Se all’una e mezza di notte ti sintonizzi per vedere Haiti-Perù, principalmente ci sono due motivi: uno, sei malato di insonnia; due, sei malato di calcio. Una cosa non esclude l’altra. Sì, perché sebbene le buone intenzioni, non puoi certo aspettarti un “partitazo”. Con le dovute premesse, cominci così a prestare attenzione alla disputa e soprattutto alla selezione di Haiti. Gli isolani partono sicuramente con un vantaggio, non puramente calcistico quanto più empirico: quello di essere vissuti e vivere tutt’ora su un luogo nel quale il Buon Lord da lassù, si è lasciato scappare decisamente la mano, anche se tutt’ora devastato dal sisma del 2010. I creoli giocano in molti in Europa, ma il loro livello non è ancora all’altezza del 1974, quando Haiti era considerata la terza forza della CONCACAF (la Uefa centro-nordamericana, per intenderci) dietro Messico e Costa Rica, e quando ci affrontavano al Mondiale tedesco dello stesso anno, nella loro prima ed ultima partecipazione alla rassegna iridata.
PRIMO TEMPO – Tuttavia nella prima frazione di gara riescono a strappare un meritato 0 a 0, sorprendentemente più per merito loro che per demerito del più esperto Perù, anche se allo scadere del primo tempo va segnalato un palo di Cueva su sponda della vecchia conoscenza europea Guerrero. Non dispiace la prestazione fino all’intervallo del centrocampista haitiano Kevin Lafrance, il quale milita in una squadra di terza serie polacca, lo Chrobry Głogów, ma un po’ tutta la squadra sorprende per come è organizzata e messa in campo. Intendiamoci, non parliamo di Argentina né tantomeno del Brasile, ma in relazione alle sue qualità e al caldo torrido di Seattle, hanno fatto la loro figura.
Risultato finale: Haiti – Perù: 0-1.
This post was last modified on 5 Giugno 2016
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