Tonali e l’ammissione sulla squalifica. Tutti i retroscena su quanto accaduto.
Sandro Tonali ha vissuto un periodo non molto floreale durante la sua carriera: la scoperta delle scommesse e la conseguente squalifica dalle competizioni hanno lasciato un profondo segno nell’animo del calciatore. L’ex Milan si è voluto raccontare ai microfoni di “Cronache di Spogliatoio” per far conoscere, in maniera diretta, quello che ha dovuto affrontare in uno dei momenti più bui della sua vita andando a toccare diverse tematiche piuttosto delicate.
Tonali tra scommesse e squalifiche: il racconto diretto…
Sandro Tonali ha raccontato in un’intervista a “Cronache di Spogliatoio” gli attimi vissuti durante la squalifica per il caso scommesse che lo ha visto protagonista insieme ad altri suoi colleghi. L’ex centrocampista del Milan ha rivelato alcuni retroscena sul caso, parlando soprattutto dell’iter riabilitativo che lo ha aiutato a raggiungere la luce infondo al tunnel.
“Ho sbagliato, ho pagato e ho lavorato per essere migliore. Ma nei primi 5-6 mesi, quando non avevo ancora capito il mio errore, la mia testa mi diceva di non aver commesso errori ed era quello il pericolo. Se non fai il mio percorso, se non perdi niente, è difficile comprendere di aver sbagliato. Se domani perdessi il lavoro e la famiglia, capiresti immediatamente di aver sbagliato qualcosa. Scatterebbe dentro automaticamente un esame di coscienza”

“Per me era diverso: nessuno mi ha toccato lo stipendio, mi avevano solo bloccato il lavoro. Come fai a dire: ‘Sì, per un anno vado 4 volte a settimana dallo psicologo anche se non è obbligatorio anziché restare a casa’?” narra così l’attuale giocatore del Newcastle.
Sandro Tonali: “È difficile far capire l’errore a uno che non ha le basi dell’errore perché ha già tutto”
Il racconto del calciatore prosegue indirizzandosi verso il percorso di terapia che ha maturato durante questo momento molto critico. “Ho lavorato per un anno con lo psicologo, 4 volte a settimane. Non è stato semplice: non potevo prendere farmaci a causa dell’antidoping. È difficile far capire l’errore a uno che non ha le basi dell’errore perché ha già tutto.

“Nei primi 2 mesi mi allenavo ma non vedevo l’obiettivo: non avevo stimoli. Quando non devi metterti in gioco con nessuno, quando non devi allenarti meglio del compagno perché altrimenti non giochi, non hai stimoli. Mi sono trovato in un momento, fra il secondo-terzo mese, in cui non avevo stimoli. La mattina andavo al campo e mi chiedevo il perché. Con lo psicologo ho lavorato per due settimane perché a volte non volevo neppure andare. Sono stato fortunato a essere in Inghilterra. Ho vissuto 7 mesi senza telefono e tablet. Guardavo la TV solo per le partite e i film. Non mi arrivavano notizie. Anche perché immagino che in quel periodo non siano state… ‘Sandro Tonali ha sbagliato’. Non guardare social e tv mi ha alleggerito completamente”