Ultimo aggiornamento 14 Giugno 2016 9:35 di admin
Da pochi giorni è ufficiale, Filippo Inzaghi sarà l’allenatore del Venezia. Una notizia che ha destato perplessità, un campione del suo calibro che vanta un palmares quasi irraggiungibile e record personali da mettere i brividi che sceglie di ripartire dalla Lega Pro? È proprio questo il caso, con addirittura un ingaggio dieci volte inferiore a quello che ha percepito nella sua breve avventura da allenatore del Milan. Forse meglio non parlare della sua prima panchina ad alti livelli, una stagione solo da dimenticare in cui l’unica nota positiva è stata rappresentata da Jeremy Menez (inspiegabilmente). Pippo non è riuscito a valorizzare neanche una punta, lui che a suon di gol è riuscito ad entrare nella Hall of Fame del calcio Italiano, l’uomo da 50 gol in Champions League. Così i primi dubbi sulle sue capacità: una squadra disorganizzata, una difesa che fa acqua da tutte le parti e i risultati che non arrivano, insomma sembrava l’ennesimo allenatore arrivato a quei livelli per quello che era riuscito a fare da giocatore e non per le sue abilità da tecnico.
L’ANNO “SABBATICO”, IL VENEZIA CONQUISTA LA D – Il campo ha emesso il suo verdetto, il Milan si piazza addirittura decimo in classifica e Inzaghi viene esonerato abbandonando la squadra a cui era legato dal lontano 2001. Un colpo duro, anzi durissimo. L’ex campione del mondo si trova per la prima volta senza squadra e la dirigenza con cui aveva condiviso i momenti migliori della sua carriera. Nel frattempo il Venezia, militante in serie D, viene acquistato da Joe Tacopina, avvocato della Grande Mela già noto in Italia per le sue precedenti esperienze con Roma e Bologna in cui ha rivestito importanti ruoli societari. L’obiettivo è chiaro: riportare la squadra veneta nella serie che gli spetta, passo dopo passo e scalando le classifiche di ogni serie. Torniamo ad Inzaghi per un momento, diverse squadre sembrano interessarsi ma non si conclude nulla, l’ex attaccante sembra voler uscire dal “giro” per riflettere bene sul suo futuro dopo la batosta psicologica non facile da digerire. Per un anno scompare quasi dai radar, se non per le notizie che lo accostano a qualche panchina mentre il Venezia stupisce e convince, sbaragliando ogni avversario e conquistando la vetta del proprio girone con undici punti di vantaggio sulla seconda, il Campodarsego. Il presidente Tacopina mantiene, per ora, le sue promesse riportando la squadra in Lega Pro affiancato dall’esperto ds Perinetti e dal mister Favarin, artefice della promozione con tanto di rinnovo del contratto per l’obiettivo conseguito. La dirigenza non è convinta, vuole qualcuno che possa dare la giusta immagine alla squadra, un nome che possa scuotere la piazza e far tremare le avversarie: trattativa repentina, il 7 giugno Filippo Inzaghi sigla il contratto che lo legherà al Venezia per le prossime due stagioni.
IL RITORNO ALLE ORIGINI – Segno di umiltà? Questo non possiamo saperlo con esattezza, ma per Pippo è un ritorno quello in Lega Pro. La carriera dell’attaccante che ha fatto sognare i tifosi rossoneri (e non solo) è proprio sbocciata nella terza divisione del campionato italiano quando vestiva la maglia dell’Albinoleffe. Lì si è fatto notare per la prima volta, di categoria in categoria fino al tetto d’Europa. Il ritorno alle origini, molti hanno voluto tornare sui propri passi in un momento di profonda difficoltà per capire veramente chi fossero. “La nostra paura del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio” disse Vittorini, che sul tema del ritorno alle origini ha speso un’intera vita e in questa breve frase, ma densa di significato, si rispecchia la decisione di Pippo che ha deciso di scendere in terza serie dove le difficoltà sono molteplici, dove per vincere non bastano soltanto le conoscenze, ma un’alchimia di fattori che permettono di maturare a pieno, dalla gestione dello spogliatoio a tutte le problematiche che si possono incontrare durante il percorso. Inzaghi-Venezia, sinergia che porterà in alto entrambe le parti? Questo sarà il campo a decretarlo, con la speranza dei tifosi che l’ex Milan possa seguire le orme di Gattuso.
Avendo rifiutato offerte milionarie dalla Cina o squadre di maggior rilievo (si parlava dell’Avellino) non rimane che abbassarsi il cappello dinanzi a questa scelta. Buona fortuna Pippo!