Ultimo aggiornamento 11 Maggio 2016 10:50 di
NAZIONALE DELLA CECOSLOVACCHIA. 20 Giugno 1976: una data che in Repubblica Ceca e Slovacchia è impossibile dimenticare. La Nazionale Cecoslovacca vince infatti per la prima volta nella sua storia l’Europeo e lo fa compiendo un’impresa difficile anche soltanto da immaginare: a Belgrado la squadra sconfigge ai calci di rigore i titani della Germania Ovest, dopo il risultato di 2-2 ai tempi regolamentari. Ma la loro storia non si esaurisce qui: la Nazionale, fondata nel 1920, sarà una delle più importanti e sorprendenti del panorama calcistico europeo, tanto che i loro calciatori si guadagneranno l’appellativo di “maestri cecoslovacchi”. Oltre alla vittoria di Euro ’76, la squadra prenderà parte ad altre due edizioni del Campionato europeo negli anni 1960 e 1980, piazzandosi entrambe le volte in terza posizione. Otto saranno invece le partecipazioni al Mondiale, con due secondi posti nel 1934 e nel 1962. Lo Stato Cecoslovacco si scisse nel 1993 e, di riflesso, anche la Nazionale, che disputò la sua ultima partita contro il Belgio. NAZIONALE DELL’UNIONE SOVIETICA. Nonostante la fondazione del 1923 (nata inizialmente come selezione della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa), la Nazionale dell’URSS fece il suo esordio nel calcio internazionale dopo la seconda guerra mondiale. Dagli anni cinquanta in poi, la squadra cominciò la sua scalata verso il tetto d’Europa che culminò nel 1960, alla prima edizione del Campionato europeo, quando “L’Armata Rossa” trionfò nella finale contro la Jugoslavia. La squadra fu una fucina di grandi campioni e talenti, su tutti il calciatore Lev Jasin, soprannominato il “ragno nero”, unico portiere vincitore del Pallone d’oro. Alla vittoria di Euro 60 seguirono altre cinque apparizioni nel campionato europeo, di cui tre edizioni (1964, 1972, 1988) terminate al secondo posto. Sette furono invece le presenze della squadra ai campionati del mondo. A causa della dissoluzione dell’Unione Sovietica, la Nazionale fu sciolta nel 1991 nonostante la qualificazione ad Euro 92. Al suo posto venne inserita la Nazionale del CSI che rappresentava tutte le repubbliche dell’URSS che fino all’anno prima avevano fatto parte dell’Unione Sovietica. NAZIONALE DELLE COMUNITA’ DEGLI STATI INDIPENDENTI (CSI). L’avventura di questa Nazionale è a dir poco incredibile:sono a mala pena 5 i mesi di vita e di permanenza(Gennaio-Giugno 1992). La confederazione degli Stati indipendenti, attualmente composta da 9 delle 15 repubbliche dell’ex Unione Sovietica, si costituì in una federazione calcistica nel 1992. La squadra comprendeva i calciatori di 11 delle 15 repubbliche dell’URSS che si misero in mostra durante gli europei del 1992, tenutisi in Svezia. Euro ‘92 fu anche l’ultima edizione con 8 squadre partecipanti, dall’edizione successiva andò in vigore la formula a 16 squadre. Il cammino del CSI, inserito nel girone con Scozia, Olanda e Germania non fu però brillante: la squadra terminò in ultima posizione con soli 2 punti racimolati. Dopo l’esperienza europea, ogni atleta iniziò a giocare nella federazione di appartenenza ponendo cosi fine alla brevissima vita della Nazionale. NAZIONALE DEL SAARLAND. In pochi ricordano la storia di questa Nazionale arrivata al capolinea nel Giugno del 1956. La regione del Saarland, uno dei 16 Lander della Germania, fondò la sua squadra nel 1950 e, quattro anni più tardi, fu una delle Nazioni fondatrici dell’UEFA. Il vissuto sarà però breve, caratterizzato da una sola apparizione nelle qualificazioni per il Mondiale del 1954 che vide la selezione chiudere al secondo posto (all’epoca accedeva alla fase finale del torneo solo la prima di ogni girone) alle spalle della Germania Ovest, detentrice poi del torneo. Degna dei viaggi di Gulliver sarà l’ultima comparsa della squadra, quando i lillipuziani del Saarland vennero sconfitti per tre reti a due dai giganti olandesi. Piccola curiosità: nel corso della sua poco longeva storia, furono complessivamente 42 i giocatori impiegati. NAZIONALE DELLA GERMANIA DELL’EST. Il muro che separava la Germania dell’Est comunista e la Germania dell’Ovest, zona d’influenza americana, era da poco crollato quando la Nazionale fu sciolta (Novembre 1990). La loro avventura fu però meno fortunata e vincente dei “cugini”dell’Ovest, basti pensare che la squadra non riuscì mai a centrare la qualificazione per la fase finale degli europei. Tuttavia, nella sua non eclatante storia, la Germania dell’Est partecipò al Mondiale del 1974( guarda caso proprio l’edizione giocata nella terra dei cugini che uscirono vittoriosi dalla competizione)e venne inserita nello stesso girone della Germania dell’Ovest. Le due squadre, rivali più dal punto di vista