Ultimo aggiornamento 19 Maggio 2016 15:12 di admin
ZLATAN IBRAHIMOVIC, 2011-2012 – Il Milan, fresco campione d’Italia, dopo aver interrotto il ciclo nerazzurro del post-Calciopoli, era intenzionato a continuare la scia di successi per aprire una nuova era d’oro rossonera. Purtroppo per i milanesi, sulle sponde bianconere un certo Antonio Conte decise che quello doveva essere l’anno della rinascita definitiva dei bianconeri. In quel campionato Zlatan porterà a casa ben 28 gol, insufficienti però per vincere un campionato condotto sul testa a testa fino alla penultima giornata, quando la sconfitta nel derby di Milano, e la contemporanea vittoria dei bianconeri contro il Cagliari a Trieste, consegnarono il trofeo nelle mani dei ragazzi di Conte. LUIS SUAREZ, 2013-2014 – La Scarpa d’Oro odierna, il Cannibale uruguayo, fu uno dei principali artefici della stagione esaltante del Liverpool. In uno dei campionati più incerti della storia d’Inghilterra, il “trio delle meraviglie” composto da Gerrard, Sturridge e Suarez collezionò la bellezza di 66 gol, di cui 31 solo di Suarez. In un arrivo al fotofinish, complici la sconfitta col Chelsea di Mourinho (quella del famoso autobus davanti alla porta) del 26 aprile e il pareggio per 3-3 col Crystal Palace la settimana successiva, vennero scavalcati dal Manchester City di Pellegrini, che si aggiudicò il titolo. RONALDO, 1996-1997 – L’immagine di Ronaldo più ricorrente è probabilmente quella, con i capelli a triangolo in testa, del “Fenomeno” che solleva la Coppa del Mondo 2002, a Yokohama, grazie proprio a una sua doppietta, contro la Germania. Altrettanto spesso, però, l’immagine simbolo di questo monumentale campione sono le lacrime dopo la partita Lazio-Inter del 5 Maggio dello stesso anno, in cui l’Inter perse il campionato, venendo scavalcata anche da Juventus e Roma. Ma molti non sapranno che quel campionato “maledetto” non fu l’unico perso da Ronnie. Nella stagione 1996-1997, infatti, appena ventenne, l’asso brasileiro venne acquistato dal Barcellona, che poté apprezzarne le doti durante il corso di una stagione spaziale, che vide il Barça trionfare in Coppa delle Coppe (con gol proprio di Ronaldo) contro il Paris Saint-Germain, in Copa del Rey, in Supercoppa di Spagna. Solo un trofeo mancò alla squadra, allenata da Bobby Robson, coadiuvato da José Mourinho e André Villas-Boas: La Liga. Purtroppo per loro, non bastarono né i 90 punti, né i 102 gol della squadra, né i 34 del giovanissimo Ronaldo per superare il Real Madrid, che vinse per soli due punti. CRISTIANO RONALDO, 2014-2015 – Dopo aver vinto la Décima, Ancelotti e i suoi ragazzi speravano di confezionare altri trionfi. Lo sperava probabilmente anche Cristiano Ronaldo, che in una stagione straordinaria ha realizzato ben 48 gol, oltre a 16 assist. I Galacticos presero la vetta della classifica alla nona giornata, vincendo il Clasico per 3-1. Fu una sconfitta inaspettata a Bilbao, ad inizio marzo 2015, a far perdere la vetta della classifica ai madrileni, che poi persero il titolo per due punti. Tra l’altro Ronaldo è particolarmente sfortunato, dato che allo stesso modo fu capocannoniere nel 2010-2011, con 40 gol, ma perse il titolo per quattro punti. IGOR PROTTI, 1995-1996 – Qui non si parla di campionati persi all’ultima giornata, o poco più, con cifre mostruose di gol. Qui si parla di una storia veramente triste, condita dall’incubo peggiore di ogni squadra. Il Bari, dopo aver raggiunto una salvezza abbastanza insperata la stagione precedente, guidato da Giuseppe Materazzi, decise di affidarsi alla guida tecnica di Eugenio Fascetti, ex-Lecce, Lazio, Torino e Verona, con le quali aveva ottenuto quattro promozioni in Serie A nel giro di sette anni. Al suo arrivo, Fascetti trovò una squadra composta da gente come Alberto Fontana, Luigi Sala, Carmine Gautieri, Klas Ingesson, Fabrizio Ficini, Kennet Anderson, Nicola Ventola. E, ultimo ma non ultimo, un ragazzone quasi trentenne, romagnolo, noto più per i suoi baffoni che per i gol: Igor Protti. Che, gol dopo gol, divenne il punto di riferimento dell’attacco pugliese, fino a realizzare 24 gol che fecero di lui il capocannoniere della serie A, ex-aequo con Beppe Signori. Tuttavia, complici le troppe amnesie difensive nel corso della stagione (ben 71 i gol subiti), il Bari scese in Serie B matematicamente con la sconfitta della penultima giornata a San Siro, contro l’Inter, per 3-0. DORIN MATEUT, 1988-1989 – La storia forse