“Un caso di tubercolosi”: il mondo del calcio trema

Una notizia che ha dell’incredibile è diventata di dominio pubblico dopo che la società l’ha annunciato sul proprio sito

Come un fulmine a ciel sereno, il mondo del calcio è stato scosso da una notizia inaspettata. Una società professionista di massimo livello ha annunciato sul proprio sito ufficiale di avere un caso di tubercolosi attiva all’interno della sua prima squadra: “Uno dei giocatori è risultato affetto da tubercolosi attiva. Il giocatore in questione sta relativamente bene, considerando le circostanze”.

Stadio
“Un caso di tubercolosi”: il mondo del calcio trema (Lapresse) – rompipallone.it

Una dichiarazione che ha subito acceso i riflettori sulla questione, una situazione delicata che ha naturalmente generato preoccupazione non solo tra i tifosi, ma anche nell’intero ambiente sportivo. La tubercolosi, infatti, non è una malattia da prendere sottogamba. Quando è nella sua forma attiva, come in questo caso, i batteri possono essere trasmessi facilmente via aria.

Il caso di tubercolosi attiva nel PSV: cosa è successo?

La squadra che dovrà gestire questa situazione è il PSV, squadra che qualche settimana fa ha eliminato la Juventus nel doppio confronto vinto ai supplementari in Champions League, prima dell’eliminazione agli ottavi per mano dell’Arsenal. Ora la questione da gestire che va oltre il rettangolo di gioco.

Il comunicato del club spiega benissimo la situazione: “Uno dei giocatori della prima squadra del PSV è risultato affetto da tubercolosi attiva. Sebbene il rischio di ulteriori contagi sia basso, la situazione viene monitorata attentamente secondo i protocolli standard del GGD”.

Causata dal batterio “Mycobacterium tuberculosis”, la tubercolosi colpisce principalmente i polmoni e si trasmette attraverso goccioline di saliva emesse con tosse o starnuti. Dunque in un contesto come quello di una squadra di calcio, dove gli atleti condividono spogliatoi, l’idea di un possibile contagio tubercolosi potrebbe spaventare molti.

Il club ha immediatamente contattato il GGD Brabant-Zuidoost, il servizio sanitario pubblico per intenderci, che ha preso in mano la situazione. “È stata avviata un’indagine sull’origine e i contatti – ha spiegato il PSV – e le persone coinvolte sono state informate”. Un lavoro certosino, fatto di tamponi, controlli e tanta attenzione, per evitare che il caso isolato diventi qualcosa di più grande. Al momento, per fortuna, non ci sono segnali di altri contagi nell’ambiente della squadra.

Protocolli sanitari e privacy: come il PSV sta gestendo la crisi

Il PSV non si è limitato a lanciare l’allarme: ha messo in moto una macchina organizzativa che dimostra quanto il club tenga alla salute dei suoi tesserati. In collaborazione con il GGD Brabant-Zuidoost, sono stati avviati screening e controlli mirati. “Le persone coinvolte sono state informate e verranno seguite secondo i protocolli standard”, ha ribadito il club. Un lavoro di squadra, in tutti i sensi, che punta a spegnere sul nascere qualsiasi focolaio.

Nel frattempo, il giocatore colpito dalla malattia è al centro dell’attenzione del club. “Lo stiamo supportando nel suo percorso di guarigione”, si legge nel comunicato. E qui entra in gioco anche un aspetto umano che va oltre lo sport: la privacy. In base alla normativa olandese (AVG), il PSV non può rivelare l’identità del giocatore, e ha chiesto a tutti di rispettare questa scelta. Una decisione sacrosanta, perché dietro la maglia e il numero c’è una persona che sta affrontando un momento da capogiro.

Insomma, questa vicenda ci ricorda che anche nel mondo dorato del calcio professionistico, dove tutto sembra girare intorno a gol e trofei, la vita può riservare sorprese difficili da parare. Il PSV, con lucidità e responsabilità, sta dimostrando di saper giocare anche questa partita fuori dal campo. E mentre il giocatore lotta per tornare in forma, i tifosi aspettano notizie con il fiato sospeso, sperando che tutto si risolva per il meglio.

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