Secondo il Fondo Monetario Internazionale, Panama è l’89° stato più ricco del mondo, seguito dalla Bolivia al 90° posto. Diversa è la situazione del reddito pro capite, che vede i panamensi adagiarsi al 62° posto della classifica, mentre la Bolivia sprofonda al 123°, con addirittura un reddito di poco più di seimila dollari l’anno.
Ricerche che un qualsiasi studente abbastanza sveglio delle medie, o al massimo del primo anno del liceo, potrebbe fare. Una rapida occhiata alle pagine di Wikipedia e già si hanno dei dati, esaustivi o meno che siano. Meno semplice è affrontare la visione di una partita di Copa América tra queste due poverissime nazioni, considerate spesso come squadre di basso valore, dato il loro ranking (82° la Bolivia, 56° Panama).
Se però molti di noi sono rimasti incollati allo schermo per vedere Italia-Finlandia, con una nazionale baltica per molti tratti imbarazzante, tutto sommato questo match lo si poteva seguire. Magari stesi su un divano, ascoltando una telecronaca di un qualche sudamericano di origine ispanica, pronti alla classica esultanza lunghissima, come la tradizione latina impone.
Chi (come me) l’avesse fatto, non ne sarà rimasto deluso. Pelle d’oca già agli inni nazionali: per la Bolivia partecipare a queste competizioni è sempre motivo di orgoglio, anche perché non riuscendo mai a qualificarsi ai mondiali, la Copa América è diventata la massima aspirazione per il popolo liberato da Simon Bolivar, quindi non stupiscono le lacrime di alcuni esordienti al momento dell’inno.
Ma i più provati dagli inni sono i panamensi, all’esordio in Copa América. Dopo diverse partecipazioni alla Gold Cup, tra l’altro coronate da ottimi piazzamenti negli ultimi anni, la nazionale istmeña (dall’istmo che divide il Centro-Nord America dall’America Latina) tenta l’assalto a una delle due coppe continentali più difficili del mondo. Certo, gli ostacoli Cile e Argentina sembrano insormontabili tanto per loro quanto per la Bolivia ma, si sa, vincere aiuta a vincere.
E allora via, si parte, calcio d’inizio e subito è Panama ad assediare la porta dei boliviani, che sembrano reggere. Ma dopo dieci minuti, Quintero si allarga sulla fascia sinistra, crossa. In mezzo all’area si vede una maglia rossa che corre e in un’acrobazia volante (o meglio, scivolata) mette a segno il gol del vantaggio dei panamensi. Il goleador è Blaz Pérez, navigato attaccante dei Vancouver Whitecaps.
La Bolivia non sembra aver accusato il colpo, anzi. Infatti dopo il vantaggio dei mesoamericani, sono i boliviani a sfiorare il pareggio in più occasioni, dovendo però tenere a bada le ripartenze dei panamensi che in contropiede si rivelano pericolosi.
Nel frattempo, la pioggia torrenziale continua a scendere. Si era un po’ calmata durante il primo tempo, ma all’intervallo aveva ripreso con una certa insistenza. Bagnando campo, tifosi e persino le telecamere. E chi più dei boliviani può trarre vantaggio da una condizione climatica sfavorevole? Loro che sono abituati a giocare con l’aria rarefatta dei 3.600 metri d’altezza di La Paz; loro che sono abituati a piogge torrenziali per buona parte dell’anno.
Nemmeno a dirlo, dopo dieci minuti di pioggia, sono i boliviani a pareggiare i conti: calcio di punizione battuto da Smedberg, palla in mezzo all’area, difensore e portiere non riescono a respingere, lì nei paraggi si aggira Juan Arce, attaccante giramondo della Bolivia. Nel suo tiro c’era probabilmente la potenza di tutti i dieci milioni di boliviani. 1-1.
Ma Panama non ci sta e, dopo aver quasi rischiato di farsi fischiare un rigore contro, torna a fare la partita, attaccando continuamente. Ma tutti i sogni di gloria si infrangono contro Lampe, il portiere boliviano, che para veramente l’impossibile, aggiudicandosi fin lì la palma del migliore in campo.
Ma all’86° Arroyo recupera un pallone sulla trequarti campo, dribbla un difensore ed entra in area. Curiosamente, è proprio Lampe a sbagliare l’uscita, lasciando sguarnita la porta. Arroyo non deve far altro che passare la palla a Blaz Pérez, che è in mezzo all’area e realizza il gol del 2-1.
Vincono dunque i panamensi quello che da tutti era considerato alla vigilia lo scontro per il terzo posto nel girone. Tuttavia bisogna dire che Panama ha veramente dominato la partita, ad eccezione di qualche moto d’orgoglio della Bolivia. Vedremo fra 3 giorni contro l’Argentina se Blas Pérez e i suoi compagni potranno ambire a qualcosa di più del terzo posto. Mentre nello scontro tra Cile e Bolivia sapremo quale delle due saluterà (quasi) definitivamente il torneo, anche se l’esito sembra abbastanza scontato.
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