Il retroscena dell’ex dirigente su Maradona: “Consigliai Maradona a due big di Serie A”.
Si sa, soprattutto a Napoli, dire Diego Armando Maradona significa dire calcio. Sì, perché il fuoriclasse argentino ha stravolto la storia – e la città – campana.
Arrivato in Italia dal Barcellona nel 1984, ad accoglierlo è stato il Vesuvio alla cui ombra ha segnato 81 gol in 188 presenze, oltre ai due scudetti (1986-1987 e 1989-1990), alla Coppa Italia (1986-1987) e alla Coppa UEFA (1988-1989). La storia, però, sarebbe potuta essere ben diversa. A svelarlo è stato Pierpaolo Marino, ex dirigente di Napoli, Atalanta e Udinese.
Marino svela su Maradona: “Lo consigliai a due big di Serie A”
Pierpaolo Marino, in una lunga intervista rilasciata a Radio Serie A, ha svelato un retroscena circa Diego Armando Maradona risalente al suo approdo in Italia. “All’epoca ero il più giovane direttore in Serie A e per festeggiare l’ennesima salvezza dell’Avellino stipulai un contratto con il Barcellona per 100mila dollari (cento milioni di lire) per giocare un’amichevole e portare Maradona”.

L’ex dirigente continua dicendo: “Otto giorni prima, però, l’intermediario che mi aveva procurato la partita, l’agente FIFA argentino Riccardo Fuiga, venne nel mio ufficio per avvisarmi che il Barcellona sarebbe venuto, ma senza Diego, perché era in rotta con il club. Mi disse di inventarmi qualcosa, perché sarebbero arrivati 40.000 spettatori”. Marino prosegue dicendo: “Fuiga mi propose di provare a piazzare Maradona nel mercato italiano. Le squadre che avrebbero potuto permetterselo erano Juventus, Sampdoria e Inter. Chiamai tutte e tre, ma nessuna accettò. Fuiga insistette: ‘Paolo, possibile che abbiamo Maradona tra le mani e non troviamo un club?”.
Marino su Maradona e il suo approdo al Napoli
Pierpaolo Marino ha poi chiosato raccontando dell’approdo al Napoli di Diego Armando Maradona: “Qualche sera prima ero stato a cena con Juliano (allora dirigente del Napoli), che mi aveva detto di voler prendere uno straniero.

Lo chiamai, inizialmente disse di no, ma dopo dieci minuti mi richiamò. La mattina dopo fissammo un appuntamento. Da lì è partita la storia“.