1976. Perdendo nel vecchio Meomartini contro il Bari, il Benevento dice addio alla seconda serie permettendo al Lecce, vittorioso a Siracusa, di mettere la freccia e approdare in B.
21 giugno 2009. Una città intera, con le adeguate proporzioni, vive il suo piccolo grande “Maracanazo”. Finale playoff contro il Crotone: per l’accesso in cadetteria, al Benevento può bastare anche un pareggio per via del miglior piazzamento rispetto ai pitagorici in classifica, ma il gol di Caetano Calil, cresciuto nelle giovanili del Sao Paulo con un certo Ricardo Izacson Leite (forse vi dice qualcosa il suo soprannome Kakà), gela il Santa Colomba e lo stadio diviene il paradigma dell’intera comunità: un calderone silenzioso.
Per i successivi sei anni, la parola playoff affiancata al nome della città che come una nobildonna anziana e stanca si adagia lungo il letto del Sabato e del Calore. Dopo aver sfiorato il sogno della B anche lo scorso anno, i sanniti hanno dovuto inchinarsi alla cavalcata trionfale dei cugini salernitani, salvo poi dire definitivamente addio alla promozione, anche in questo caso ai playoff, nella sfida contro i lariani del Como. In quel torrido pomeriggio di fine maggio, la sensazione che aleggiava nell’antica Beneventum divenuta tutto d’un tratto di nuovo Maleventum, era che, forse, tutto fosse finito. Cosa stesse volgendo al termine era ancora poco chiaro, ma era netto un senso di stravolgimento.
Benvenuto B…enevento.
Vincenzo Boniello
This post was last modified on 30 Aprile 2016
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