Milan, il CEO Furlani ha le idee chiare per il ruolo di futuro direttore sportivo del Milan: ecco chi è il prescelto
Sembrava tutto fatto per Fabio Paratici, un nome che aveva fatto battere il cuore ai tifosi rossoneri con la promessa di un ritorno in grande stile. Ma, proprio quando l’annuncio era nell’aria e le firme sui contratti sembravano una formalità, è saltato tutto. Un colpo di scena degno di una telenovela, che ha riportato il Milan a casella zero, come in un gioco dell’oca dal finale beffardo.
E ora? La domanda che ronza nella testa di tutti è una sola: chi sarà il prossimo direttore sportivo del Milan, l’uomo chiamato a rifondare la squadra e a rilanciarla verso i fasti di un tempo? Giorgio Furlani, l’amministratore delegato rossonero, ha messo le cose in chiaro: al centro del progetto ci deve essere l’italianità, o almeno una conoscenza profonda della Serie A.
Non si tratta solo di un capriccio, ma di una scelta strategica: il calcio italiano ha le sue dinamiche, i suoi segreti, e per navigarlo serve qualcuno che parli la stessa lingua – in senso figurato e non. Questo criterio, però, taglia fuori a priori qualsiasi pista estera, restringendo il campo a poche opzioni, tutte da valutare con attenzione. Ma quali sono i nomi in lizza per questo ruolo chiave nel mercato Milan della stagione 2025?
Le alternative italiane per il direttore sportivo del Milan
In cima alla lista c’è Tony D’Amico, attuale ds dell’Atalanta. Il suo lavoro a Bergamo è sotto gli occhi di tutti: una squadra costruita con intelligenza, capace di competere in Italia e in Europa senza svenarsi.

Un profilo che piace, e non poco, in via Aldo Rossi. Ma c’è un “ma” grande come una casa: D’Amico ha un contratto lungo con la Dea e, proprio ieri, ha dichiarato di voler restare a Bergamo anche per la prossima stagione. Convincerlo a cambiare aria non sarà una passeggiata, e trattare con l’Atalanta – che non molla facilmente i suoi gioielli, figuriamoci i dirigenti – potrebbe trasformarsi in un’impresa da far girare la testa.
Altra pista calda è quella di Giovanni Manna, attualmente al Napoli. Anche lui è un nome che stuzzica la fantasia dei rossoneri: giovane, preparato, con un occhio per il talento e una visione moderna del calcio. Tuttavia, pure in questo caso, la strada è in salita.
Manna è legato al club partenopeo, e strappalo alla corte di De Laurentiis significherebbe aprire una trattativa complessa, con tanto di tira e molla che potrebbe durare settimane. Insomma, per il Milan non è proprio il momento di stare con le mani in mano: serve un piano B, o forse anche un piano C.
Igli Tare: il ritorno di un profilo esperto per la Serie A 2025
E poi c’è Igli Tare, un’opzione che ha il sapore di un ritorno in auge. Libero da vincoli contrattuali, non è italiano di passaporto ma lo è di fatto d’adozione, dopo anni passati a respirare il calcio nostrano. Con la Lazio ha messo in mostra qualità da applausi: ha costruito squadre competitive con budget tutt’altro che faraonici, pescando talenti come Milinković-Savić e tenendo botta in un ambiente non sempre facile come quello biancoceleste.

Non a caso, era il prescelto di Zlatan Ibrahimović, che in lui vedeva l’uomo giusto per dare una scossa al progetto rossonero. Chissà che questo stop con Paratici non riapra la porta a Tare, magari con un ingresso a sorpresa nella Serie A 2025, pronto a lasciare il segno anche a Milano.
La sua esperienza potrebbe essere un asso nella manica per un Milan che cerca stabilità. Pensateci: dopo anni di cambiamenti e qualche passo falso, avere un ds che conosce il campionato come le sue tasche potrebbe fare la differenza. Certo, qualcuno potrebbe storcere il naso – “non è un nome da capogiro” – ma in fondo, nel calcio, i risultati contano più delle copertine.
Quale futuro per il mercato Milan con il nuovo ds?
Qualunque sia la scelta, il prossimo direttore sportivo del Milan avrà un compito che definire “tosto” è un eufemismo. Rifondare una squadra che negli ultimi mesi ha mostrato luci e ombre non è roba da poco.
Serviranno idee chiare, un occhio lungo sul mercato Milan e, soprattutto, la capacità di lavorare in sintonia con la proprietà e con l’allenatore – altro nodo ancora tutto da sciogliere. La tifoseria, dal canto suo, aspetta con il fiato sospeso: dopo il sogno Paratici svanito in un battito di ciglia, c’è voglia di certezze, di un progetto che riporti il Diavolo dove merita.
E se fosse proprio un outsider a spuntarla? Magari un nome meno altisonante, ma con la fame di chi vuole dimostrare qualcosa. Oppure, perché no, un ritorno al passato con un profilo già noto ai tifosi rossoneri. Quel che è certo è che il tempo stringe: la stagione 2025 è dietro l’angolo, e il Milan non può permettersi di arrivare impreparato.
Tra voci di corridoio e riunioni segrete, la caccia al nuovo ds continua, e ogni giorno porta con sé una nuova speranza – o un nuovo colpo di scena. Come si dice da queste parti, “cuore in mano e occhi aperti”: il futuro rossonero è tutto da scrivere.