Mentre l’Italia si divide sulle convocazioni di Antonio Conte e l’Europa tutta attende con trepidazione l’inizio degli Europei, anche in Sudamerica la tensione è palpabile. Sta per cominciare, infatti, la Copa América, il torneo continentale latino americano, che per questa occasione (Centenario dalla prima Copa América) verrà allargato anche a sei squadre nordamericane. Oltre a questa particolarità, si tratta anche della prima Copa América giocata fuori dall’America Latina, dal momento che le 16 agguerrite squadre si sfideranno in dieci diverse città degli Stati Uniti d’America, con finale a East Rutherford, sobborgo di New York.
Nei giorni di avvicinamento alla manifestazione, presenteremo uno ad uno i gironi dalle quali uscirà la nuova campionessa sudamericana, sicuramente una potenziale aspirante alla vittoria finale anche nel mondiale di Russia del 2018. Iniziamo oggi con il Girone A, che darà il via alla manifestazione questa notte alle 3:30 (ora italiana) con il calcio d’inizio tra Stati Uniti e Colombia, in quel di Santa Clara (California).
STATI UNITI
Il CT è una vecchia conoscenza del nostro calcio: Jürgen Klinsmann, dopo essere stato esonerato dal Bayern Monaco nel 2009, è stato infatti assunto come commissario tecnico dalla nazionale statunitense, che ha guidato anche durante lo scorso mondiale. Dopo aver vinto, appena arrivato sulla panchina a Stelle e Strisce, una Gold Cup (il torneo continentale nordamericano), ora cercherà di aggiudicarsi questo importante torneo, approfittando del pubblico casalingo.
Gli uomini di cui si serverà per cercare questo miracolo sono alcuni nomi noti del panorama calcistico mondiale: basti pensare al capitano Michael Bradley (ex-Chievo ed ex-Roma) o Clint Dempsey (ex-Fulham ed ex-Tottenham). Altri sono volti meno famosi, ma pur sempre efficaci. Ad esempio l’ala destra dell’attacco, Graham Zusi, o il terzino destro DeAndre Yedlin, giovane promessa del Tottenham.
Nelle amichevoli del mese di maggio, gli States hanno ottenuto tre vittorie in tre partite, di cui due roboanti contro Bolivia e Porto Rico, avversari di livello nettamente inferiore, e una di misura (e al 90°) contro l’Ecuador, squadra di buon livello. Punto fisso imprescindibile è la difesa a quattro, mentre sono spesso variate le posizioni del centrocampo, con Bradley alternato tra mediano e trequartista. Solo col Porto Rico è stata provato un 4-4-2, ma va ribadito che l’avversario era ampiamente alla portata. Formazione tipo: 4-3-3, Guzan; Yedlin – Birnbaum – Brooks – Johnson; Jones – Bradley – Bedoya; Zusi – Dempsey – Zardes
COLOMBIA
I Caféteros di José Pekerman, pur essendo orfani di Mario Yepes e privi di Jackson Martinez, non tenuto in considerazione dal CT argentino a causa della brutta parentesi con l’Atlético Madrid e il successivo trasferimento in Cina, sono i favoritissimi per il passaggio del turno, nonché una delle pretendenti al successo finale.
La squadra più “italiana” di questa Copa América (sono ben quattro i giocatori provenienti dal nostro campionato) punta forte sul gruppo che già due anni fa in Brasile aveva stupito: il portiere Ospina, i centrali Murillo e Zapata, il trio delle meraviglie Rodriguez, Cuadrado e Bacca sono le certezze di una squadra che punta a fare della qualità e della velocità i suoi punti di forza.
