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Le 22 volte in cui ho amato follemente Ricardo Izecson dos Santos Leite “Kaka”

Ho visto Dio andare avanti palla al piede, sfidare le difese, superarle, annientarle, annichilirle. Ho visto Dio andare di falcata prorompente, chiudere un’azione memorabile con un doppio passo. L’ho visto concludere con un destro, sempre secco, qualche volta a giro. E l’ho visto col 22 sulle spalle.

Spesso, poi, l’ho visto sorridere: uno di quei sorrisi lunghi, larghi, belli. Dannatamente belli. Uno di quelli che solo le vittorie, le più grandi, sanno portare in dono. Ah, ma l’ho visto anche piangere, sfogarsi, arrabbiarsi. L’ho visto pregare di non andar via, applaudire chi lo amava, giurare amore eterno con la consapevolezza di aver promesso troppo in grande. E sì, l’ho visto sbagliare, rimediare, ricucire. Prendersi le sue responsabilità, però soffrirci, da innamorato senza possibilità di ripresa.

E ho amato anch’io Kaka. L’ho amato nella sua versione Ricardo. E soprattutto in quella vestito da fuoriclasse, da campione di tutto, da esponente del sublime di quel maledetto pallone che nonostante tutto sa ancora emozionarci. Ho amato gol, dribbling ammalianti, il metterci la faccia in qualsiasi occasione. Ho amato la sua purezza: d’animo e di gioco. Ho amato soprattutto i momenti, perché poi la vita è tutta lì: nelle sfumature, nel rosso e nel nero, nel verde e nell’oro. Negli attimi, più significativi, di una storia che occuperà per sempre la parte più candida del nostro cuore.

22 volte esatte e poco casuali, Ricardo Izecson dos Santos Leite mi ha ricordato perché questo è lo sport più pazzesco di tutti.
E allora, buon compleanno, Ricky. Ma, soprattutto, grazie…

1. PER IL GOL ALLO UNITED.
Perché una roba del genere sintetizza tutto: talento, cuore, grinta. E classe, infinita.


2. LA SUA COERENZA ED IL SUO CREDO.
Perché è un mondo bastardo, questo qui. E lui n’è uscito pulito: credendo in se stesso e in qualcuno che lo proteggesse. Sempre.

3. PER LA COMPOSTEZZA NEL GIORNO DELLA SUA PRESENTAZIONE
Perché fosti garbato, educato, senza malizia. Ma caparbio nel far capire subito le tue intenzioni: “Sì, Rivaldo è un amico. Però gli ruberò il posto”. Una sentenza.

4. PER IL PRIMO GOL NEL DERBY.
Perché i fuoriclasse non hanno timori, paure, preoccupazioni. Vanno lì e fanno il proprio dovere. Anche se sono al primo derby, anche se a San Siro c’è la partita più bella ed importante d’Europa.

5. PER LO SMOKING BIANCO. 
Perché, dannato Pellegatti, io non riesco ad immaginarti senza.

6. PER LE LACRIME DI ISTANBUL.
Perché hai pianto con me, e forse più di me. E perché non hai mollato un centimetro, neanche dagli undici metri.

7. PERCHE’ DOPO IL FENERBAHCE NON SI È PIU’ FERMATO IN EUROPA.
E la differenza tra il campione ed un extraterrestre, in fondo, sta soprattutto lì.

8. PER IL SORRISO SEMPRE CONTAGIOSO.
Anche quando non c’erano motivi per sorridere, anche quando in cuor tuo volevi fare ben altro.

9. PER LA GIOIA DOPO LA PAURA DI GLASGOW.
E per le sportellate, per la cavalcata, per il passo lungo, per un Boruc infinito beffato con un piattone sotto le gambe. Per la poesia, magia, astuzia. Per essere stato ancora una volta te stesso fino in fondo, ecco.


10. PER IL PALLONE D’ORO NEL 2007.
Strameritato per ogni singolo istante di quella stagione furiosamente indimenticabile.

11. PER QUELLA VOLTA IN CUI RIFIUTO’ IL CITY.
Che ancora oggi resta l’offerta più alta mai registrata. E che ancora oggi è fonte di mani divorate da Berlusconi. Machissenefrega.

12. PER QUELLA NOTTE MAGICA, AFFACCIATO AL BALCONE, CON LA MAGLIA DEL MILAN ED IL CUORE RICOLMO D’ORGOGLIO.
Per i cori, le urla, l’amore. Per il Milan fino alla fine. Per quella ressa nel cuore di Milano, per i venti a cantare, che divennero cinquanta, che si trasformarono in cento. Per quel lieto fine e per l’alba di un nuovo inizio. Per aver creduto, anche in una banale notte di gennaio, che non saresti mai più andato via.

13. PER L’ULTIMO GOL DEL VERO RICKY, CON LA FIORENTINA.
Perché con te ed Ancelotti finì un’era, ma non è mai cessato l’amore. Mai.

14. PER L’OCCASIONE REAL, ACCETTATA NON SENZA QUALCHE RIMORSO.
Perché non puoi non andare nella squadra più forte al mondo, perché ho capito la tua sofferenza. E forse qualche rimpianto…

15. PER IL RITORNO, DOPO IL DECLINO. 
Perché avevi bisogno di tornare a casa, da chi ti amava. Perché certe emozioni non si dimenticano, e ingenuamente pensavo potessero essere almeno rivissute.

16.PER IL GOL ALLO SCHALKE.
Il mio preferito, senz’appello.

17. PER IL DESTRO A GIRO ALLA LAZIO, APPENA TORNATO.
Ed il boato di San Siro, d’altri tempi e d’altre immagini. Nostalgia canaglia.

18. PER LA SOFFERENZA E L’ORGOGLIO DI UN MILAN MAI PIU’ RITROVATO. 
Perché la storia era diversa, profondamente ed irrimediabilmente. Eppure, qualche mero tentativo di splendere, resta nei cuori di chi ci ha creduto.

19. PER LA CLASSE INFINITA.
Che non s’impara, ma si vive. Che non si acquisisce, ma ci si nasce.

20. PER IL DRIBBLING SECCO + FALCATA.
Che anche a Fifa era un piacere, e mio fratello ne sa qualcosa. Che dal vivo resta la giocata più emozionante che potessi mai ammirare.

21. PER QUEL PALLAAPIEDISMO ESTREMO.
Perché non ti staccavi mai, e lei, la palla, t’ubbidiva ed eseguiva i tuoi comandi. Anche i più assurdi, specialmente i più belli.

22. PER ATENE.
Perché ci sono luoghi perfetti per diventare divinità. Tu ci riuscisti rubando il fulmine a Zeus, la bellezza ad Afrodite. Il cuore ai milanisti.

Cristiano Corbo

This post was last modified on 22 Aprile 2016

redazione

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