Vi ricordate di Vincenzino Sarno? Nel 1999 era considerato un bambino prodigio del calcio italiano e finì presto al centro della cronaca sportiva dell’epoca. Se a undici anni sei considerato il “nuovo Maradona” e una squadra di Serie A – il Torino – ti acquista per ben 120 milioni di lire (o almeno, così dice la leggenda), la tua vita è destinata a cambiare, non per forza in meglio. Sei un predestinato, sai che il tuo futuro sarà nel calcio, ma non sempre è facile reggere certi pesi.
Ed è proprio ciò che è capitato a quel ragazzino partito dalla scuola calcio “Gaetano Scirea” di Secondigliano, periferia nord di Napoli, arrivato in Piemonte, tra i granata, in uno dei settori giovanili più importanti del paese. Una carriera segnata da un evento inaspettato, potente, più grande di lui. In quel giorno Vincenzino fu strappato violentemente dal mondo dei sogni in cui vive ogni bambino di quell’età, per essere portato bruscamente in un altro colmo di aspettative, pressioni, tensioni.
Non è stato facile per il funambolico scugnizzo partenopeo, apparso in ogni canale televisivo, diventato in quegli anni una sorta di fenomeno da baraccone, strumentalizzato da media e mondo dello spettacolo. Una vita che non gli apparteneva. Che non poteva appartenere ad un bambino nemmeno adolescente.
Il tempo, però, riserva sempre nuove sorprese. Vincenzino, che era arrivato ad odiare quel calcio così lontano e illusorio, dopo diciassette anni può prendersi una bella rivincita. Sangiovannese, Giulianova, Brescia, Potenza, Pro Patria, Reggina, Lanciano, Virtus Entella ed infine Foggia. Ed è proprio qui, in Puglia, che Sarno potrebbe scrivere la storia del club. Un suo gol contro il Lecce, ai play off di Lega Pro, ha portato in finale la squadra allenata da Roberto De Zerbi. Manca l’ultimo step, con il Pisa: si gioca domenica prossima e quella successiva, il 12 giugno. Da promessa mancata al sogno Serie B, dove il Foggia manca quasi da 20 anni…
Andrea Gagliotti
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This post was last modified on 30 Maggio 2016
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