meno conosciuta è quella di Dorin Mateut. Intanto chiariamo il contesto: siamo nella Romania della fine degli anni ’80. Il campionato è egemonia pressoché perenne dello Steaua Bucarest che, dal 1980 al 1988 porta a casa 4 campionati rumeni (tutti consecutivi), due Coppe di Romania e, soprattutto, la Coppa dei Campioni 1985-1986, vinta ai rigori contro il Barcellona. La stagione 1988-1989 si preannuncia, per i campioni in carica di Romania, come l’ennesima trionfale, con la possibilità di puntare ancora all’Europa. Tuttavia, mentre l’avanzata europea si rivela molto fortunata fino alla finale (dove poi venne sconfitto dal Milan per 4-0), la sfida sul suolo nazionale si accende grazie a una Dinamo Bucarest particolarmente solida; ma soprattutto spinta da Dorin Mateut, un trequartista di grandissimo talento, che aveva realizzato ben diciassette reti la stagione precedente. Niente di nemmeno paragonabile alla stagione presa in esame, in cui Mateut mette a segno ben 43 reti, che gli valgono la Scarpa d’Oro come miglior attaccante d’Europa. Ma non il titolo di Romania, vinto dallo Steaua con 65 punti contro i 62 della Dinamo. ANGELO SCHIAVIO, 1931-1932 – Il campionato di Serie A 1931-1932 portò tante novità nella massima serie del nostro campionato: l’esordio assoluto di Bari e Fiorentina, oltre alla trasmissione radiofonica dell’evento; la partecipazione di squadre come la BrasiLazio, così soprannominata per i tanti acquisti sudamericani compiuti dai romani. La grande favorita era la Juventus guidata Carlo Carcano, accoppiata vincente anche l’anno precedente. Tuttavia, causa la forma non eccezionale di Luis Monti, al ritorno dalla natia Argentina, la Juve dovette limitarsi alla rincorsa sin da subito. Sin da subito, il Bologna si issò in testa alla classifica, spinto dai gol di Angelo Schiavio. La squadra di Lelovics continuò la sua marcia trionfale fino a metà Aprile, quando perse per 4-3 la gara contro l’Inter (al tempo Ambrosiana). Ne approfittò la Juve, vincente per 4-2 sulla Triestina, per scavalcare i rossoblù, vincendo poi il campionato con una striscia di dieci vittorie consecutive. GINO ROSSETTI, 1928-1929 – Non poteva mancare Gino Rossetti, a questo rapido excursus dei goleador sfortunati. Nonostante per tutto il finale di campionato si sia parlato infatti del record di reti di Gunnar Nordhal (35), non si è mai specificato che le reti erano nel campionato a girone unico. Infatti, quando il campionato era ancora diviso in due gironi (cioè fino al 1929), il record di gol fu di Gino Rossetti, che realizzò 36 reti nella stagione 1928-1929. La Divisione Nazionale (così si chiamava la massima serie italiana) vide confrontarsi, nella finale scudetto, il Torino, vincitore del girone A, superando (tra le altre) il Milan e la Roma, e il Bologna (che vinse il proprio girone con largo margine sulla Juventus). Una sfida tra il capocannoniere Gino Rossetti e il bomber dei felsinei, Angelo Schiavio. Già, ancora lui. Non bastarono 180 minuti per decidere la vincente: non esistendo infatti la regola dei gol fuori casa, con la sconfitta per 3-1 (con una doppietta di Schiavio, tra l’altro) a Bologna e la vittoria 1-0 al Filadelfia, fu obbligata la ripetizione della partita, giocata a Roma. Alla fine vinse il Bologna, che trovò il gol della vittoria all’82°. Curiosamente, Gino Rossetti non segnò nemmeno un gol nelle tre partite di spareggio giocate. Un altro campione sfortunato.
Si è appena concluso il campionato 2015-2016, che ha visto vincente la Juventus , dopo una eccezionale rimonta, iniziata intorno alla metà del girone di andata. Il trionfo juventino ha messo fine ai sogni del Napoli, che vedeva nel gruppo di questa stagione la possibilità di ripetere i fasti dell’era Maradona. Una concatenazione di fattori ha reso possibile questo sogno scudetto: il ritorno di un portiere preparato ed esperto come Reina, un centrocampo di caratura internazionale, un Insigne in forma eccezionale, il gioco di Sarri . Ma certamente l’uomo che ha incantato più di tutti è Gonzalo Higuain . Che, col gol in rovesciata contro il Frosinone si è aggiudicato la palma di miglior marcatore in una sola stagione della storia della Serie A. Una stagione condita da 36 gol del Pipita, che però non è bastata per aggiudicarsi lo scudetto. Ma quali sono state le altre celebri corse per la vittoria dove un giocatore in stato di grazia non è bastato per aggiudicarsi il titolo? Ripercorriamolo con questa gallery.