politico che sportivo, dovettero affrontarsi in un derby infuocato che poteva esser cosi riassunto: lotta di classe contro potere. Il risultato fu a dir poco rocambolesco e ribaltò completamente i favori del pronostico: in un Volksparkstadion stracolmo(circa 60 mila spettatori) la Germania dell’Est ammutolì i 50 mila tifosi di casa con un gol al ‘77 di Sparwasser. Un gol rosso, proletario dritto al cuore dei potenti, talmente importante che per un periodo circolò la voce( poi smentita) che lo stesso calciatore avesse ricevuto ,come premio dal governo, una casa,un’automobile e un conto in banca. La squadra disputò la sua ultima partita nell’ottobre 1992, concludendo la sua storia dopo la caduta del Muro e la riunificazione della Germania. NAZIONALE DELL’IRLANDA (IFA). La Nazionale di calcio irlandese, nata nel lontano 1882 e gestita dall’IFA (Federazione calcistica dell’Irlanda del Nord), rappresentava la federazione calcistica dell’isola prima del 1922, quando quest’ultima faceva ancora parte del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda. Nonostante il riconoscimento dello Stato Libero d’Irlanda e la conseguente creazione della Nazionale gestita stavolta dalla FAI, la selezione dell’IFA continuò ad esistere fino al 1950. In virtù di ciò, la squadra non poté dunque partecipare agli europei (visto che la prima edizione si svolse nel 1960) e non prese parte a nessuna edizione dei Mondiali. Nel 1954 il nome della nuova selezione mutò in Irlanda del Nord. Più che tennistico fu l’esordio della squadra nel 1882: a Belfast l’Irlanda venne infatti sconfitta per 13-0 dall’Inghilterra. NAZIONALE DELLA JUGOSLAVIA. Susic, Boban, Savicevic, Stojkovic sono soltanto alcuni nomi di una Nazionale che ha fatto la storia e che ancora adesso, seppur non sotto la stessa bandiera, continua a sfornare talenti in quantità. Più di 40 sono infatti i calciatori appartenenti all’ex Jugoslavia che oggi militano in Serie A ( Handanovic, Pjanic, Dzeko, Jovetic per citarne alcuni). Non è un caso dunque che la Nazionale veniva chiamata in passato con l’appellativo di Brasile d’Europa, stregando e affascinando non soltanto il calcio europeo ma anche quello mondiale. La squadra fondata nel 1920 è stata la rappresentativa di ”Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Tito”, prendendo spunto dalle parole dello stesso Tito, dittatore rivoluzionario e capo di stato jugoslavo. Il palmarès è di tutto rispetto con ben 8 partecipazioni al Campionato del Mondo(la prima edizione del 1930 terminata addirittura al terzo posto) e 4 al Campionato d’Europa (con due secondi posti nel 1960 e 1968). Romanzesca fu la semifinale contro la Francia della prima edizione del Campionato europeo del 1960: dopo aver concluso il primo tempo in svantaggio per 2-1 e aver subito due ulteriori gol nella ripresa, la squadra riuscì a ribaltare il risultato e si impose per 5-4. A rovinare il sogno nella finale fu poi l’URSS che vinse di rimonta per 2-1. Nell’edizione del 1968 sarà il colore azzurro a rovinare la festa della Jugoslavia: nella finale di Roma, l’Italia conquistò il suo primo titolo europeo grazie alle reti di Domenghini, Riva e Anastasi. Dopo altri buoni piazzamenti nei tornei internazionali, la Nazionale jugoslava disputò la sua ultima partita nel 1992, venendo però esclusa da Euro ’92 a causa della guerra scoppiata nel suo territorio. Quello che successe dopo sembrò quasi uno scherzo del destino: la Danimarca, che venne ripescata al suo posto, vinse il torneo.
E’ il 16 novembre 1990 quando nelle sale italiane esce il celebre film Ghost, destinato ad avere un grande consenso fra il pubblico. La pellicola racconta la storia di Sam Wheat che, dopo esser rimasto ucciso durante un tentativo di rapina, si risveglia subito in condizione di fantasma e il suo spettro inizia ad aleggiare nell’ambiente circostante. Tralasciando l’universo e le dinamiche cinematografiche e trasferendoci sui campi da calcio, più precisamente in Francia dove si terranno i prossimi campionati europei, potremmo ritrovare delle condizioni analoghe al film appena citato. Non che degli spettri facciano irruzione negli stadi, ma probabilmente il ricordo delle 7 dimenticate potrebbe farsi vivo nella mente di qualche ossessivo intenditore e svegliare scheletri nell’armadio ormai celati da tempo. Sono infatti 7 le Nazionali di calcio scomparse che appartenevano all’UEFA e alcune di esse hanno dato tanto al calcio e alla competizione europea per eccellenza: C’è chi ha trionfato, chi ha addirittura alzato il trofeo nell’anno del suo avvento, chi invece è stato relegato ad un ruolo di nicchia con qualche sporadica apparizione soltanto nelle qualificazioni. Ma vediamo, nella gallery sopra, la storia di queste 7 insolite sorelle.