Ultimo aggiornamento 23 Aprile 2016 9:48 di admin
Mentre in Italia da ormai più di un mese sta impazzando il toto-ct, per scegliere (come se poi ci fosse una persona diversa da Tavecchio abilitata a scegliere l’allenatore della nostra nazionale) il successore di Antonio Conte, in Inghilterra i tifosi di Leicester e Swansea stanno godendo i frutti delle scelte oculate delle loro società.
L’ARTEFICE DEL MIRACOLO – Il Leicester, più di tutti, può vantare di aver preso l’allenatore tatticamente più esperto della Premier League di quest’anno, a giudicare anche dai risultati ottenuti finora. Se Vardy e compagni si trovano lì, infatti, sicuramente lo devono in buonissima parte a Ranieri, l’esperto tecnico romano che, in un campionato dal livello atletico altissimo, ha portato quella tattica e quel paio di acquisti azzeccati (tra tutti Okazaki e Dyer) che ne hanno fatto l’allenatore del momento in Inghilterra.
Difatti, il nomignolo Tinkerman, affibbiatogli ai tempi del Chelsea a causa delle sue incertezze nella formazione, sembra essersi dissolto quest’anno, dal momento che il Leicester quest’anno ha dato spazio quasi sempre agli stessi uomini: ad eccezione di qualche rimescolamento di carte dovuto a infortuni o squalifiche, infatti, la formazione dei Foxes è stata quasi sempre la stessa, favorendo anche una coesione dello spogliatoio tale da dare quella tranquillità di cui i ragazzi delle Midlands hanno disperatamente bisogno.
Anche se senza Vardy, squalificato per due giornate per aver insultato l’arbitro durante la partita Leicester-West Ham, nella quale era stato espulso con doppio giallo per una (dubbia) simulazione, i ragazzi di Ranieri, ancora a caccia del “miracolo”, ospiteranno al King Power Stadium lo Swansea, una squadra completamente rimaneggiata che ora sembra essere uscita dal pericoloso pantano retrocessione che l’aveva inglobata.
IL RITORNO DEL MAESTRO – Il merito? Certamente di chi va in campo, ma anche di un altro maestro del nostro calcio: Francesco Guidolin. Per il mister di Castelfranco Veneto parlano i risultati: una Coppa Italia vinta col Vicenza, la vittoria del campionato di Serie B col Palermo e la successiva qualificazione in Europa coi siciliani, la nuova promozione col Parma, la doppia qualificazione in Champions League, mancata solo ai play-off, con l’Udinese. Un palmarés di tutto rispetto, oltre alla quantità eccezionale di giocatori scoperti, allevati e poi lanciati nel calcio mondiale: tra tutti, non si può non citare il Luca Toni capocannoniere della Serie B 2003-2004 e la splendida stagione di Alexis Sanchez, nel 2010-2011, che valse al cileno la chiamata del Barcellona.
Dopo aver deciso, al termine della stagione 2013-2014, di abbandonare il ruolo di allenatore per dedicarsi a un qualcosa di sopportabile per la sua età (ad ottobre compirà 61 anni), decide di diventare supervisore tecnico della “holding” calcistica dei Pozzo, ossia il tridente Udinese, Watford e Granada. Un progetto sicuramente ambizioso, ma inadatto a un uomo che del rapporto quotidiano coi giocatori ha fatto un marchio di fabbrica. Nel giugno 2015 ha quindi lasciato il posto, in attesa di una panchina. L’occasione, dopo aver rifiutato quella (bollente) del Verona e quella (altrettanto bollente) del Palermo, si è manifestata in Inghilterra, quando appunto i gallesi dello Swansea decidono di tirarsi fuori dal pantano sfruttando le invidiabili competenze del tecnico italiano.
La situazione, al momento della chiamata, è critica: con appena 19 punti in 21 partite e un diciassettesimo posto, infatti, serve un miracolo per la salvezza. Ed ecco che la mano di Guidolin si vede subito. Nemmeno un giorno dal suo arrivo e lo Swansea batte per 1-0 proprio il Watford, squadra dei Pozzo. Il cambio passo è evidente: 21 punti in 13 partite, e salvezza quasi definitivamente in cassaforte. L’acquisto significativo del mercato di gennaio? Non poteva che essere in Italia: Guidolin ha infatti chiesto (e ottenuto) di poter allenare di nuovo, dopo la breve parentesi al Parma, l’ex attaccante del Chievo Alberto Paloschi, che ha ripagato con due gol, uno (purtroppo inutile) contro il Tottenham e uno (decisivo) contro lo Stoke City.
Leicester contro Swansea, Ranieri contro Guidolin, nel segno della (pesante) eredità di Vardy e dell’esplosione di un attaccante come Paloschi, spesso ignorato in Italia, che può continuare la sua crescita grazie al suo mentore.