Dichiarazioni fortissime, presa di mira la società e non solo: l’ex giocatore ne ha per tutti in casa bianconera
L’esonero di Thiago Motta ha acceso i riflettori su una Juventus in piena tempesta, sia di risultati sia in generale. Un cambio in panchina arrivato come un fulmine a ciel sereno, proprio alla vigilia del match con il Genoa e con otto partite cruciali all’orizzonte, decisive per una qualificazione in Champions League che ora sembra appesa a un filo.

I bianconeri sono nel bel mezzo di una stagione negativa, dove ci si aspettava un acceso tra le prime quattro in tranquillità e invece la Juve si ritrova a dover rincorrere oltre che fare attenzione alle altre. Il calendario non aiuta: davanti a sé, la Juventus ha diversi scontri diretti pesanti come quelli contro Roma, Bologna e Lazio, tutti in trasferta. Lontano dall’Allianz Stadium, la squadra dovrà tirare fuori gli artigli per non affondare.
E Tudor? Chissà se queste sfide saranno il banco di prova che lo consacrerà con un ruolo fisso pre la prossima stagione o se sarà l’ennesima avventura di Igor con un inizio e una fine molto vicina tra loro.
Esonero Thiago Motta: un addio che fa discutere
La notizia dell’esonero di Thiago Motta in casa Juventus ha fatto rumore, e non poteva essere altrimenti. Dopo mesi di alti e bassi, la società ha deciso di voltare pagina, ma il modo in cui è andata in scena questa separazione ha scatenato un vespaio. A dare voce al malcontento ci ha pensato Antonio Cassano, che a “Viva el Futbol” non ha risparmiato nessuno: “Le critiche fatte a Thiago le riconfermo, ma allargo il discorso. Spero di poter dire un giorno che ho sbagliato, perché lui è un bravo ragazzo, ma ora era improponibile per allenare la Juve”.
Cassano non si è fermato qui. Ha puntato il dito contro le idee di Motta, la gestione dei giocatori e persino il suo atteggiamento con la stampa: “Ha fatto male, non ha valorizzato i giocatori, ha discusso con loro e avuto problematiche. Tantissime colpe di Thiago, ma non mi aspettavo che la Juve facesse questa merd*ta”. Parole dure, che dipingono un quadro di caos e incertezza. Eppure, dietro il fallimento dell’ex Bologna c’è di più: una società che sembra navigare a vista, senza una rotta chiara.
Igor Tudor alla Juventus: una scommessa a tempo
E ora tocca a Igor Tudor raccogliere i cocci. Il croato, chiamato a traghettare la squadra in un momento delicatissimo, porta con sé uno stile tutto grinta e pragmatismo. Ma basterà per raddrizzare una stagione partita con sogni di gloria e ora a rischio flop? Le prossime otto partite saranno un test decisivo, soprattutto contro avversari tosti come Roma e Lazio, che non faranno sconti. Tudor dovrà dimostrare di poter dare una scossa a una Juventus spenta, ma il tempo non è dalla sua parte.

Non è la prima volta che Tudor si trova a gestire una situazione d’emergenza. A Udine e con la Lazio ha già fatto il “pompiere”, ma la Juventus è un’altra storia: qui la pressione è un macigno, e i tifosi non perdonano. Cassano, dal canto suo, non sembra credere troppo in questa scelta: per lui, la società ha perso lo “stile Juve”, quel DNA che un tempo la rendeva inconfondibile. “Stile di mer*a”, ha tuonato, lasciando poco spazio alle interpretazioni. E se i risultati non arriveranno, il rischio è che Tudor diventi solo un altro nome nella lista dei tecnici di passaggio.
Intanto, i giocatori sono chiamati a metterci la faccia. Nomi come Vlahovic, Koopmeiners, Douglas Luiz e Nico Gonzalez – arrivati con grandi aspettative – finora non hanno brillato. “Se non hai la personalità, vai a fare il commesso”, ha chiosato Cassano. Un monito che sa di ultimatum: o si cambia marcia, o la stagione bianconera finirà nel dimenticatoio.