Pur avendo giocato solo un’amichevole preparatoria (vinta contro Haiti per 3-1), la Colombia nel 2016 ha sempre vinto, sia la suddetta amichevole, sia le due partite di qualificazione al Mondiale 2018, battendo con un soffertissimo 3-2 la Bolivia (con gol di Bacca e Rodriguez) e con un 3-1 l’Ecuador (con doppietta ancora di Bacca), mostrando dunque un potenziale offensivo altissimo, pur con qualche amnesia difensiva di troppo. Formazione tipo: 4-2-3-1, Ospina; Arias – Zapata – Murillo – Diaz; Pérez – Torres; Cuadrado – Rodriguez – Cardona; Bacca
COSTA RICA
La nazionale mesoamericana, che si è qualificata a questa Copa América in quanto vincitrice della Coppa Centroamericana del 2014, è una delle squadre più insidiose, sia del girone che del torneo in generale. Sorpresa del mondiale brasiliano, il punto di forza è, come al Mondiale 2014, la difesa e la gran velocità nel contropiede; tutto questo a discapito della qualità del gioco, contrariamente alla maggioranza delle sudamericane.
I convocati noti sono pochi: sarà assente quello che probabilmente è il giocatore costaricano più forte di tutti i tempo, il portiere Keylor Navas. Il fresco campione d’Europa si è infatti infortunato dopo la finale vinta dal Real Madrid e non potrà dunque prendere parte alla manifestazione continentale. Per il resto l’attacco sarà retto da Joel Campbell (attualmente all’Arsenal) e dal capitano Bryan Ruiz (ex-Twente, ex-Fulham e oggi allo Sporting Lisbona). Occhio al centrocampista Yeltsin Tejeda, dell’Evian.
Il mister Oscar Ramirez sembra sicuro del modulo: il 5-4-1 ereditato dal predecessore (parentesi Wanchope esclusa) Jorge Luis Pinto, oggi all’Honduras. Le partite di qualificazione al mondiale contro la Giamaica e l’amichevole contro il Venezuela hanno messo in evidenza quanto già detto: 6 gol fatti, 2 gol subiti. Riuscirà la diga costaricana a reggere anche agli assalti di USA e Colombia? Formazione tipo: 5-4-1, Pemberton; Gamboa – Acosta – Duarte – Waston – Matarrita; Borges – Bolaños – Campbell – Ruiz; Urena
PARAGUAY
L’ultima squadra è anche quella più in crisi. Dopo l’epoca d’oro dell’Albirroja a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’90 (con la conquista della seconda Copa América della loro storia e l’accesso al Mondiale 1986), solo El Tata Martino era riuscito a ridare una certa solidità ai Guaranì, trascinando la squadra fino ai quarti di finale dei Mondiali del 2010, venendo eliminato per un soffio dalla Spagna poi campione del mondo, e alla finale di Copa América nel 2011, perdendo poi contro l’Uruguay.
Di quella squadra sono rimasti veramente in pochi: il CT Martino, dopo una breve esperienza al Barcellona, è andato in Argentina per portare al successo l’Albiceleste; non ci sarà Alcaraz, goleador contro l’Italia al mondiale sudafricano; non ci sarà Edgar Barreto, ritiratosi dalla nazionale già cinque anni fa per motivi di stress dovuti ai lunghi viaggi intercontinentali; non ci sarà il tandem offensivo Barrios-Santa Cruz, il primo fuori per scelta tecnica di Néstor Diaz, il secondo si è infortunato. Ci sarà invece Iturbe (ex-Verona ed ex-Roma, oggi al Bournemouth) e Antonio Sanabria, talentuosissimo ragazzo proveniente dalla cantera del Barça, oggi di proprietà della Roma e in prestito allo Sporting Gijon.
Se la nazionale biancorossa ha perso l’unica amichevole disputata in preparazione della Copa (1-0 contro il Messico), nel girone di qualificazione ai mondiali ha raccolto due pareggi, entrambi per 2-2, contro Brasile ed Ecuador, squadre tecnicamente superiori. Si tratta di un evidente periodo di transizione, ma se ci sarà la Garra di Simeoniana memoria, ogni impresa è possibile. Formazione tipo: 4-4-2, Villar; Valdez – Gomez – da Silva – Samudio; Gonzalez – Ortiz – Piris R. – Benitez E.; Benitez J. – Lezcano
This post was last modified on 4 Giugno 2016
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