Inizia con la sfida tra le due “piccole” del raggruppamento dell’Italia il cammino del girone forse più difficile di questa competizione: la partita tra Svezia e Irlanda ci potrà dire quali saranno le insidie che gli Azzurri dovranno affrontare nelle partite successive all’esordio odierno, contro i Diavoli belgi. Sugli spalti dello Stade de France lo spettacolo offerto è eccezionale: due “muri“, uno verde bordato arancione e l’altro giallo bordato blu. Cappelli da follett0 da una parte, elmi vichinghi dall’altra. Due squadre non belle da vedere, ma certamente romantiche.
L’Irlanda, che parte sfavorita dal pronostico sia in questa partita sia per il passaggio del girone, punterà, inevitabilmente, su una solida difesa, sulla corsa tipica delle nazionali dell’area britannica e su una grande fisicità: la formazione schierata dal CT O’Neill, nordirlandese, è un 4-3-1-2, con Randolph tra i pali, Coleman e Brady sulle fasce a sostegno dei centrali Clark e O’Shea. Mezzali McCarthy e Hendrick, con Whelan mediano a centrocampo. Sulla trequarti agisce Hoolahan alle spalle di Long e Walters. Solo panchina per Robbie Keane.
La Svezia ha diversi nomi interessanti: il centrale Granqvist (nome noto in Italia per le sue stagioni al Genoa), il terzino Olsson, l’interno sinistro di centrocampo Kallstrom e la seconda punta Marcus Berg. Ma il nome che conta è uno e uno soltanto: Zlatan Ibrahimovic. Compito dell’asso del PSG è, ovviamente, trascinare il più avanti possibile la sua Svezia, considerando che questa è l’ultima partecipazione a una competizione per nazionali che Zlatan affronterà. Hamren schiera un attento 4-4-2, con Isaksson in porta, Lustig, Nilsson-Lindelof, Granqvist e Olsson in difesa, Larsson, Lewicki, Kallstrom e Forsberg a centrocampo. Attacco lasciato a Berg e Ibrahimovic.
Nonostante la bilancia della qualità penda abbondantemente dalla parte degli scandinavi, è l’Irlanda ad avere le occasioni più ghiotte, prima al 9° minuto con un missile scagliato da Hendrick, parato magistralmente da Isaksson; poi con il colpo di testa di Ciaran Clark, sul calcio d’angolo battuto da Brady, ma il pallone, piazzato verso il secondo palo, esce di un soffio fuori dalla porta.
Alla mezz’ora è Brady a regalare un’emozione al pubblico (e qualche infarto a O’Neill), sparando il pallone dal limite dell’area e sfiorando la traversa. Brividi replicati da Hendrick, che con un tiraccio dai 25 metri centra la traversa, confermando l’ottima prestazione, nella prima frazione di gara, della nazionale celtica.
Il primo guizzo della Svezia arriva al 38° da parte di Ibrahimovic, che dopo una serie di rimpalli cerca di buttarla in rete, ma il tocco di punta non centra lo specchio della parta. Ma è solo una rondine che, si sa, non fa primavera: al 40° è Long a sfiorare il vantaggio di testa su un perfetto cross giunto dalla fascia sinistra.
Sul finale del primo tempo, cambio forzato per il CT svedese Hamren, che deve sostituire lo stirato Lustig per far entrare Johansson, del Copenaghen. Dopo ultimi attimi di sofferenza, l’arbitro serbo Mazic fischia la fine del primo tempo, che ha visto un’Irlanda protagonista e una Svezia sottotono.
Nonostante la prestazione negativa degli scandinavi, mister Hamren decide di non far entrare nessuno dei talentini svedesi che lo scorso anno si sono aggiudicati l’europeo under-21: quindi niente spazio per Guidetti o Hilijemark. Fuori ancora anche Ekdal, ex giocatore di Juventus, Siena, Bologna e Cagliari, oggi all’Amburgo.
Il secondo tempo parte esattamente come il primo, con Hendrick che prova subito a realizzare il vantaggio con una sassata rasoterra da poco fuori l’area di rigore. E’ l’avvisaglia del tracollo svedese: nemmeno un minuto dopo è l’Irlanda ad andare in vantaggio con Hoolahan, che rovescia perfettamente in rete, in controbalzo, un cross di Coleman. Ma il colpo subito sveglia dal torpore gli svedesi, che nel giro di pochi minuti sfiorano il gol con Ibrahimovic, Forsberg e ancora Ibrah.
Dopo qualche folata della Nazionale del Trifoglio, è ancora la Svezia a mettere paura, con Ibrahimovic, che non riuscendo a girarsi, prova un colpo di tacco, che però viene smorzato e non impensierisce il portiere Rudolph. Intorno all’ora di gioco, Hamren toglie un deludente Berg, per lasciare spazio a John Guidetti: poco dopo, è ancora Ibrah a sfiorare il pareggio, ma il suo tocco non è abbastanza preciso.
La partita prosegue con un lento assopimento, svegliato solo da qualche tentativo (fermato per off-side) di Ibrah o qualche colpo di classe (come il doppio passo di Hoolahan o le sgroppate di Coleman) da parte degli irlandesi. Ma a venti minuti dalla fine è la Svezia ad avere la meglio: serie di passaggi dentro l’area tra Larsson e Guidetti, che la passa per Ibrahimovic, che la mette in mezzo. Ma Clark trova una sfortunata deviazione, che batte il proprio portiere: è 1-1.
Esattamente come accaduto per la Svezia, è l’Irlanda a prendere in mano il gioco dopo il gol, creando diverse occasioni molto pericolose, anche se gli scandinavi sono sempre pericolosi sulle ripartenze, specie quando convogliano su Zlatan. A cinque minuti dalla fine recrimina la Svezia per una serie di colpi proibiti in area ai danni di Granqvist, ma l’arbitro fa proseguire.
Dopo una fase più “fisica” di gioco, termina il match: un pareggio che certamente accontenta la Svezia, che per la pochezza mostrata nel primo tempo meritava molto di meno; l’Irlanda mastica amaro, dal momento che aveva assaporato il profumo della vittoria, sfumata solo per una sfortunatissima autorete. In chiave italiana, la partita di venerdì contro la Svezia potrebbe non essere un problema; molto più tosta sarà quella con l’Irlanda, che ha mostrato una condizione fisica molto buona.
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