta dimostrando di valere. Italia, sei avvisata – italiane, siete alla finestra?
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